Il successo in Belgio non è solo il riscatto della Ferrari in una stagione difficilissima, ma consacra Leclerc tra i grandi della Formula 1. Il Predestinato dalle origini al trionfo a Spa: qui le tappe della sua storia
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Lo chiamano "Il Predestinato" e da oggi anche i più scettici si saranno convinti che Charles Leclerc lo è sul serio. Il 21enne di Monte-Carlo, dopo una super pole position, ha conquistato anche il successo al GP del Belgio, risollevando il morale di una Ferrari che nel corso di questo Mondiale 2019 è stato fino ad ora sottotono. Faccia pulita, con quei lineamenti delicati che un po' ricordano Ayrton Senna e un talento cristallino, Leclerc in un certo senso è stato designato da Lewis Hamilton come suo "erede". Sarà la pista a dirci in futuro se effettivamente sarà così. Per ora ci godiamo il suo primo acuto tra i big della F1 che arriva dopo un percorso che ora più che mai ci convince del suo essere un predestinato.
La storia del "Predestinato"
La carriera di un pilota di Formula 1, nel suo percorso di avvicinamento alla massima categoria, è determinata spesso da singoli momenti, fugaci opportunità da sfruttare per non rimanere schiacciati dall'ambiente ristretto del motorsport. Charles Leclerc ha stupito per velocità pura, ma forse ancora di più per la freddezza con la quale ha dominato il Mondiale di Formula 2 del 2017, per quell'atteggiamento serafico di fronte alle pressioni che non è difficile da riconoscere nel suo linguaggio del corpo anche durante le interviste. Ha colto la sua occasione, scalando diverse posizioni nelle gerarchie dei piloti, nonostante un anno, secondo lui, "molto difficile. Sono dovuto crescere in fretta a causa sia della natura della mia professione, che di circostanze personali". Il 23 giugno del 2017 Leclerc, pilota del team Prema, scendeva sul tracciato cittadino di Baku per le prove libere del Gran Premio dell'Azerbaijan. Tre giorni prima era stato lui stesso ad annunciare la morte di suo padre, ad appena 54 anni, con un post su Twitter. Leclerc veniva da tre pole position nei primi tre Gran Premi, dei quali si era però aggiudicato una sola volta la feature race, ovvero gara-1, quella più importante, mentre in Bahrain aveva vinto gara-2 con una strategia insolita e una rimonta da fuoriclasse. "Credo che il mio più grande risultato in termini di prestazioni sia stata la pole position di Baku, pochi giorni dopo la morte di mio padre", ha detto Leclerc qualche mese fa, dopo l'annuncio del debutto in Formula 1 con l'Alfa Romeo-Sauber. "Sono andato a quel weekend senza aspettative, ma al tempo stesso volevo renderlo orgoglioso. Ho corso per lui, mi ha dato forza".
Prime mosse verso la Formula 1
Dopo la pole position, Leclerc ottenne la vittoria in gara-1 e di fatto si impose anche in gara-2 partendo dalla posizione in griglia riservata a chi vince la corsa del sabato, ovvero l'ottava, prima di essere retrocesso sul secondo gradino del podio per una banale penalizzazione. In quel momento Leclerc si stava giocando a distanza il duello contro un altro pilota da poco entrato nell'orbita Ferrari, l'italiano Antonio Giovinazzi, per un futuro in Formula 1. Ma fu soprattutto con il weekend di Baku che Leclerc impose una sterzata decisiva, ponendo solide basi su quello che viene considerato il Campionato di GP2 o Formula 2 più dominato nella storia della categoria. L'approdo naturale di Leclerc è stata la promozione in Formula 1. La Ferrari, che lo aveva dal 2016 nella sua Academy, ha sfruttato i rapporti molto stretti con il team Sauber per piazzarlo sulla nuova vettura brandizzata Alfa Romeo. Leclerc debutterà ufficialmente in Formula 1 al Gran Premio di Australia 2018. Ha trasformato una situazione difficile, il lutto familiare, in una motivazione ulteriore di perseguire e concretizzare il suo sogno.
Le origini e l'importanza di Bianchi
Il percorso di Leclerc prevedeva la possibilità di un approdo in Ferrari, con la premessa di una buona stagione in Sauber. Una strada che sembrava destinata al suo più grande amico: Leclerc fin da piccolo corse nel kartodromo di Brignoles, gestito dal padre di Jules Bianchi, le cui rispettive famiglie sono da sempre in stretti rapporti di amicizia. Bianchi era otto anni più grande di Leclerc e per lui rappresentava una sorta di fratello maggiore: fu il primo pilota ad essere ingaggiato nel 2009 dall'allora neonata Ferrari Driver Academy di Massimo Rivola e, nonostante una stagione in parte deludente in GP2 nel 2011, ottenne il volante della Marussia in Formula 1 nel 2013. Dopo alcune ottime prestazioni - tra cui diverse qualificazioni in Q2 e i punti ottenuti a Montecarlo - Bianchi trovò la morte a Suzuka nel 2014, più di 20 anni dopo Ayrton Senna nell'ultimo incidente fatale in Formula 1 fino a quel momento, spirando definitivamente il 17 luglio 2015 dopo nove mesi di coma.
Quando Bianchi scomparve, mentre era uno dei nomi candidati alla possibile successione di Kimi Raikkonen in Ferrari, Leclerc era impegnato nel campionato europeo di Formula 3, la stessa categoria nella quale corse suo padre negli anni Ottanta. Originario del Principato di Monaco, Leclerc iniziò a correre nei kart nel 2005, a otto anni, grazie alla passione tramandata proprio dal padre Hervé: "Come tutti i piloti era difficile combinare sia le corse che la scuola", dice. "Ho provato a farlo nel miglior modo che potevo: studiavo a casa e mia nonna mi aiutava sempre a fare i compiti quando tornavo dalle corse, si prendeva sempre cura di me".
Leclerc ripercorre la sua infanzia e il suo rapporto con il principato di Monaco.
Le tappe di avvicinamento alla Formula 1
Leclerc ha alle spalle un background economicamente benestante, ma non abbastanza da sostenere del tutto le esose spese per l'intera carriera da pilota. Nel 2011, a quattordici anni, entrò dunque a far parte della All Road Management (ARM), una compagnia di management fondata nel 2003 da Nicolas Todt (figlio di Jean Todt, ex direttore della Scuderia Ferrari e attuale presidente della FIA), manager molto influente nell'ambiente, allo scopo di finanziare e accompagnare i giovani talenti nell'angusto mondo del motorsport: "È grazie a Nicolas Todt se sono in Formula 1 adesso", dice Leclerc. "È una delle persone più importanti che ho conosciuto nella mia carriera. È molto più di un manager, è parte della famiglia". Nella stessa ARM era entrato, quattro anni prima, proprio Jules Bianchi.
Todt lo ha accompagnato negli ultimi anni di kart prima di passare, nel 2014, alle monoposto. Nel mondo dei kart ha conosciuto due attuali piloti di Formula 1 della sua generazione, Max Verstappen ed Esteban Ocon. "Conosco molto bene Esteban dal campionato francese di kart del 2005", dice Leclerc. "In quella gara avemmo un incidente, però poi siamo diventati grandi amici. Max l'ho conosciuto un po' dopo, credo nel 2010. Con lui non siamo molto amici a causa di alcuni episodi che risalgono ai tempi del kart". Su YouTube un video del 2012 li ritrae entrambi, quindicenni, discutere a distanza di un contatto in pista nella loro lotta per la vittoria di manche: "È stato scorretto", dice Verstappen, "sono in testa e alla fine mi ha buttato fuori dalla pista, non va bene". "È stato solo un incidente di gara", risponde Leclerc, con quella calma beffarda che lo contraddistingue tuttora, differente dall’esuberanza che Max Verstappen ha ereditato da suo padre Jos.
Nel 2014 Leclerc è passato alle monoposto: "Il kart è molto più leggero", disse all'epoca, "con il kart devi essere molto più sensibile, ma in monoposto hai bisogno di più concentrazione". I suoi primi due anni non furono all'altezza dei successivi: nel campionato di Formula Renault 2.0 del 2014 arrivo secondo dietro Nyck De Vries, attuale pilota del programma giovani della McLaren, che batté invece sia in GP3 che in Formula 2 nel 2016 e nel 2017, a parità di mezzo meccanico in GP3. Nel 2015 passò alla Formula 3 europea dove concluse in quarta posizione in classifica mondiale, ma fu il migliore dei debuttanti.
La prima svolta
Arrivò a marzo 2016 la prima svolta nella sua carriera, quando la Ferrari decise di puntare su di lui e di inserirlo nella Ferrari Driver Academy, gestendo la sua crescita. Leclerc passò subito in GP3 e vinse il campionato al suo debutto. Ancora più convincente, come già detto, il suo successo nel Mondiale di Formula 2 2017: Leclerc si è aggiudicato 7 vittorie, mancandone alcune per circostanze a lui non imputabili tra penalizzazioni e problemi tecnici, e soprattutto ha fatto registrare il record di 6 pole position consecutive, che sarebbero state 8 senza la squalifica nelle prove ufficiali di Budapest per un'irregolarità nel differenziale.
I momenti più spettacolari di Leclerc nel suo anno trionfale in Formula 2.
L'arrivo in Formula 1
Il clamore che è stato suscitato dalle prestazioni di Leclerc non ha precedenti per un pilota della GP2 o Formula 2, nemmeno per il Lewis Hamilton del 2006. Il monegasco per tutta la stagione 2017, specialmente nelle fasi centrali, ha manifestato una superiorità disarmante in ogni momento di gara, tanto nel dominare con il ritmo quando era in testa quanto nel districarsi nella bagarre quando era in rimonta. Il suo team, la Prema, per il secondo anno consecutivo era il più competitivo in griglia, ma Leclerc a parità di mezzo meccanico ha distrutto il suo compagno di squadra Antonio Fuoco, anch'egli membro della Ferrari Driver Academy. Nessun altro pilota si è mai laureato campione in GP3 e in Formula 2 o GP2 in due anni consecutivi da debuttante in entrambe le categorie.
Le caratteristiche dimostrate da Charles
Leclerc ha dimostrato di essere un pilota praticamente imbattibile nel giro da qualifica, ma non si può dire altrettanto della sua gestione delle gomme in gara. Fin dal primo Gran Premio, in Bahrain, ha perso la vittoria in gara-1 perché ha dovuto rallentare molto il ritmo in preda al degrado degli pneumatici, mentre per vincere gara-2 - più breve rispetto alla feature race - ha fatto ricorso a un insolito pit stop e a una rimonta forsennata, conclusa all'ultimo giro con il sorpasso sull'italiano Luca Ghiotto. Leclerc aveva evidenziato il problema della gestione del consumo delle gomme anche in GP3, crollando negli ultimi giri di gara-1 in Germania, e la stessa cosa è avvenuta nuovamente in gara-2 a Jerez, la sua terzultima in Formula 2, nonostante abbia nuovamente impostato la strategia con un pit stop. Per vincere gara-1 in Austria, un altro Gran Premio dove il consumo delle gomme era da monitorare, Leclerc ha rallentato tantissimo nei primi giri, mantenendo la leadership ma creando un trenino di tre vetture alle sue spalle.
L'arrivo alla Sauber
La Sauber ha presentato diverse novità nella parte anteriore, tra cui il muso con le "narici" - due fori - diventato famoso grazie alla Force India degli ultimi tre anni, l'installazione del condotto S-duct che canalizza l'aria raccolta dall'avantreno e un nuovo disegno delle sospensioni anteriori. Queste novità si inseriscono senza dubbio nella volontà di migliorare il carico aerodinamico e il grip meccanico nella parte anteriore della vettura, combattendo il terribile sottosterzo della C36. Allo stesso tempo la Sauber beneficia di qualche scambio di informazioni tecniche con la Ferrari per quanto riguarda la parte posteriore della vettura, che anche sulla Rossa è stato il punto di forza nel 2017. La C37 ha un alettone posteriore che riprende molti concetti di quello della Ferrari dello scorso anno e dalla Rossa ha importato anche il cambio e le sospensioni posteriori.
Per questo motivo, allo stesso modo della Ferrari, la Sauber dovrebbe conservare i suoi pregi del 2017, rimanendo più bilanciata sul posteriore, avendo però nel frattempo smussato i propri difetti di sottosterzo. La vettura stabile al retrotreno dovrebbe dare una mano a Leclerc a gestire il degrado degli pneumatici posteriori, il suo unico punto debole mostrato nella stagione dominata in Formula 2. Per capire se sarà pronto per fare il grande salto in Ferrari, Leclerc dovrà quindi mostrarsi consistente nel confronto diretto col compagno di squadra più esperto, Marcus Ericsson, alla sua quinta stagione in Formula 1. Solo così potrà proseguire il suo percorso incessante verso l'olimpo a cui sembra ormai predestinato.
Lasciare il segno
Charles Leclerc aveva già saggiato la Formula 1 in un weekend di gara appena dopo il suo ingresso nella Ferrari Driver Academy. Nel 2016 partecipò alle prove libere in quattro Gran Premi: in Gran Bretagna, Ungheria, Germania e Brasile, sempre con il team Haas che allora era la vera scuderia satellite della Ferrari. Lo scorso anno Antonio Giovinazzi era stato assunto come terzo pilota Ferrari e aveva debuttato subito in gara con la Sauber, sfruttando l'infortunio di Wehrlein a inizio stagione. Ma le prestazioni di Leclerc sono valse al monegasco il salto diretto come pilota titolare, mentre Giovinazzi è rimasto in naftalina come pilota di riserva in Ferrari assieme a Daniil Kvyat, in attesa forse di diventare il pilota italiano simbolo dell'Alfa Romeo nel 2019. Alla promozione diretta di Leclerc hanno contribuito le manovre politiche nell' estate 2017. Frederic Vasseur, appena salito all'incarico di team principal in Sauber al posto della controversa Monisha Kaltenborn, ha immediatamente bloccato l'accordo con la fornitura Honda per il 2018, stringendo un sodalizio maggiore con Marchionne che da tempo voleva riportare il marchio Alfa Romeo in Formula 1. Senza queste mosse contrattuali sarebbe stato più difficile far esordire uno tra Leclerc e Giovinazzi tra la Sauber e la Haas, l'altro team con cui Ferrari intrattiene rapporti di fornitura della power unit.
Anche il rinnovo di contratto di Kimi Raikkonen nel 2018 per un'ulteriore stagione era subito apparso come un segnale della volontà di tenere caldo il sedile per Leclerc, aspettando un anno di esperienza. Quel che è certo è che Leclerc è diventato un riferimento "scomodo" per tutti i piloti che da qui in avanti vorranno ripercorrere la sua strada e sbarcare in Formula 1. Lando Norris, oggi rookie McLaren, al debutto in F2 aveva detto: "Devo vincere all'esordio come ha fatto Leclerc per dimostrare di valere quanto lui, visto che lui ha alzato l'asticella".
La Ferrari, tre pole e il trionfo in Belgio
Il 2019 è l'anno in cui tutte le premesse finora raccontate si concretizzano: Raikkonen passa alla Sauber che diventa Alfa Romeo Racing e Charles Leclerc affianca Sebastian Vettel nel box Ferrari. Si realizza un sogno per lui, ma anche per molti tifosi della Rossa che credono nel talento esplosivo di Charles. Al netto di errori - alcuni legati all'inesperienza nella categoria e altri legati alle scelte del team - Leclerc centra una favolosa pole in Bahrain, in Austria e poi in Belgio. A Spa con il tempo di 1:42.519 conquista il primo posto in griglia con tanto di record: a 21 anni, 10 mesi e 15 giorni diventa il più giovane poleman nella storia di Spa. Ma non solo: è su questo tracciato che arriva il primo successo in F1 e con la Ferrari del Predestinato. Un sogno che si è realizzato e la dedica all'amico Hubert che ha perso la vita in un incidente in F2.