Marc Marquez, il profilo in vista della MotoGP 2022: se sta bene, è lui l'uomo da battere

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Paolo Beltramo

Paolo Beltramo

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La sensazione è che il ciclo di sfortune che si è abbattuto su Marquez negli ultimi due anni sia finalmente chiuso. È bello rivederlo di nuovo in pista. Se Marc guida come sa fare diventa un inno alla moto, alla velocità, allo sport, al talento. Credo che, se guarito e allenato, sarà lui l’uomo da battere

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Che combinazioni propone a volte il destino. Marc Marquez torna in pista dopo i problemi di diplopia, cioè di visione doppia, quasi 10 anni dopo il primo brutto incidente che gli causò lo stesso problema in modo più grave. Era venerdì 21 ottobre 2011 in Moto2, proprio a Sepang. Adesso il fenomeno spagnolo è tornato a guidare una MotoGP nei test di Sepang dopo la vittoria di Misano lo scorso e dopo l’incidente in allenamento. La sensazione è quella di un ciclo di sfortune che si chiude, ma Sepang nel 2011 ricorda anche e sempre l’incidente di Marco Simoncelli. Insomma non scherziamo e continuiamo a correre e a lottare per vincere e per poter guidare quell’oggetto meraviglioso, stordente e a volte crudele e cattivo che è la MotoGP.

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Marquez e gli agguati del destino

Marc Marquez, insomma, è sceso di nuovo in pista in Malesia dove nel 2015 ha rotto il rapporto con Valentino Rossi, proprio nella prima volta senza il 46 in pista. MM93 che dopo due anni davvero difficili torna a poter provare fin dai test precampionato e che quindi si candida di nuovo automaticamente come uno dei possibili vincitori del titolo. Dipenderà da lui, dagli altri che oramai non lo temono più come prima, dalla Honda, da un errore o da un agguato del destino, come sempre.

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La fame antica di vittorie

Comunque è bello vedere di nuovo in sella Marc Marquez, a prescindere che vi sia antipatico o simpatico, quando guida come sa fare diventa un inno alla moto, alla velocità, allo sport, al talento. Otto titoli mondiali sono tanti, ma due anni di digiuno e gravi problemi fisici avranno ridato stimoli e fame antica al ventottenne spagnolo. Credo che, se guarito e allenato, sarà lui l’uomo da battere.

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