Formula 1, GP d'Italia 2019: l'analisi della gara a Monza

Formula 1

Cristiano Sponton

Dal momento chiave della gara all'usura delle gomme, dalle velocità in pista delle vetture alle difficoltà di Vettel nel confronto con Leclerc: l'analisi tecnica del GP di Monza che ha riportato la Ferrari sul gradino più alto del podio dopo nove anni

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La Ferrari, grazie ad una strepitosa prestazione di Charles Leclerc, è riuscita a cogliere la seconda vittoria consecutiva su un tracciato dove l’ultimo successo risaliva al 2010 e in quel caso ci era riuscito Fernando Alonso a regalare una gioia immensa ai tanti tifosi del Team di Maranello. Non è stato un successo semplice per il monegasco che ha dovuto sopportare la pressione della Mercedes per tutti i 53 giri. Alla fine, Bottas ed Hamilton sono stati costretti ad arrendersi allo strapotere che la SF90 ha dimostrato di avere sui rettifili del circuito brianzolo. Alla festa Ferrari è mancato Sebastian Vettel che, nelle prime fasi di gara, quando si trovava in quarta posizione, si è girato alla curva Ascari e rientrando in pista ha ostacolato Stroll e per questo gli è stata inflitta una giusta penalità che lo ha estromesso dalla lotta per i punti. Nella lotta per il quarto posto della classifica Costruttori sorride la Renault che, grazie al quarto posto di Ricciardo e il quinto di Hulkenberg, è riuscita a recuperare ben 21 punti su McLaren che è riuscita a raccogliere solo 1 punto grazie al decimo posto di Norris. Buona la prova di Albon, sesto, nonostante una penalità di 5 secondi che i commissari gli hanno inflitto per un taglio eccessivo alla Variante della Roggia. Nonostante i problemi di potenza della Power Unit Honda e un danneggiamento dell’ala anteriore che lo ha costretto ad una sosta anticipata, Max Verstappen, è riuscito a risalire dall’ultima posizione all’ottava regalando punti preziosi al team di Milton Keynes. Da segnalare anche l’ottima prestazione di Giovinazzi che, dopo l’errore di Spa, è riuscito a terminare la corsa di casa in zona punti terminando al nono posto.

Quale è stato il momento chiave della gara?

Il successo di Leclerc è stato piuttosto complicato e sia lui che il team hanno dovuto ricercare la perfezione per riuscire a battere la Mercedes. I momenti chiave sono stati veramente tanti a partire dalle qualifiche che hanno permesso al monegasco di partire davanti a tutti. Anche la partenza è stata fondamentale perché, Charles, è riuscito a mantenere la leadership nonostante il buono spunto di Hamilton che, almeno nei primi metri, sembrava avesse la velocità per attaccare alla prima variante.  In gara, nonostante qualche piccola sbavatura, non si è fatto intimorire da Hamilton e Bottas che gli hanno messo pressione dal primo giro fino alla bandiera a scacchi. Ottima è stata la strategia scelta dal muretto di Maranello che ha rischiato le gomme hard e questo ha permesso a Leclerc di spingere giro dopo giro senza pensare a gestire la gomma.  Il tutto è stato reso difficile dal fatto che, Mercedes, lottava con 2 piloti mentre, Ferrari, aveva solo Leclerc. Il 2 vs 2 era risultato deciso per la vittoria di Spa ma, qua a Monza, il team è stato bravissimo nello scegliere il momento giusto e la gomma giusta per difendersi dagli attacchi portati da Hamilton e Bottas. Leclerc che è stato bravissimo a resistere ad Hamilton nel primo giro dopo ilo pit stop quando aveva appena montato le gomme hard che richiedevano del tempo per entrare nella giusta finestra di funzionamento. Hamilton, in quel momento, disponeva di gomme medie già calde ma, nonostante questo, non è riuscito ad attaccare Leclerc.

Ferrari era la vettura più veloce in pista

A livello prestazionale, Mercedes, è sembrata avere, in condizioni di gara, qualche decimo di vantaggio nei confronti della Ferrari, M il team di Maranello ha usato la sua arma migliore che, in questa stagione, è rappresentata dalla velocità che la SF90 riesce ad esprimere sul dritto. La Mercedes, nonostante il continuo uso del DRS, non è mai riuscita ad impensierire Leclerc. Su questo tracciato, come sappiamo, si utilizzano ali piuttosto scariche e, proprio per questo motivo, il DRS è meno potente rispetto ad altri circuiti. Dalla simulazione il vantaggio è stimato in circa 5 km/h, mentre, su altre piste, si arriva ad un guadagno di velocità superiore ai 10 km/h. In Mercedes erano convinti di disporre della monoposto più veloce sul giro ma sapevano che, in pista, sarebbe stato piuttosto difficile scavalcare le due Ferrari. Per questo puntavano molto nella partenza e sulla strategia ma, in Ferrari, sono stati bravissimi e sono riusciti a mantenere in ogni occasione la leadership della gara.

Perché Ferrari non ha sofferto con le gomme?

La SF90, nella giornata di venerdì, non aveva brillato nella simulazione di gara specialmente con i compound più duri. Proprio in quell’occasione avevamo segnalato che, la situazione, era destinata a migliorare perché, durante le FP2, la temperatura della pista era piuttosto bassa e questo non permetteva ai due piloti di sfruttare gli pneumatici nella giusta finestra di funzionamento. L’innalzamento termico che c’è stato da venerdì a domenica ha annullato questa difficoltà, infatti, Leclerc non ha avuto nessun problema con le gomme. Anzi, sia con le soft che con le hard, è stato bravissimo a non stressare oltre modo le posteriori e così facendo non ha avuto difficoltà nel controllare gli attacchi di Hamilton e Bottas.

La strategia Mercedes è stata corretta?

Il team anglo-tedesco aveva puntato molto sulla strategia di gara per cercare di mettere pressione agli uomini in Rosso. Secondo quanto avevano previsto al briefing l’obbiettivo era quello di anticipare di molto la prima sosta di Hamilton e cercare, invece, di andare lunghi con Bottas. Non avevano previsto un fattore che si è rivelato determinante per il piano di gara che era stato deciso dal muretto anglo-tedesco. La velocità delle due Renault ha modificato i piani perché non c’era la giusta finestra per “pittare” ed uscire davanti a Ricciardo e Hulkenberg. Il muretto ha atteso il giro 19 ma la sosta è stata dettata più dal pilota che, ormai da qualche giro, si lamentava di mancanza di grip sulle posteriori. La Ferrari ha subito coperto la sosta fermando Leclerc il quale è riuscito a mantenere la posizione su Leclerc. Mercedes, specialmente con Hamilton, ha sicuramente sbagliato la mescola perché, con la media, non era possibile arrivare fino in fondo specialmente se dovevi cercare di mettere pressione su Leclerc. Infatti, il cinque volte campione del mondo, è stato costretto, nell’ultima parte di gara, ad un’ulteriore sosta che gli ha permesso di realizzare il giro più veloce che gli è valso un punto extra. La costanza di rendimento degli pneumatici hard è stata invece una scelta azzeccata per la Ferrari che si è dimostrata decisiva specialmente negli ultimi giri quando, Bottas, era riuscito a portarsi negli scarichi della SF90.

Perché Vettel sembra in difficoltà con la Ferrari SF90?

I problemi del quattro volte campione del mondo con la SF90 non si sono evidenziati nelle prime gare del mondiale ma, il lavoro di sviluppo, ha modificato il bilanciamento aerodinamico della vettura creando grosse problematiche a Vettel. Inizialmente la SF90 soffriva di un anteriore molto leggero ma, il posteriore, era senz’altro più stabile.  Il comportamento della monoposto era leggermente sottosterzante ma questo non creare difficoltà a Vettel che, nella prima parte di stagione, è stato spesso più veloce di Leclerc. Con gli aggiornamenti portati in pista a partire dal Gp di Francia, gli ingegneri hanno cercato di trovare carico all’anteriore e così facendo hanno reso la SF90 più precisa in inserimento curva ma, il posteriore, si è alleggerito perché non sono riusciti a trovare il modo di bilanciare il carico nell’assale posteriore. Quindi, la SF90, presenta delle caratteristiche che mal si sposano con lo stile di guida di Vettel che, nella sua carriera, ha sempre preferito guidare vetture con un posteriore molto stabile.  Se i tecnici di Maranello riusciranno a trovare questo carico vedrete che le prestazioni di Vettel miglioreranno nettamente. Se così non fosse il pilota tedesco difficilmente potrà guidare con la stessa velocità del giovane Charles Leclerc.