MotoGP, GP Qatar. Guido Meda: tutti i vantaggi del reclamo contro la Ducati

MotoGp

Guido Meda

La mossa delle quattro case che hanno attaccato la Ducati sull’appendice aerodinamica posteriore ha pochissimi precedenti. Nella MotoGP, diversamente dalla Formula 1, il timore di destabilizzare prevale sulla cultura di protestare. Comunque vada per i reclamanti ci saranno dei vantaggi

CASO DUCATI, L'UDIENZA LIVE

DALL'IGNA ALL'ATTACCO PER LA DIFESA DELLA MOTOGP

LE CLASSIFICHE - IL CALENDARIO

Contestazioni, sospetti e mugugni su presunte violazioni tecniche degli avversari sono all’ordine del giorno nel paddock, ma solo nel paddock. Nessuno mai ha agito nei confronti di nessuno attraverso lo strumento legittimo delle carte bollate; magari per timore, magari per un minimo di ruspante dilettantismo, che è certamente un pregio, ma anche un difetto delle corse in moto. In questo scenario i costruttori si sono sempre sentiti liberi di spaziare nei regolamenti badando a non violarli, ma andando - in alcuni casi - a stuzzicarne i confini. L’arrivo di Massimo Rivola in Aprilia, con la sua grande esperienza in Formula 1 e l’abilità a maneggiare i cavilli regolamentari come pochi altri nel mondo, ha rappresentato per gli altri costruttori uno strumento inedito ed efficacissimo per attaccare con competenza l’infinita creatività Ducati che su molti aspetti, soprattutto l’aerodinamica, ha sempre obbligato gli altri ad inseguire ed i costi a salire. Comunque vada le quattro case reclamanti avranno un vantaggio dal caso nato nella notte del Qatar. Per due motivi:

Le ipotesi possibili

Comunque vada le quattro case reclamanti avranno un vantaggio dal caso nato nella notte del Qatar. Per due motivi:

A) Nell’ipotesi in cui la Corte d’Appello di Ginevra dovesse dare ragione alla Ducati, stabilendo che quelle tre alette inscatolate nel cucchiaio posteriore non generano carico aerodinamico, tutte le altre case saranno automaticamente autorizzate a sperimentarle sulle proprio moto sperando (o sapendo) di generare carico aerodinamico. Ne sono convinti. Diversamente non sarebbero stati così caparbi nel proseguire la loro vertenza passando per tutti i gradi di giudizio a disposizione. Come del resto è convinta la Ducati della propria innocenza. Va sottolineato che - come riportato da Gpone - Massimo Rivola aveva avvertito al telefono con una settimana di anticipo Gigi Dall’Igna del fatto che, in caso di utilizzo dell’appendice in gara, i costruttori avrebbero sporto reclamo. Ducati insomma sapeva di esporsi ad un rischio che evidentemente ha scelto di correre, forte della consapevolezza di aver fatto tutto secondo le regole, forte dell’autorizzazione concessa dalla FIM e fidandosi del fatto che la FIM non possa smentire sé stessa.

B) Nel caso in cui la Ducati dovesse risultare nel torto perché le analisi documentali e le prove pratiche dovessero evidenziare un effetto di deportanza aerodinamica, Dovizioso potrebbe perdere i suoi 25 punti della vittoria e alla Ducati sarebbe inibito proseguire nell’utilizzo dell’appendice. Ne deriverebbe un rafforzamento dei costruttori reclamanti e un indebolimento della Ducati nella sua maniera estrema ma efficace di interpretare i regolamenti.

Un vantaggio in ogni caso

Verificare l’effetto del cucchiaio non dovrebbe essere difficile disponendo dei progetti forniti da Ducati, delle analisi e di un’eventuale test in galleria del vento per non avere proprio dubbi. Aprilia, sempre secondo Rivola, è in possesso di una serie di dimostrazioni e di calcoli documentali esaustivi sull’utilizzo di un dispositivo del genere, il che fa pensare che potrebbero averne progettato uno uguale e che magari era stato bocciato in precedenza dalla stessa Direzione Tecnica della FIM che ha validato quello di Ducati. Ora non si tratta - come fanno in molti - di lamentarsi del fatto che "la MotoGP sta diventando come la Formula 1" o che "la Ducati è grande e gli altri sono dei rosiconi". E’ più semplice: le regole ci sono, vanno rispettate, chiunque ha il diritto di reclamare se ritiene di doverlo fare, esattamente come chiunque ha il diritto di difendersi e di dimostrare di essere nel giusto. Anche questo fa parte dello sport, anche questo fa parte del motociclismo che, diversamente da altri sport, per la prima volta conosce l’utilizzo approfondito di uno strumento come il reclamo da sempre rimasto in un angolo a prendere polvere.