MotoGP, ecco la nuova spettacolare sigla della stagione 2018

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Vera Spadini

Le mmagini e la musica della sigla del Motomondiale di quest'anno presentate dal batterista e fondatore dei Moivida, Mario Riso

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Per la stagione 2018 la colonna sonora della MotoGP è 'Sono un acrobata': un brano composto dai Movida che rappresenta nel sound e nel testo il fascino del folle equilibrio che riempie di emozioni le domeniche dei Gran Premi con le evoluzioni in pista dei piloti, quei funamboli dello sport che ci fanno stare in bilico, e sono metafora estrema della vita… Abbiamo intervistato Mario Riso, fondatore e batterista dei Movida.

Essere liberi, senza condizionamenti e sovrastrutture…la MotoGP è proprio rock, o no?
"Ci sono tanti parallelismi che legano il rock e la moto. Se penso che quello che per molti è solo rumore per noi significa musica, quello che appare estremo per noi significa normalità, ciò che appare follia per noi significa esigenza. Il rock e la moto sono per sempre".

I Movida sono una delle band più riconosciute ed apprezzate degli anni '90, ma sono solo uno degli aspetti che compongono la tua arte musicale. Mi fai gli highlights della tua carriera?
"Dal 1985 al 1990 ho fatto parte della più nota metal band italiana dell'epoca: Royal Air Force. Con questo gruppo abbiamo realizzato due dischi e suonato con mostri sacri del metal mondiale: Dal Monsters of Rock con Iron Maiden-Kiss-Helloween, passando per i tour con Metallica, Dream Theater, Manowar, giusto per citarne alcuni. Nello stesso periodo ho cominciato la mia avventura - un po' agli antipodi - da turnista, collaborando con artisti come Jovanotti, Grignani, Nikki. Nel 1995 abbiamo fondato i Movida, una delle band riconosciute come di maggior talento del panorama musicale italiano. Nel 2001 ho Fondato Rock Tv e successivamente Hip Hop Tv (canale 718/720 Sky). Nel 2006 ho fondato il progetto Rezophonic, una vera e propria nazionale della musica con la quale sono stati realizzati 3 album, centinaia di concerti e numerosi videoclip tramite i quali abbiamo supportato il progetto idrico di Amref con Icio de Romedis (157 pozzi costruiti in Africa, oltre a 15 cisterne e 3 scuole). Nel 2017 ho pubblicato il mio primo cd solista dal titolo 'Passaporto' ".

Che rapporto hai con lo sport?
"Amo fare sport, amo guardare lo sport ma ancor di più amo gli insegnamenti derivanti dalle discipline sportive. Non c'è nulla di più educativo del coltivare la cultura del sacrificio, del rispetto, della lealtà, imparando allo stesso tempo a saper accettare la sconfitta. PS: per la cronaca gioco ancora a calcio nella Nazionale Artisti Tv. E sono un grande tifoso dell'Inter".

Anche Valentino Rossi è un grande tifoso dell'Inter, è anche un po' un artista?
"Valentino Rossi è uno degli sportivi più comunicativi che abbia mai visto in azione. Se per artista si intende colui che riesce ad entrare nel cuore delle persone con la creazione di opere derivanti dal proprio ingegno… allora ci troviamo chiaramente di fronte ad uno dei più grandi artisti dei nostri tempi. A ogni gara Valentino tiene inchiodati davanti allo schermo milioni di tifosi, che vivono delle intuizioni e delle follie di questo grande campione. Se poi aggiungiamo che tiene all'Inter…campione assoluto".

Come nasce ‘Sono un acrobata’ ?
"Nasce dalla volontà di unire un sound decisamente rock ad un testo che parla di come ci si sente nella vita di tutti i giorni. Tutti noi siamo acrobati e proviamo a stare in piedi, in situazioni di equilibrio precario e nonostante le difficoltà".

Perché è adatta alla MotoGP?
"Perché è la rappresentazione musicale del correre a velocità incredibili, rischiare la vita, vivere sempre al limite, sfidare i propri limiti, combattere contro il tempo".

Cosa esprime a livello di sound?
"Nel rock così come nella MotoGP non esistono l'apparenza e tantomeno l'inganno. I musicisti salgono sul palco e si mettono in gioco senza finzione e mettendoci la faccia un po' come quando i piloti si sfidano per aggiudicarsi il Gran Premio. Non ci sono sconti, non si fanno. Il suono vero e crudo di strumenti suonati con energia e passione rende perfettamente l'idea di quello che provano i piloti quando, in sella alla propria moto, danno tutto per provare a vincere".

A livello concettuale siamo tutti un po' in equilibrio (più o meno precario) in questa vita: possiamo considerare i piloti come metafora estrema della vita?
"Credo non ci sia colonna sonora migliore per valorizzare la commistione di precarietà e gioia che ti dà essere in sella a una moto o alla vita, e cercare di guidarla verso il tuo obiettivo".

Qual è il valore del rischio?
"Vivere è rischioso, quindi il valore è la vita stessa".

A che tipo di musica o band associ il rumore dei motori?
"Cito la band più rock'n'roll del pianeta: i Motorhead".

Cerca di comporre la band per suonare 'Sono un acrobata' con i piloti della MotoGP
"Il frontman è Scott Redding, per la sua prestanza fisica. La chitarra ritmica è di Andrea Dovizioso: preciso, affidabile, sempre a tempo. Affido a Marquez la chitarra solista, per riprodurre con lo strumento quegli assoli folli che fa sulla moto! Il basso deve essere presente, potente, quindi lo suona Petrucci. E ovviamente al mio posto, seduto alla batteria, a trascinare e dettare il ritmo a tutta la band ci metto Valentino Rossi!"

Tu sei anche un motociclista: cos'è per te la moto?
"La prima parola che mi viene in mente è: libertà. Sono un harleysta, per cui non sono un vero pilota estremo ma ammetto che quando percorro le strade della città in sella al mio Fatboy special mi sento come se fossi su un cavallo vestito da cavaliere. E' una sensazione indescrivibile".

Hai pure suonato 'La mia moto' con Jovanotti!
"Diciamo che "suonare" è un parolone! In quell'epoca si facevano tantissimi playback... Però posso dire con grande orgoglio di essere stato il batterista di tutto quel periodo e che ho collaborato con Jovanotti fino a Lorenzo '92".