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Garrett Gerloff, chi è il pilota pronto a sostituire Valentino Rossi in MotoGP a Valencia

MotoGp

Edoardo Vercellesi

Focus su Garrett Gerloff, possibile sostituto di Valentino Rossi a Valencia: dalla Superbike alla MotoGP per coronare un 2020 stellare

FOTO, VALENTINO AL BOX YAMAHA

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In attesa di verificare la positività al Covid-19 di Valentino Rossi con l’ultimo tampone, Yamaha ha designato il suo eventuale sostituto per Valencia: si tratta di Garrett Gerloff, reduce da un’ottima stagione di debutto nel mondiale Superbike in sella alla R1 dello junior team GRT.

 

Texano classe 1995, ragazzo vivace, onesto ed entusiasta, Gerloff ha alle spalle una lunghissima storia con il marchio dei tre diapason iniziata ancor prima del suo esordio nella classe Supersport del MotoAmerica (il campionato nazionale statunitense) avvenuto nel 2015. Dopo due titoli ottenuti nel 2016 e nel 2017 sulla R6 del team Graves, eccolo salire di categoria passando alla Superbike nella formazione ufficiale Yamaha, chiudendo quinto nel 2018 e terzo nel 2019. Dopo un naturale periodo di assestamento al mondiale reso ancora più arduo dal lockdown, Gerloff ha stupito tutti con una seconda parte di stagione mirabolante, condita da tre podi e tante prestazioni da top rider. 

 

Nonostante fosse il candidato naturale alla sella lasciata libera da Michael Van Der Mark, Yamaha ha preferito non spostarlo nel team factory per il 2021, scegliendo al suo posto il campione del mondo Supersport Andrea Locatelli. Una decisione mirata a preservare la crescita del texano, che ha dovuto lasciare gli States trasferendosi in Spagna, nei dintorni di Barcellona e con il team GRT ha trovato un ambiente familiare, adatto a esprimersi al meglio lontano da eccessive pressioni; il prossimo anno, peraltro, GRT avrà a disposizione due R1 sostanzialmente ufficiali in configurazione 2021.

 

La mancata promozione non deve quindi ingannare: Yamaha punta molto su Gerloff, forse più di quanto si aspettasse di poter fare prima di questo 2020. La scelta di portarlo in MotoGP sulla M1 ufficiale ne è prova evidente.