MotoGP, Yamaha e Suzuki: gap di potenza incolmabile?

Il confronto

Paolo Lorenzi

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Yamaha e Suzuki (con motori quattro in linea) soffrono la maggior velocità delle moto avversarie (con motori quattro cilindri a V): il dato fondamentale è una potenza inferiore. La domanda che viene da porsi è: siamo arrivati al massimo dello sviluppo motoristico? Yamaha e Suzuki sono destinate a soffrire il gap di potenza all'infinito? Facciamo il punto in attesa delle prime uscite in pista ad Austin, la gara domenica alle 20 live su Sky

GP AUSTIN, LE PROVE LIBERE LIVE

Si lamenta Quartararo e neppure Rins è contento. Yamaha e Suzuki, con qualche differenza a favore della seconda, patiscono la maggiore velocità delle moto avversarie. Il francese lo va ripetendo dall'anno scorso e ultimamente l'ha rimarcato in più occasioni dopo la deludente partenza del campionato; lo spagnolo l'ha ribadito anche dopo il podio in Argentina ("Abbiamo fatto un passo avanti ma non basta" la sintesi delle sue dichiarazioni). Yamaha e Suzuki hanno in comune un aspetto fondamentale: entrambe montano motori quattro in linea, mentre la concorrenza si è affidata ai quattro cilindri a V. Senza entrare in complessi dettagli tecnici, la differenza si può riassumere in un dato sostanziale: una potenza inferiore dei primi rispetto ai secondi. La questione è ben nota ai motoristi e il dibattito tra le diverse scuole tecniche della MotoGP va avanti da anni.

I dettagli tecnici

I motori a V favoriscono la ricerca della potenza, quelli in linea offrono altri vantaggi in fase di progettazione (maneggevolezza e scorrevolezza della moto soprattutto). Forse è riduttivo, i cultori della tecnica sopraffina magari storceranno il naso, ma i dati lo dimostrano. In velocità di punta, sui circuiti con lunghi rettilinei, Ducati, Honda, KTM e adesso anche Aprilia che ha guadagnato cavalli rispetto al 2021, sono sempre davanti a Yamaha e Suzuki. Altro dato: nelle ultime 21 gare, 15 volte hanno vinto in motori a V, 6 volte i quattro in linea che oltretutto rappresentano una percentuale inferiore sullo schieramento. La domanda che viene da porsi è questa: siamo arrivati al massimo dello sviluppo motoristico? Yamaha e Suzuki sono destinate a soffrire il gap di potenza all'infinito? Qualche anno fa gli esperti delle materia s'interrogavano sull'equilibrio tecnico della MotoGPp, concordando sul fatto che non si era ancora raggiunto l'apice a livello di prestazioni. Ma l'escalation delle potenze nel frattempo non si è fermato e forse adesso il divario è troppo ampio. I quattro in linea che non possono raggiungere i regimi di rotazione della concorrenza sono dunque destinati a soffrire ancora di questo handicap tecnico? Salvo poi supplire nelle piste più guidate con le qualità delle ciclistiche e l’abilità dei loro piloti. Altrimenti non si spiegherebbe come hanno fatto a vincere gli ultimi due campionati del mondo. Ma le lamentele di Quartararo e compagni non si placheranno facilmente. La questione è interessante, così come lo sarebbe sapere quali rimedi hanno in mente gli ingegneri chiamati a rispondere alle richieste dei loro piloti.

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