"Yamaha, errore grave sprecare Rossi", l'editoriale di Guido Meda

MotoGp

Guido Meda

Valentino Rossi 8° ad Aragon e 3° nel Mondiale a -87 dal leader Marquez (Getty)

Valentino cerca di tenere incollati i pezzi mentre la Yamaha prende le botte, anche ad Aragon è stata sua la migliore moto del team al traguardo, ma ora è il momento di aiutarlo

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Marquez contro Rossi ad Aragon è il più lontano dei ricordi. Ci infiammiamo per Marquez contro Dovizioso, Marquez contro la Ducati, Marquez contro Lorenzo. Valentino continua a non pervenire ed è uno spreco, un vuoto, un nervoso tecnico che non si può spiegare. A Marquez riesce tutto; se poi è ad Aragon, gli riesce anche di meglio e di più. La gara spagnola di Dovizioso è un capolavoro di intelligenza, caparbietà, fantasia e tentativi disperati. Persino quella di Iannone con la Suzuki non scherza. Lorenzo vola fuori e con Marquez se la prende pure, più per l'atteggiamento che non per una causa oggettiva. Eppure qui non c'è nulla da fare. Qui si misurano tra loro le moto e piloti più forti del mondo. Le case più importanti e più ricche. Eppure Rossi non c’è. Soprattutto la Yamaha non c'è, con nessuno dei suoi. Soffre la pista, la temperatura, tutto. Quindi l'istinto, di ognuno, è quello di chiedersi se Valentino possa aver voglia di tirare avanti così, mentre all'orizzonte non si profilano i contorni del fine crisi e lui di tempo da spendere correndo non ne ha più molto.

Una risposta diretta non arriva; va trovata e letta nella passione con cui, anche ora che la sua moto sprofonda nelle difficoltà, affronta la quotidianità del box e della pista. Non ha l'atteggiamento di uno che molla, anzi, ha piuttosto quello di chi resta a tenere incollati i pezzi di una situazione precaria. Ha un piccolo ma significativo buco di lucidità in qualifica, ma poi in gara è mestamente ottavo sì, eppure la sua come al solito è la miglior Yamaha al traguardo. La motogp dell'anno successivo la Yamaha era abituata a presentarla a metà agosto; quest'anno non è accaduto e non si sa quando accadrà.

Marquez vola, la Honda vola, la Ducati vola e rimpiange i punti buttati ad inizio stagione, mentre la Yamaha prende le botte, paga ritardi organizzativi e ideativi; forse paga anni di dominio in cui i piloti che facevano la differenza - come Rossi e Lorenzo o Rossi e Vinales - mascheravano la necessità urgentissima e reale di innovare. Le corse non hanno nè cuore nè ammirazione. Nessuno si ferma ad aspettarti. Nessuno si impietosisce. Nemmeno se sei la Yamaha, nemmeno se hai con te Valentino Rossi. Arriva un momento in cui non basta più. Lui ha già aiutato. Ora è il momento di aiutare lui.