MotoGP, GP Indonesia. Marquez in cerca di Marquez, la magia sembra svanita

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Paolo Lorenzi

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Quando Marquez cade per la prima volta nel Q1 di Mandalika, si rialza come un gatto, corre via, mentre la sua moto finisce di rotolare nella ghiaia. Tutto come prima, pensi, è ancora lui. E invece scivola di nuovo nella stessa curva, una caduta fotocopia: non è ancora lo stesso, forse nel fisico, ma non nell’animo. E anche la moto è una parente lontana della sua fidata Hond

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Appeso a un filo, la moto di traverso, l’avantreno che fluttua sull’asfalto, e lui a grattare i cordoli con il ginocchio. Pensi sia il Marquez di sempre e per certi versi lo è, ma qualcosa è cambiato nel frattempo. Resta l’indole, la grinta indomabile, come la moto che sta guidando oggi. Una Honda che non riconosce, parente lontana della fidata quattro cilindri che assecondava le sue bizze, la sua guida acrobatica. Due entità separate (o separate in casa). La magia sembra svanita quando si butta gomito a terra a inseguire traiettorie che solo lui riesce a vedere. Cade una volta, Marc, si rialza come un gatto e corre via, mentre la sua moto finisce di rotolare nella ghiaia. Tutto come prima, pensi, è ancora lui. La reattività, lo scatto da centometrista con il casco calato e gli stivali pesanti. Lo abbiamo già visto. Risale in sella, ci riprova, aggredisce la pista, manca poco alla bandiera a scacchi. Questa volta ce la fa, ce la deve fare. E’ Marquez, sempre lui. Si vede che è in forma. Ma poi cade, Marc, fotocopia di prima, l’anteriore che tradisce, ancora una volta, lui che rotola, stavolta malamente. Braccia al cielo, parole di rabbia frenate dalla visiera. L’amarezza che spegne l’adrenalina. No, non è ancora lo stesso. Non dentro, non nell’animo. Forse nel fisico, forse. Ma quella Honda che sembra uguale a quella di prima? Qualcosa non va, l’alchimia è svanita.

Una caduta di Marc Marquez - ©Getty