MotoGP, GP Spagna. Arriva Jerez in un Mondiale tutto da scoprire

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Michele Merlino

Pedrosa 2018 (foto: Getty Images)

La stagione 2018 si è aperta nel segno dell’incertezza. Dopo tre GP adesso si arriva in Europa, a Jerez, da sempre tappa importante per iniziare a capire il reale valore delle forze in pista. Mai come quest’anno i numeri sembrano confermare come dalle prime tre gare non si possano trarre conclusioni definitive sulla stagione

Il GP di Spagna è in diretta esclusiva su Sky Sport MotoGP HD (canale 208): gara di MotoGP domenica alle 14.00

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Apertura del mondiale nel segno dell’incertezza

Se ci fosse bisogno di avere ancora qualche conferma sul fatto che il mondiale MotoGP sia ancora tutto da scoprire, pensiamo che 8 piloti diversi sul podio nelle prime tre gare non si vedevano dal 1996. Sono passati oltre 20 anni. E sempre di oltre due decenni dobbiamo tornare indietro con la memoria per trovare un leader del mondiale con solo 46 punti. Oggi è Dovizioso, allora la leggenda Doohan (sempre nel 1996).

I tre GP extra-europei che aprono la stagione ci hanno regalato anche 3 poleman differenti cosa che non succedeva dal 2010 (Stoner, Pedrosa, Rossi). Se la partenza al palo a Jerez dovesse essere conquistata da un pilota diverso da Zarco, Miller o Marquez, si tornerebbe ad una situazione analoga a quella del 2009 con Stoner, Rossi, Lorenzo, Pedrosa.

Se guardiamo ai vincitori, 3 diversi nelle prime 3 gare (Dovizioso, Crutchlow, Marquez) li ritroviamo l’ultima volta nel 2013 (Lorenzo, Marquez, Pedrosa). E se a Jerez dovessimo trovarci di fronte ad un poker, ritorneremmo addirittura al 2008 (Stoner, Pedrosa, Lorenzo, Rossi).

Jerez è casa Honda, Yamaha insegue

La Honda domina le statistiche di Jerez con due numeri “tondi”: 20 vittorie e 50 piazzamenti a podio. La casa dell’ala ha vinto 4 volte negli ultimi 6 anni qui, l’ultima l’anno scorso con una doppietta Pedrosa/Marquez. La casa di Tokio detiene anche il record del circuito per le pole: 14 qui a Jerez, una in più della Yamaha, l’ultima nel 2017 con Pedrosa.

La Yamaha è seconda dietro alla Honda in tutte le statistiche di Jerez. Qui le moto di Iwata hanno vinto 8 volte, ottenendo 32 piazzamenti a podio e 13 pole position. Le ultime due vittorie sono state due hat-trick (pole, vittoria, giro veloce) nel 2015 con Lorenzo e nel 2016 con Rossi. L’anno scorso hanno fallito il podio qui per la prima volta dal 2006: il miglior pilota Yamaha fu Zarco, 6° al traguardo. Il 2017 è anche stato il primo anno senza una moto in prima fila a Jerez dal 2006: Vinales fu il meglio piazzato in griglia, 4°.
Lo scorso anno la tappa spagnola ha chiaramente dato il via alla crisi Yamaha, dovuta ai famosi problemi di grip e spinning mai veramente risolti. Prova ne è che le 4 vittorie nel 2017 sono state il bilancio più magro degli ultimi 10 anni, al pari del 2011 e 2014. Oggi il digiuno Yamaha dal primo gradino del podio dura da 13 gare consecutive (ultima: Assen 2017, Rossi) ed è bene ricordare che è dal 2004, anno in cui Rossi si unì al team per la prima volta, che non non sono mai stati più delle suddette 13 gare senza vincere

Se Honda è leader e Yamaha insegue, sicuramente Ducati è storicamente in difficoltà sulla pista dell’Andalusia. La casa di Borgo Panigale ha vinto qui solo nel 2006 con Capirossi e negli ultimi sei anni ha portato a casa solo un podio, con Lorenzo, 3° l’anno scorso. Per altro sempre lo stesso Loris Capirossi è stato l’unico pilota Ducati a partire in pole qui nel 2003 e 2006 (ultima partenza in prima fila a Jerez è del 2015 con Iannone 3° in griglia).

Rossi a Jerez per riscrivere i record

L’uomo dei record a Jerez è senza dubbio Valentino Rossi. 4 hat-trick (pole, vittoria, giro veloce), un record per questo circuito: l’ultimo è arrivato due anni fa. Son ben 7 le sue vittorie qui, altro record del circuito, davanti a Doohan (4). Valentino ha vinto di più solo ad Assen (8 volte) in top-class.
Anche in termini di podi siamo a livelli stratosferici, nessuno meglio dei suoi 12. In carriera ha fatto meglio solo a Phillip Island (15) e Barcellona (13). Se il fenomeno di Tavullia dovesse vincere (come nel 2016) interromperebbe il suo digiuno personale (e anche quello della Yamaha) che dura da Assen 2017. Per Rossi il successo di Assen nel 2017 è stato anche l’unico nelle ultime 31 gare disputate, una vittoria per il Dottore porterebbe l’intervallo tra il suo primo ed ultimo successo a più di vent’anni, considerando tutte le classi (prima vittoria mondiale è il GP di Brno 125cc del 18 agosto 1996).

Per Dovizioso Jerez è l’unico circuito del calendario attuale in cui non è mai salito sul podio in MotoGP. Qui non è andato oltre il 5° posto sotto la bandiera a scacchi (2012, 2014, 2017).
Statistiche decisamente più positive per Dani Pedrosa: 3 vittorie in Andalusia, l’ultima lo scorso anno quando dominò il weekend con pole, vittoria, giro veloce e tutta la gara in testa (Grand Chelem). Il pilota Honda sarà certamente in condizioni migliori rispetto ad Austin dove ha corso reduce dalla recentissima operazione alla mano destra a causa della caduta in Argentina (frattura interarticolare del radio distale).

Marc Marquez è sempre salito sul podio in MotoGP a Jerez (5 volte), ma ha vinto solo nel 2014, quando dominò con pole, vittoria, giro veloce e tutta la gara in testa (Grand Chelem). Con l’ennesima vittoria in Texas il pilota HRC è salito a 36 vittorie nella top-class: a 37 troverà Hailwood, che occupa il 6° posto di tutti i tempi.

Jorge Lorenzo è atteso al riscatto a Jerez dopo un’apertura di stagione molto deludente. Lo scorso anno salì sul podio con la Ducati, la sua prima volta con la Rossa. In terra Andalusa il 5 volte campione del mondo è sempre andato forte, con 3 vittorie in MotoGP (l’ultima nel 2016) ma anche 8 podi, terzo valore per Jerez dietro ai 12 di Rossi ed ai 10 di Pedrosa. Oggi il pilota spagnolo sta vivendo il suo digiuno più lungo di vittorie: 21 gare consecutive. La sua ultima vittoria (e pole) fu a Valencia 2016, la sua ultima gara in Yamaha. Le sue 23 vittorie nella top-class conducendo dall’inizio alla fine, un record assoluto (dal 1991), oggi sembrano lontane, ma Lorenzo non sembra aver intenzione di mollare, ancora fortemente motivato per riuscire a dimostrare di poter andar forte e vincere anche con la Ducati.