Calciomercato, ecco Che Adams: tutti gli scozzesi nella storia della Serie A
LI RICORDAVI?
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Che Adams diventa il nono scozzese a giocare in Serie A, il secondo di sempre della storia del Torino dopo Denis Law, autentica leggenda del Manchester United (la statua con Best e Charlton) e Pallone d'Oro 1964. Attualmente ci sono anche Ferguson e Henderson, in passato Joe "lo squalo" Jordan e un'icona del Liverpool. Difficile ricordarli tutti…
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- C'è, è arrivato. A Torino, pronto per vestire granata. Che di nome, Adams di cognome. Centravanti classe 1996, a parametro zero dopo la sua ultima esperienza al Southampton. Le sue prime parole: "Sarà difficile, ma sono felice". Diventa il nono scozzese di sempre nel nostro campionato.
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- Il collegamento è immediato: giocava proprio nel Torino il primissimo scozzese nella storia della Serie A, attaccante che trascorse tutta la carriera in Inghilterra ad eccezione della stagione 1961/62 vissuta proprio in granata. Pagato 110mila sterline nell'affare voluto dallo storico dirigente Gigi Peronace, Law giocò 28 partite tra campionato e Coppa Italia segnando 10 gol in coppia con l'inglese Joe Baker. Saluterà destinazione Manchester United dove diventerà un'icona
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- Lo vuole l’iconico Matt Busby che lo inserirà in un tridente memorabile insieme a Bobby Charlton e George Best (la statua "United trinity" fuori da Old Trafford raffigura loro tre), un attacco che contribuirà ai 6 titoli conquistati in carriera dall’attaccante scozzese insieme ai Red Devils. Non è tutto: Denis Law vince il Pallone d'Oro del 1964 precedendo Luis Suarez (Inter) e Amancio (Real Madrid), l'unico del suo Paese ad esserci riuscito battendo anche Kenny Dalglish (insieme a lui miglior marcatore all-time della Scozia)
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- Intanto, ci sono altri due scozzesi che attendono Adams, uno è Lewis Ferguson. Arrivato nell'estate del 2022 per 2 milioni di euro dalla sua Scozia, e più precisamente da quell'Aberdeen che ha dato i natali calcistici al suo quasi ominimo-leggenda, Sir Alex Ferguson (per restare in tema United…). Oggi di milioni ne vale 24 ed è stato tra le star della storica qualificazione in Champions League del Bologna.
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- Con un passato nel Verona e un'ultima stagione passata in prestito al Palermo in B, dove aveva vestito anche le maglie di Lecce e Bari, i primi a portarlo in Italia nel gennaio del 2018 dal Celtic. Curiosità: ha detto che andrebbe a piedi in Scozia pur di giocare in Nazionale, ma nel 2019 confessò che avrebbe rappresentato volentieri l'Italia…
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- E' ancora in Italia, ma non in Serie A, visto che è da poco retrocesso con il Sassuolo. Per lui 50 gettoni nel massimo campionato italiano, l'Hellas lo aveva comprato dall'Hibernian per 3,6 milioni di euro nell'estate del 2022.
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- Per uno scozzese che arrivava (Ferguson), un altro che è se ne andava… tutto nell'estate del 2022. Due anni fa finiva infatti l’avventura a Bologna del terzino sinistro, scoperta rossoblù che ha garantito un'ottima plusvalenza (ben 14,8 milioni di euro) dopo la cessione al Brentford. Era stato un affare low cost dall'Heart of Midlothian nel 2020.
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- Souness fu uno dei protagonisti del trionfo in Coppa Italia del 1985 contro il Milan, successo della squadra di Bersellini nel primo trofeo importante della storia blucerchiata. In due anni a Genova accumula 78 presenze e 11 gol, chiude la carriera nel 1991 ai Glasgow Rangers
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- Qualche anno più tardi (da vice di Redknapp al Tottenham) litigherà furiosamente con Gattuso, lui che era stato proprio un ex rossonero dal 1981 al 1983. Centravanti vecchia maniera, già protagonista nel Leeds, Jordan retrocesse coi rossoneri ma fu decisivo nell'immediato ritorno in Serie A andando a segno 10 volte. Salutò dopo la promozione, meno fortunata la stagione all'Hellas
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- Un capitolo a parte lo merita il soprannome di Joe Jordan, 'Jaws', ovvero lo 'Squalo' come dal titolo originale del fortunatissimo film di Spielberg. Il motivo? Lo scozzese perse gli incisivi superiori nei primi anni di carriera a causa dei contrasti di gioco con gli avversari, episodio che lo spinse a portare una dentiera che però toglieva entrando in campo. Canini in vista ed espressione particolare che, appunto, gli valsero il curioso soprannome