Sergio Marchionne, i suoi anni in Formula 1 a capo della Ferrari. FOTO

"Vettel in alcuni momenti sembra davvero un meridionale. È questione di carattere, lui è molto emotivo ma è altrettanto vero che le sue emozioni sono come i falli di reazione che un grandissimo giocatore fa sotto pressione. All’ennesimo attacco gli scappano i cavalli… ma è un ragazzo che studia molto il suo comportamento e credo che abbia imparato dai suoi errori"

"I leader, i grandi leader, sono persone che hanno una capacità fenomenale di disegnare e ridisegnare relazioni di collaborazione creativa all’interno dei loro team"

"E' troppo importante per noi, solo chi ha nel sangue la passione Ferrari darà tutto per tornare primi. Voglio seguire lo stesso schema che ha funzionato in Fiat e Chrysler, eliminare le gerarchie, puntare su persone in azienda che sono pronte a dare l'anima per noi. La Ferrari ha le risorse interne sufficienti per farcela, Binotto è chiaramente una di queste. È il mio ultimo grande obiettivo: vincere in Formula 1, un traguardo non negoziabile"

"Ho lavorato anche per cose che non mi hanno gratificato, essere qui è invece una grande fortuna. La Ferrari è la cosa più bella che mi sia capitata"

"Dopo Kimi Raikkonen arriverà un giovane, ci sono tanti talenti in giro come Leclerc, Verstappen, Giovinazzi. Vediamo cosa farà Charles, per ora sono contentissimo di lui"

"Mercedes? E' un po' imbarazzante vedere la differenza tra noi e loro. Questa non è la Ferrari che vogliamo, bisogna raddoppiare l’impegno. Dobbiamo togliere il sorriso dalla faccia di questi, mi girano un po' le palle"

"La leadership non è anarchia. In una grande azienda chi comanda è solo. La collective guilt, la responsabilità condivisa, non esiste. Io mi sento molte volte solo".

"Bernie Ecclestone deve ringraziare la Ferrari per avergli dato la possibilità di gestire la Formula 1 e, grazie alla nostra assistenza, di essere diventato miliardario. Gli faccio i complimenti, ha fatto tanto per questo sport, ma anche la Ferrari ha dato molto per la F1"

"La vera validità di un amministratore delegato oggi si può pesare soltanto in termini di impatto umano che ha sulla sua struttura. Suo compito più importante è quello di scegliere i leader giusti e metterli nei posti giusti. Per leader giusti intendo persone che hanno il coraggio di sfidare l'ovvio, di seguire strade mai battute, di rompere schemi e vecchie abitudini che sono visibili alla concorrenza, di andare oltre a quello che si è già visto. Uomini e donne che comprendono il concetto di servizio, di comunità e di rispetto per gli altri. Sono persone che agiscono con rapidità ma hanno la capacità di ascoltare. Sono affidabili, nel senso che mantengono sempre le promesse e non fanno promesse che non sono in grado di mantenere. E soprattutto hanno la visione del loro agire in un contesto sociale"

"Non possiamo mai dire: le cose vanno bene. Semmai: le cose non vanno male. Dobbiamo essere paranoici. Il percorso è difficilissimo. Siamo dei sopravvissuti e l’onore dei sopravvissuti è sopravvivere"

"I miei maglioni hanno un piccolo tricolore sulla manica. E lo porto con orgoglio, io"