Cosa è la sindrome compartimentale e perché colpisce i piloti di MotoGP

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Antonio Boselli

Antonio Boselli

Gli ultimi due a soffrirne e ad essere operati sono stati Jack Miller e Iker Lecuona. Ma in passato stessa sorte è toccata ai vari Pedrosa, Crutchlow, Quartararo, Iannone. Ecco cosa è la sindrome compartimentale e perché colpisce così tanti motociclisti

Obiettivo Portimao: Jack Miller non ha perso tempo e appena rientrato in Europa dal Qatar si è recato a Barcellona per farsi operare al braccio destro a causa della sindrome compartimentale. Il pilota della Ducati ne ha sofferto in gara 2 in Qatar e così he preferito affrontare subito il problema. Tanti piloti soffrono e hanno sofferto di questa patologia dovuta a un aumento eccessivo del volume muscolare che comprime il tessuto vascolo-nervoso provocando dolore e alterando la sensibilità.

Come viene e come si cura?

Le ragioni per l’aumento eccessivo del volume muscolare sono tante, una posizione ergonomica sbagliata sulla moto, il vento che come in Qatar obbliga i piloti a usare tanta forza per tenere ferma la moto, il freddo, un assetto sbagliato. Insomma, le cause sono tante le soluzioni sono due: la terapia conservativa con fisioterapia oppure un’operazione chirurgica in cui la fascia muscolare viene incisa così da inibirne la compressione. Normalmente, per questa operazione, di cui hanno sofferto cronicamente tanti piloti come Cruchtlow e lo stesso Iker Lecuona appena operato, impone uno stop di due, tre settimane ma non sarà così per Miller che avrà dieci giorni per tornare in pista a Portimao. Non sarà al 100%, ma la speranza è che sia in condizioni migliori rispetto al Qatar.

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