La bestia e il Bestia: che domenica italiana

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Guido Meda

Guido Meda

Abbiamo assistito a una domenica di motori con una forte impronta italiana, che ci riempie di orgoglio. Ci siamo svegliati con il trionfo della Ferrari a Melbourne, ribattezzata "la bestia" da Leclerc. Siamo andati a dormire con la vittoria della "Bestia", ovvero Bastianini in MotoGP in sella alla Ducati Gresini. A questo si aggiungono altri successi italiani, come quello di Arbolino in Moto2 o di Petrucci nella MotoAmerica. Per Sky è stato un enorme privilegio raccontarle HIGHLIGHTS F1 - HIGHLIGHTS MOTOGP - BASTIA

Si dorme e ci si sveglia meglio se c’è un motivo che determini della gioia. Se nel calcio la domenica vince la squadra che si tifa, ecco, c’è gente che ci campa di rendita fino al mercoledì, persino al giovedì. Ti svolta la settimana. La domenica dei motori, per gli appassionati italiani è andata esattamente in quella direzione. Svegliarsi con la vittoria della Ferrari di Leclerc e andare a dormire con la vittoria di Bastianini sulla sua Ducati del team Gresini, passando per le vittorie di Ducati con Bautista in Superbike ad Aragon, per la vittoria di Tony Arbolino in Moto2, per il podio di Migno e Foggia in Moto3 e la seconda vittoria consecutiva di Petrucci su Ducati nella Superbike americana, è stato un enorme privilegio. Anche per Sky Sport che le ha rccontte tutte.

 

Bisogna proprio vederla brutta per lamentarsi che non ci sia più Rossi. C’è stato, è stato bellissimo averlo! Bisognerebbe saper essere grati anche per quello che c’è stato prima. Poi ci sarà invece chi si lamenta perché Bagnaia non vince come ci si aspettava. Vero, ma si tratterebbe sempre di sostenerlo, di andare avanti, cogliendo il bello che c’è intorno. Che è molto. Veniamo da una  domenica italiana dei motori di quelle in cui gonfiare le piume.

 

Siamo creativi, tecnicamente capaci, veloci, industrialmente vincenti. Segnali insomma che indicano un futuro plausibile, anche per i più giovani. Le difficoltà fanno parte del gioco e forse anche un po’ della nostra cultura. Scomodando il paragone con entità oggettivamente privilegiate, possiamo dire che le sue difficoltà le sta attraversando proprio Bagnaia mentre cerca di capire la Ducati 2022 e che ne ha passate una marea la Ferrari negli anni scorsi, quando era congelata nell’impossibilità tecnica di dire quello che dice oggi. Però, è nostra l’Aprilia di Argentina, è nostra la Ferrari, è nostra la Ducati di Austin e di Aragon.

 

Poi vi diranno che la Ducati è tedesca; ok, l’azionista lo è (gruppo Audi/Volkswagen), ma a Bologna non c’è un’idea o una professionalità che non siano italiane fino al midollo. Il che fa tutta la differenza del mondo. Ferrari e Ducati sono vicine di casa, Aprilia è confinante, a un'ora di macchina. Sono aziende che fanno business ovviamente,  vendendo contenuti emozionanti più che prodotti meccanici. Una Ferrari, o una Ducati, ma anche un'Aprilia o una Lamborghini, se puoi (beato te) la compri perché te la sogni di notte e non perché ti serva. La Formula 1 pazzesca di quest’anno e questa bella MotoGP sono le vetrine di un mercato eccellente. Che non varrebbero poi granché se non ci fossero degli esseri umani dietro ai mezzi e sopra ai mezzi. In questo caso i simboli sono un monegasco che chiama la sua macchina "la Bestia" e un riminese che tutti chiamano "Bestia".