Il tedesco è stato d'ispirazione anche per i giovani piloti dell'attuale Formula 1, da Leclerc a Verstappen, considerato oggi il suo erede. Ma anche per dei campionissimi come Alonso, Hamilton e Vettel, avversari in pista del 'Kaiser'
di Alfredo Corallo
- Per il piccolo Max era uno di casa. "Avevo tre o quattro anni all'epoca - ha raccontato Verstappen in un'intervista a F1-insider.com - e sapevo che era lo zio Michael. Che era molto gentile. Ma non pensavo a lui come a un mito, ero troppo piccolo per rendermene conto".
- L'amicizia tra le famiglie Schumacher e Verstappen nasce nel 1994, quando Jos - il papà del tre volte iridato olandese - affiancò Schumi alla Benetton di Flavio Briatore, che il tedesco porterà alla vittoria del Mondiale piloti.
- "Andavamo spesso in vacanza insieme - ricorda Max a Servus TV - e quei momenti rimarranno sempre con me, di quei tempi conservo anche molte splendide fotografie". Come questa, tenerissima, che lo immortala con la coetanea Gina-Maria - primogenita di Schumacher - sulle ginocchia del campionissimo tedesco: uno scatto svelato nella docuserie Drive to Survive, trasmessa da Netflix.
- Da grande, Max ha ritrovato in pista Mick, il secondogenito di Michael e Corinna, protagonista di due stagioni non molto fortunate al volante della Haas, a caccia del riscatto nel 2024 con l'Alpine nella categoria Hypercar del Mondiale Endurance. "Siamo entrambi figli d'arte, ma per lui è stato più difficile", sottolinea Verstappen a F1-insider.com. "Anche ai tempi dei kart c'era sempre la stampa intorno a lui, troppe pressioni, aspettative altissime. E in Formula 1 l'hype è stato ancora più grande, un'eredità pesantissima da gestire".
- Dal ritiro - definitivo - di Schumi, nel 2013, la ricerca di un 'successore' in pista del Kaiser è stata uno dei leitmotiv del 'Circus'. Oggi è il 'turno' di Verstappen. "Il nostro sport è sempre caratterizzato da cicli - ha spiegato recentemente Stefano Domenicali, attuale 'capo' della F1 - legati da una combinazione di una macchina fortissima e un pilota straordinario. Con Max abbiamo un pilota maturo nella gestione di gara e qualifiche: mi ricorda Michael nel non lasciare niente a nessuno".
- A porre fine al 'regno' del tedesco - durato fino al 2004, dopo 5 Mondiali consecutivi sulla Rossa - è stato Fernando Alonso, campione nel 2005 e 2006 con la Benetton-Renault. Ma per lo spagnolo - tra i pochi ancora in attività che lo hanno affrontato sulle piste - Schumi rimane il Maestro. "Per il suo modo di affrontare le gare, la preparazione fisica - ha detto ai canali dell'Aston Martin - la determinazione e l’etica del lavoro con gli ingegneri, molte cose in Formula 1 sono cambiate in meglio grazie a lui".
- "Michael - aggiunge Alonso - ha ispirato tutti i piloti della mia generazione, quando eravamo nei kart e nelle categorie inferiori. Non aveva mai giorni brutti, non era mai sottotono. Lui e la Ferrari erano praticamente imbattibili: anche quando qualcosa non funzionava, che fossero le gomme o la macchina, chiudeva comunque secondo o terzo. Era impressionante".
- Sul paragone Schumacher-Verstappen, Nando si lascia andare a una leggera apertura. "Nell'ultimo Mondiale, Max ha battuto tutti i record, è stato davvero incredibile", ammette l'asturiano. "Forse può essere accostato a Michael, ma dobbiamo aspettare e vedere. Magari il futuro sarà ancor più radioso per lui e potrà aggiungere altri Mondiali: a quel punto potremo confrontarli meglio".
- 'Allievo' prediletto del grande connazionale, Sebastian Vettel aveva tutti i 'crismi' del predestinato: ma dopo i quattro Mondiali conquistati con la Red Bull, non è riuscito a ripetersi alla Ferrari. "Michael per me è stato un modello - ha sempre dichiarato Seb - non solo agli occhi di un bambino, ma anche quando è diventato un amico. Sarà sempre il mio eroe".
- Vettel ha avuto anche il privilegio di correre al suo fianco: "Penso che Michael avesse un talento naturale molto difficile da spiegare, puoi capirlo soltanto se lo hai visto andare in kart. E sono stato felice di essere in squadra con lui alla Race of Champions: aveva della capacità uniche, per me rimane il più grande!".
- L'unico a eguagliare Schumacher per Mondiali vinti (7) è stato Lewis Hamilton, capace di superare il record di vittorie (91) che apparteneva alla leggenda di Hürth, allungando poi la striscia a 103 successi. L'aggancio al primato del tedesco al Nurburgring, l'11 ottobre 2020, 'premiato' da Mick con il casco di papà Michael: "Pensavo che un giorno sarei arrivato qui in F1 - l'inglese, commosso - ma neanche nei sogni più folli avrei immaginato di raggiungerlo".
- "Schumi - confessa Hamilton al termine del GP dell'Eifel - era il mio idolo di bambino, con Ayrton Senna. Lo guardavamo sempre in tv con mio papà: appena andava in fuga correvo al piano di sopra con mio fratello per emularlo ai videogiochi: io prendevo sempre Michael".
- Anche tra le nuove generazioni di piloti il nome di Schumacher è una fonte di ispirazione imprescindibile. A maggior ragione se ti chiami Charles Leclerc e guidi una Ferrari. Per qualche giro, anche la 'sua' Ferrari F2003 GA - con cui il tedesco vinse il suo sesto titolo mondiale - che il monegasco ha potuto testare personalmente, lo scorso febbraio sul circuito di Abu Dhabi: "Guidare questa 'bestia' è stato incredibile".
- Secondo Jean Todt, direttore generale negli anni d'oro della Rossa: "Leclerc può essere l'erede di Schumi. È un grande pilota e merita l’opportunità di vincere il titolo", ha sentenziato alla Stampa. "Mio figlio lo segue da quando correva sui go-kart, tifo per lui".
- Proprio negli anni delle sue prime gare, Leclerc si è trovato di fronte il Totem del Cavallino. "Sono molto felice di aver ritrovato questa foto", scrive Charles sul suo Instagram. "Diversi anni fa, al Paul Ricard, stavo provando sulla pista di kart mentre Michael era sulla pista di F1. Lo abbiamo incontrato, ha autografato le nostre tute, ci ha parlato un po' prima di rientrare ai box. Non avrei mai pensato di guidare un giorno per la sua stessa squadra".
- Fortuna che ha avuto anche Carlos Sainz, nel 2004. "L'ho incontrato a Barcellona - confida al Corriere - era uno dei miei eroi. Da quando sono in Ferrari sento molte storie che lo riguardano. È un uomo che avrei voluto conoscere, avere come compagno, per capire come riusciva ad essere così speciale. Ogni meccanico parla di lui ed è bello ascoltare come fu in grado di conquistare un intero gruppo, di trascinarlo, circondato da stima e affetto".
- Daniel Ricciardo potrà raccontare ai nipotini di essere arrivato al traguardo prima di Schumacher, difendendosi per 15 giri dai suoi attacchi. "Eravamo a Suzuka, nel 2012 - rammenta l'australiano - e sono riuscito prendere l'ultimo punto disponibile per un solo decimo. Ero intimorito da lui, pensavo che fosse un dio. È stata una gara indimenticabile per me, mi ha dato molta fiducia per il futuro".
- Ma il racconto di Ricciardo non è finito. "Nella gara successiva, durante la sfilata dei piloti, si avvicinò e mi disse: 'Bel lavoro in difesa la scorsa settimana'. Era la prima volta che parlavo a quattrocchi con lui, a quella età e a quel punto della mia carriera è stato grandioso ricevere quella conferma da uno come lui".
- Per Andrea Stella, attuale team principal McLaren e veicolista della monoposto di Schumi dal 2002 al 2006, il 'suo' pilota Norris ha le caratteristiche per seguirne le orme. "Se si parla di velocità - ha confidato al podcast della F1, Beyond the Grid - penso che Lando possa competere con alcuni dei grandi nomi, come Schumacher o Alonso. Gli ingredienti che hanno permesso a questi campioni di avere successo ci sono".
- Per il giovanissimo Norris, Schumi era una sorta di 'entità' soprannaturale: "Nel 2012 e 2013 Mick era un mio avversario e Michael era sempre lì a seguirlo. Per me era surreale pensare che Schumacher fosse a bordo pista a guardarci correre".
- Il pilota francese dell'Alpine: "Quando ho iniziato a seguire la F1, Schumacher aveva vinto tutto. Dicevo ai miei che volevo essere come lui. Lo vedevo spruzzare champagne in tv ogni settimana e mi gasava da impazzire".
- Il pilota inglese della Mercedes: "Il rosso era il mio colore preferito e quando avevo circa tre anni i miei genitori mi comprarono una piccola tuta da corsa di Michael. È stato il mio primo supereroe".
- Stesse sensazioni da bambino per Lance Stroll, pilota dell'Aston Martin, classe 1998: "Michael era il mio idolo. Un vero campione dentro e fuori dalla pista. Lo adoravo".
- Il pilota della Williams: "Una delle mie prime parole è stata 'Rarri'... e da fan della Ferrari, appunto, amavo alla follia Schumacher, era l'eroe della mia generazione. Ricordo che mia madre aveva una videocassetta con gli highlights della Formula 1 del 2001 e conoscevo a memoria tutte le gare che vinse quell'anno. Così, quando avevo una brutta giornata, la rivedevo: Michael vinceva e stavo subito meglio...".