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MotoGP, Lorenzo si racconta a Sky: "Tornerò a liderare".

MotoGp

Vera Spadini

Jorge Lorenzo si racconta a Sky Sport (foto: Getty Images)

La voglia di tornare a vincere, gli sforzi per farlo, le difficoltà con la Ducati, il rapporto con Dovizioso e Rossi: Jorge Lorenzo si racconta a pranzo con noi e, si sa, le migliori conversazioni sono quelle fatte davanti a un buon piatto… Infatti abbiamo scoperto anche le passioni e alcuni segreti del Martillo

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L'avreste mai detto che il film preferito di Jorge Lorenzo è 'Il diario di Noah - Le pagine della nostra vita-', un dramma sentimentale interpretato da Ryan Gosling? Un po' diavolo un po' angelo, come il 99 del suo casco: così si svela il pilota 5 volte campione del mondo nella nostra colazione da… Ducati. Davanti al suo piatto ipocalorico, Giorgio, come lo chiama Gigi Dall'Igna, si racconta a 360 all'ora, svelando aspetti del suo carattere e della sua professione poco noti.

L'antipasto è il suo bilancio con la Ducati:

"E’ stata una stagione difficile, soprattutto all'inizio. Le aspettative erano molto alte, il team era carico, e lo ero anch’io. Ma la realtà è stata dura, dopo 9 anni con una moto che mi piaceva molto, che sentivo molto mia e che è facile da guidare per un pilota, ho trovato una moto con un grande potenziale ma anche molto difficile da capire, per me. Ci ho messo molti mesi a fare piccoli progressi, però poi finalmente dopo la gara di Brno in particolare c’è stato un cambio radicale e mi sto trovando quasi alla perfezione".

Un cambiamento che ha richiesto anche un adeguamento del suo stile di guida:

"Con la Yamaha praticamente non usavo il freno dietro, mentre con questa moto se non lo usi è impossibile essere competitivo perché non la fermi, lo devi usare non solo nella staccata ma anche in certe curve, in mezzo alla curva; ed è anche un concetto di come fare il tempo: con la Yamaha facevo il tempo con la percorrenza di curva e con l’accelerazione, accelerando molto forte, molto velocemente; con questa devi fare al contrario, entrando nella curva: staccando forte ed entrando molto velocemente nella curva”

Per uno così abituato a vincere non è facile stare a guardare i successi altrui, ma lo spirito Ducati fa sì che Lorenzo faccia il tifo per Dovizioso, andando persino sotto il podio o a brindare nel box:

"Lo faccio perché è giusto: è vero che questo è uno sport individuale ma siamo una squadra, l'interesse primario è che la Ducati sia campione del mondo, se lo può fare lui tutti proviamo a spingere".

Jorge, ma tu lo aiuti se deve vincere il mondiale?

"Claro".

Lorenzo è così, diretto e sincero...

"Io dico sempre quello che penso, non penso alle conseguenze di quello che dico"

Come quando hai parlato delle vittorie di Valentino Rossi, che avrebbe vinto facilmente nove titoli perché non aveva rivali?

"Non volevo dire quello. In realtà io parlavo di Dovizioso, non ha vinto ancora un mondiale perché si è trovato Stoner, Marquez, Lorenzo, Rossi, piloti molto forti che in altre epoche non c'erano – questo è il periodo con il più alto livello della storia, credo . Lui ha il potenziale per essere campione del mondo di MotoGp, ma non lo è diventato per i rivali. Mentre altri piloti in altre epoche, negli anni '70, '80, senza rivali così forti hanno vinto 7-8 Mondiali".

La rivalità con Rossi fa parte del gioco...

"La MotoGP è come un gioco, questa rivalità a volte è la salsa dello sport, può anche essere divertente: le dichiarazioni, i giochi dialettici…". Ma il rispetto è un’altra componente fondamentale: "Tanto di cappello per quello che ha fatto Rossi (tornare dopo 22 giorni dall’operazione alla gamba), è incredibile".

Per tutto il resto vi invitiamo a pranzo con noi, e non sono escluse le pietanze piccanti… Cioè, le domande piccanti di Sandro Donato Grosso sulle donne e sulle macchine, altre passioni di Jorge Lorenzo…  Anche se per lui la cosa più importante resta ‘liderare’. Cosa vuol dire? Ne parliamo a pranzo!