Mandalika è un circuito con ampi curvoni, dove la velocità di punta può pesare meno. Questo rappresenta un'occasione per la Yamaha, desiderosa di rifarsi dopo i risultati deludenti a Losail. Pol Espargaró possibile sorpresa, nei test pre stagionali era stato il migliore sul circuito indonesiano. Anche le Aprilia vanno tenute d’occhio. Le Ducati invece dovranno sudare un po’ di più rispetto al Qatar. Attenzione agli orari delle gare: domenica Moto3 alle 5, Moto2 alle 6:20, MotoGP alle 8
Le incognite sono molte sui circuiti nuovi. Mandalika non farà eccezione, anche se i protagonisti della MotoGP hanno fatto conoscenza con il tracciato indonesiano un mese fa, nei test pre campionato. Tre giorni di prove dicono tutto e nulla, perché il materiale da provare è tanto, la ruggine da togliere dopo mesi di inattività è parecchia, non tutti spingono al massimo, gomme e condizioni dell’asfalto possono cambiare nel weekend di gara (a febbraio la pista era piuttosto sporca per via dei lavori, adesso è stata riasfaltata dalla curva 15 alla 6). Ma alcune indicazioni tornano utili, ad ogni modo.
La velocità di punta pesa meno
Quello indonesiano è un circuito scorrevole, con ampi curvoni, dove la velocità di punta può pesare meno per, esempio, rispetto al Qatar. E infatti Quartararo aveva spuntato il secondo miglior tempo combinato di tutti i test, al terzo giorno. Anche Morbidelli (quinto tempo per lui) era andato meglio di quanto visto a Doha in gara, dove i problemi di grip al posteriore e pressione eccessiva della gomma anteriore hanno condizionato il risultato finale di entrambi. Potrebbe essere un’occasione buona per i due ufficiali Yamaha, come per Dovizioso i cui risultati nei test (diciannovesimo in quel caso) vanno giudicati con cautela, perché per prassi il forlivese non insegue mai il tempo a tutti costi.
Attenzione ai fratelli Espargaró
Ma la vera sorpresa potrebbero farla le Honda, quella di Pol Espargaró in particolare. Lo spagnolo a Mandalika ha furoreggiato due giorni su tre e ha staccato il miglior crono assoluto. Pure le Aprilia vanno tenute d’occhio: Aleix Espargaró era stato l’unico insieme al fratello Pol a scender sotto il muro dell’1:33 il primo giorno, e aveva chiuso col quarto tempo la tre giorni indonesiana, dove le Ducati si erano difese con Luca Marini. Il suo terzo tempo è stata la nota migliore per le moto bolognesi, perché sia Bagnaia (sesto) e soprattutto Miller (diciottesimo) erano finiti più indietro. E nemmeno Bastianini aveva brillato granché (tredicesimo). Le Ducati, insomma, forse dovranno sudare un po’ di più rispetto alla prima gara, o forse no perché nel frattempo avranno preso le loro contromisure. Un dato resta da sottolineare alla fine: i primi dieci classificati erano racchiusi in quattro decimi e i primi ventuno in meno di un secondo. Il risultato di domenica a Mandalika potrebbe essere più aperto di quanto s’immagini.