MotoGP, Bezzecchi e Simoncelli: l'insostenibile leggerezza del paragone

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Paolo Lorenzi

Paolo Lorenzi

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Dopo aver conquistando la sua prima pole in MotoGP a Buriram, Bezzecchi si è lasciato andare a un’espressione in romagnolo ("diobò") che ha riportato alla mente Simoncelli, campione scomparso nel 2011. Le somiglianze non si fermano al dialetto: i due piloti hanno lo stesso nome (Marco), gli stessi ricci, usano entrambi il cerotto sul naso, sono accomunati da un grande amicizia con Valentino Rossi. Ma soprattutto hanno lo stesso talento istintivo, un’indole sincera e una guida generosa

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Alzi la mano chi non ha pensato per un attimo (forse anche di più) a Marco Simoncelli, guardando Marco Bezzecchi in tv, dopo l’incedibile pole position in Thailandia. Niente male per un rookie di 23 anni, dai modi così spontanei, la cadenza romagnola che ha già conquistato i tifosi, quei riccioli ribelli che sfuggono dal berrettino e il cerottino sul naso che ricorda tanto quell’altro Marco. E quel "diobò" buttato lì, lo stesso intercalare del Sic, che risuona ancora nelle orecchie a 11 anni dalla sua scomparsa. Che vuoto ha lascito Simoncelli, impossibile colmarlo. Forse è per questo motivo che la simpatia con cui si guarda Bezzecchi oggi - il Bez come il Sic, tre lettere per riconoscerli -, è spinta dal desiderio di riportare in vita il ricordo dell’altro Marco.

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Dai ricci a Rossi, quanti punti in comune

Il Bez e il Sic hanno in comune anche l’amicizia con Valentino Rossi, l’indole sincera, il talento istintivo e la guida generosa che ha già toccato il cuore degli appassionati. Ma poi bisogna fermarsi lì. Per il rispetto di Simoncelli e per salvaguardare Bezzecchi, a cui non va gettato sulle spalle il peso di una somiglianza che per ora resta confinata agli aspetti esteriori, per quanto spontanei e sovrapponibili. Sono storie diverse, vite ed esperienze,  anche agonistiche, diverse, che forse troveranno un punto d’approdo comune quando Il Marco di oggi diventerà un campione come il Marco di allora. Ma sarebbe bello averne due, simili e diversi allo stesso tempo, genuini e belli, oggi come allora, soprattutto vincenti.

Marco Bezzecchi e Marco Simoncelli: stessi ricci, stesso cerotto sul naso

Il confronto in MotoGP

Due campioni con la propria identità. Bezzecchi è sulla strada buona, ha già mandato segnali inequivocabili (il quinto posto in gara al Mugello e il secondo in Olanda), la pole in Thailandia. Nel suo primo anno in MotoGP in fondo Simoncelli non aveva fatto granché, ma con due annate strepitose in 250 aveva dimostrato di che pasta era fatto. Era un talento puro che sarebbe esploso nella massima categoria e lo dimostrò il secondo anno in top class. Era l’erede designato di Valentino Rossi. Dove potrà arrivare Bezzecchi è difficile dirlo, ma un pilota con il suo talento, se ben gestito, ha davanti un'opportunità grande come il suo cuore, la sua simpatia, la sua spontaneità.