Situato in Spagna e con il senso di percorrenza antiorario: il circuito del 14esimo GP del Motomondiale è una manna per Marc Marquez, dominatore dell'albo d'oro in top-class
Marquez ha un obiettivo interessante in vista ad Aragon: se vince, avrà conquistato esattamente la metà delle gare corse ad Aragon dall'introduzione del circuito nel motomondiale, nel 2010, cinque su dieci. Il pilota di Cervera già detiene il record di successi a quota quattro (i suoi avversari migliori, Stoner e Lorenzo, si fermano a due) e l'anno scorso è diventato il primo pilota con tre vittorie consecutive qui. Aragon è uno dei suoi tracciati migliori: ha vinto di più in top-class solo al Sachsenring (7 volte) e ad Austin (6). La caratteristica comune di questi circuiti? Girano tutti in senso antiorario.
Dominio Honda
La suddetta forma di Marquez contribuisce pesantemente al bottino della Honda, che qui ha vinto due gare su tre (6 su 9): ai successi di Marc si aggiungono quelli di Stoner nel 2010 e di Pedrosa nel 2012. Ai team rivali resta poco: la Yamaha ha vinto due volte con Lorenzo nel 2014 e 2015 e la Ducati ha fatto sua l'edizione inaugurale con Casey Stoner, unico pilota a vincere qui con due marche diverse (Honda e Ducati).
Circuito ostico per i nostri colori
Il dominio di Marquez, e degli spagnoli in generale, vincitori delle ultime sette edizioni della gara di Aragon, fanno del tracciato spagnolo una delle bestie nere per i piloti italiani. Fino all'anno scorso il nostro miglior risultato in qualifica ed in gara qui era stato un terzo posto: Dovizioso ha migliorato leggermente la situazione, qualificandosi e terminando la gara in seconda posizione, ma Aragon resta uno dei tre circuiti in cui un italiano non ha mai vinto in top-class con Austin, altro "regno" di Marquez, e Buriram, dove si è corso solamente l'anno scorso, e dove ha vinto, manco farlo apposta, sempre Marquez.
Yamaha: record a rischio
Yamaha e Honda sono i team con più piazzamenti sul podio ad Aragon, dieci ciascuno, ma se fino a due anni fa il dominio di Yamaha era indiscusso (10 a 7 su Honda), la Honda l'anno scorso ha pareggiato i conti e la Yamaha, invece, ha registrato il suo secondo anno consecutivo senza podi sul tracciato spagnolo. Fu un weekend drammatico ed emblematico per Yamaha: i festeggiamenti per l’anniversario della loro prima vittoria in top-class (Chas Mortimer, Montjuich, 23 settembre 1972) furono oscurati da una gara in cui la prima Yamaha, quella di Rossi, fu solamente 8^. Valentino, nel dopogara, invocò una "rivoluzione" a livello tecnico, al pari di quella che nel 2004 fu intrapresa quando lui entrò nel team, per cercare di riequilibrare il bilancio tecnico con i rivali.