A Valencia sarà anche l'ultima gara in MotoGP per il pilota della KTM, pronto per la nuova avventura nella Dakar. Il ternano si è raccontato a 360 gradi nel corso di "Talent Time", ricordando gli inizi e il trionfo al Mugello al 2019. "Fu la vittoria dell'uomo qualunque, del riscatto - le parole di Petrucci - verso tutti quelli che pensavano non fossi credibile. Fu una liberazione e una gioia indescrivibile"
L'ULTIMA GARA DI ROSSI LIVE - IL RITIRO DI VALENTINO: LO SPECIALE
Le lacrime di Danilo Petrucci dopo la vittoria al Mugello nel 2019 con la Ducati rimarranno per sempre nel cuore degli appassionati. A Valencia sarà l'ultima gara in MotoGP per il pilota della KTM, pronto per la nuova avventura nella Dakar, e il ternano si è raccontato a 360 gradi nel corso di Talent Time. "Sono stato campione italiano a 9 anni e anche campione regionale minicross - ricorda - sono partito da lontano, ma il mio sogno era sempre quello di arrivare in MotoGP. Ma non avevamo molte piste nella mia zona, a Terni, e con mio papà ci siamo dovuti arrangiare. A 11 anni ho quasi rischiato di perdere un braccio e quella esperienza mi ha fatto crescere moltissimo". Dopo una lunga trafila l'arrivo in top-class nel 2012: "È stato bello perché per diversi anni combattevo per non essere l'ultimo, ma sono sempre rimasto me stesso, anche troppo, avevo dei capelli impresentabili...".
Il primo podio in MotoGP: "Non ci credevo..."
Nel 2015 il passaggio alla Ducati Pramac, la svolta della sua carriera. "La telefonata del team manager Francesco Guidotti mi ha cambiato la vita e lo ringrazierò sempre per l'opportunità che mi ha concesso". A Silverstone il primo podio, alle spalle di Valentino Rossi e davanti ad Andrea Dovizioso, che in futuro sarà il suo compagno di squadra con la Rossa ufficiale. "Quel giorno la pista era un aquitrino, partivo dalle retrovie ma cominciai e recuperare e a un certo punto vidi la sagoma di Valentino... Mi sono detto di non strafare e ricordo ancora la risata che mi feci all'ultima curva in Inghilterra, non ci credevo...".
"Siamo tutti petrucciani"
Il 2 giugno del 2019 il trionfo al Mugello. "La vittoria dell'uomo qualunque, del riscatto - le parole di Petrucci - verso tutti quelli che pensavano non fossi credibile. Fu una liberazione e una gioia unica". Nel 2020 il bis a Le Mans, dove qualche anno prima aveva corso con Mattia Pasini, in collegamento da studio. "La prima stagione di Motomondiale l'abbiamo fatta nei bassifondi con Mattia, eravamo underground - scherza Danilo - avevamo fatto una bagarre pazzesca, poi alla fine mi sono steso... Però mi sono rifatto in Francia".
Dalla MotoGP alla Dakar
Dal 2022 un nuovo capitolo nella vita a due ruote, dalla pista alla sabbia, quella speciale della Dakar. La Ktm ha ufficializzato la presenza del 31enne alla massacrante corsa che scatterà il prossimo 1 gennaio e andrà in scena per il terzo anno consecutivo in Medio Oriente. Nelle scorse settimane Petrucci ha effettuato dei test a bordo della sua KTM 450 RALLY sulle dune del deserto di Dubai. È un altro mondo, ogni mattina sveglia non più tardi delle 6. Mi sono già perso una volta... ma credo che sarò l'unico pilota a passare nel giro di un mese dalla MotoGp alla Dakar ed è quindi con grande orgoglio che ci vado. Sarà una grande avventura".