MotoGP, GP Austria 2: Binder, il pilota d’azzardo. Le pagelle di Paolo Beltramo
MotoGp ©GettyUn Gran Premio memorabile allo Spielberg. Vince il pilota sudafricano che ha fatto una sorta di miracolo sportivo. E gli altri? Bagnaia conquista il 2° posto del mondiale e il ruolo di prima punta Ducati. Luca Marini 5°, ottiene il suo miglior piazzamento in MotoGP. Senza dimenticare Valentino, 8°, che è tornato a divertirsi
Per rendere un Gran Premio già fantastico e incertissimo ancora più emozionante e indimenticabile ci voleva un po’ d’impegno, neanche tanto in fondo, di quel signore che spesso rimescola le carte in tavola. È un signore Brutto e si chiama Tempo. Basta che si stiracchi un pochino per rendere le cose difficilissime ai piloti mentre stanno correndo, soprattutto se si tratta della MotoGP che prevede il cambio moto e non lo stop con ripartenza o gara finita con qualche giro in meno. Così allo Spielberg a 4 giri dalla fine, mentre Martin, Marquez, Bagnaia, Mir e Quartararo si stavano preparando a scannarsi, ecco che comincia a piovere. Così si fermano a cambiare moto tutti i primi guidati da Marquez tranne Binder che seguiva là vicino. Ed è finita che ha vinto quel pazzo sudafricano che nulla o quasi aveva da perdere, ma ha fatto una sorta di miracolo sportivo mescolando coraggio, follia, talento, intuito e un po’ di fortuna.
Jackpot
Brad Binder, il pilota d’azzardo. L’ha detto lui, dopo, che quell’ultimo giro sotto il diluvio con le slick, i freni che non frenavano, il controllo di trazione che rendeva difficile avanzare, ma contribuiva a tenerlo in piedi, gli altri che recuperavano: "L’ultimo giro non ho corso, sono sopravvissuto". E ha reso questo Gran Premio d’Austria una gara che entra nella storia, unica, irripetibile, divertente, crudele e insieme dolce. Bene, ora BB deve trovare il modo di compiere miracoli più semplici, di essere meno estremo, ma più costante, di portare a casa anche magari un piazzamento, ma più spesso. Stavolta, però, 10 e lode.
Perché proprio in quel momento?
L’hanno detto tutti quelli che avevano lottato sull’asciutto per potersi giocare la vittoria all’ultima curva come Bagnaia, Marquez, Martin, Mir, Quartararo tutti degni di vincere, tutti fantastici, tutti da 110 e lode. Ognuno con una moto diversa con prevalenza Ducati di Bagnaia e Martin fantastici, lucidi, maturi, pronti, ma anche col ritorno ai vertici di Marquez-Honda e Mir-Suzuki, la conferma di Quartararo-Yamaha che poi ha scelto la strategia della prudenza finendo settimo. Insomma anche se non avessero dovuto fermarsi per cambiare moto ci saremmo accontentati di quello che stavano facendo, una gara fantastica, che stava salendo, salendo come un pieno d’orchestra verso un finale da sinfonia e invece è diventata un pianissimo che alla fine è stato forse anche meglio perché inatteso. In particolare complimenti al nostro Pecco perché è secondo nel mondiale e si sta conquistando il ruolo di prima punta Ducati. Male invece Zarco che è caduto e Miller che si è fermato un giro prima di tutti scelta che non ha pagato. Entrambi devono migliorare la loro costanza, altrimenti di giocarsi un mondiale se lo sognano ed è un peccato perché il loro livello di guida è top.
Perché non un giro in meno?
L’hanno detto o pensato tutti quelli che, come Binder, non sono rientrati a cambiare moto, ma hanno tirato alla fine con le gomme slick da asciutto. Già perché al penultimo giro la classifica vedeva BB in testa, Luca Marini 2°, Valentino Rossi 3° e via via con una sorpresa dietro l’altra. Vale col suo solito spirito ha detto che quando ha letto P3 sulla lavagna di segnalazione quasi si spaventa anche perché sarebbe stato il suo 200° podio in 500/MotoGP, perché in totale ne ha 235 (21 in 250 e 15 in 125)-. Era contento comunque, Vale perché l’ottavo posto non è male, perché il pubblico gli ha tributato un’ovazione da brividi, perché si è divertito, perché suo fratello Luca Marini ha chiuso 5°, secondo dei pazzi con le slick e suo miglior piazzamento in MotoGP, perché presa la decisione della vita è tornato a divertirsi. 9 Luca, 8 Vale.
Futuro nebuloso - Yamaha
Il presente è fulgido con quel Quartararo lì che comanda la classifica e si dimostra maturo e saggio. Bene anche il futuro del team ufficiale se prenderanno Morbidelli al posto del già salutato Vinales, ma difficoltà nel team Petronas che sembra sul punto di perdere lo sponsor e non trova piloti al livello di Rossi e Morbidelli (quest’anno sfortunatissimo). Insomma potrebbe esserci un 2022 con 2 sole Yamaha in pista? O con 2 piloti eccellenti e altri 2 non a livello? Vedremo, ma la crisi di talenti c’è e benissimo ha fatto Aprilia ad affiancare Vinales ad Espargaro per l’anno prossimo. Un top rider che deve trovare il modo di esprimersi con continuità e che forse nell’ambiente italico del Team di Noale l’ha trovato. Comunque era un’occasione da non perdere.
Riaperto
Ammesso che fosse chiuso, il mondiale di Moto2 con la vittoria di Raul Fernandez 9 e il contemporaneo settimo posto di Gardner. Ora tra i due ci sono soltanto 19 punti il che rende il duello interno tra i due compagni di oggi e di domani (andranno in Tech3 con KTM in MotoGP) molto interessante. 10.
Rivincita anche qui
Pure in Moto3 il secondo, quello che le prendeva quasi sempre si è preso la rivincita e difatti Sergio Garcia ha vinto una gara in volata (tipico per la categoria) sul turco Deniz Oncu, su un arrabbiatissimo Foggia che è stato diviso dal padre che lo accompagna da sempre e ha deciso di lasciare team e categoria nel 2022, poi un ottimo Acosta che stavolta non trovato il modo di battere tutti nella bagarre finale e quindi un buon Fenati.
Ci si vede tra due domeniche, a fine mese da Silverstone in uno dei templi mondiali dedicati al dio della velocità e dei motori tutti (aerei, auto e moto) per un GP che si annuncia da non perdere.