MotoGP, GP Aragon. Bagnaia contro Quartararo: due curve contrapposte

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Paolo Lorenzi

Paolo Lorenzi

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Il GP Aragon rischia di essere uno spartiacque per il Mondiale 2022. Bagnaia e Quartararo arrivano da due momenti opposti: se dovessimo raffigurare il loro stato di forma su un grafico, verrebbero fuori due curve contrapposte. Pecco ha vinto le ultime quattro gare, vive un momento magico con la sua Desmosedici e può contare sul supporto della squadra Ducati. Fabio invece non vince dal 19 giugno e come ha ammesso lui stesso "dopo Misano il morale nel box Yamaha era molto basso"

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Mancano sei gare alla fine del campionato e la tensione cresce. Trenta punti di differenza separano Bagnaia e Quartararo. Erano novantuno alla vigilia del Gran Premio d’Olanda e in quattro gare è cambiato tutto. Fabio non vince dalla Germania, Pecco ha centrate quattro vittorie di fila dalla corsa successiva. Che cosa si può chiedere di più? Facile rispondere: vincere ancora e puntare al titolo. Che cosa può fare Fabio per uscire dall’angolo in cui sembra bloccato? Facile rispondere anche in questo caso: tornare a vincere. Che cosa passa nella testa di questi due giovani campioni? Rispondere in questo caso è più complicato. Un turbine di sensazioni, timori e speranze, scandisce la vigilia di questo appuntamento e accompagnerà i due sfidanti fino a domenica mattina. Fabio non vuole comunque correre in difesa su una pista che non l’ha mai visto arrivare sul podio; non può permetterselo. Pecco spera di ripetere la prestazione dello scorso anno, quando sconfisse Marquez in un duello serrato, impresso ancora oggi nei nostri ricordi. Che cosa hanno infilato in valigia i due protagonisti? Pecco porta con sé la consapevolezza di un momento perfetto, quasi magico, uno stato di forma eccezionale e una fiducia consolidata dopo aver risalito la china a metà stagione (tre zeri in quattro gare, tra Mugello e Sachsenring, il momento più basso del campionato). Fabio una forza d’animo che gli fa onore, una costanza di rendimento invidiabile e un vantaggio di punti che non sarà comunque facile azzerare. Se raffigurassimo il loro campionato in un grafico, leggeremmo due curve contrapposte. In netta crescita quella del pilota Ducati, che ha vinto dieci volte nelle ultime venti gare, in deciso calo quella del pilota Yamaha, che nello stesso periodo ne ha vinte in tutto tre. Bagnaia può contare sulla Ducati, la moto di riferimento, e magari sul gioco di squadra con otto Desmosedici in pista. La M1 di Quartararo è meno veloce e lui si batte da solo contro tutte le Rosse. La bilancia in questo momento pende dalla parte del piemontese, che deve però sfuggire dalla trappola dell’euforia ("Non voglio pensare al campionato" risponde a chi glielo chiede, per scacciare la tensione). La strada è ancora lunga, ogni sbaglio anche minimo, si amplifica quando in gioco c’è un titolo. Fabio è il campione in carica, un talento fenomenale, ma deve tornare sul podio per ritrovare fiducia ("Dopo Misano il morale della mia squadra era molto basso", ha confessato). Situazione delicate, per entrambi, a ben vedere, ma in fondo è quella che ogni pilota vorrebbe vivere.