MotoGP, Mondiale 2022: le pagelle di Paolo Beltramo
di p. beltramo
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Si è concluso a Valencia il Mondiale 2022, che ha visto il trionfo di Pecco Bagnaia e della Ducati, promossi con 10 lode. Bene l'Aprilia, la Suzuki lascia da vincente mentre per la Honda, Marquez a parte, è un disastro. Ecco il pagellone della stagione firmato da Paolo Beltramo
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- Una stagione partita male, tanti zeri, problemi di gioventù per la moto 2022, poi una rimonta incredibile, 91 punti recuperati, anzi 114, addirittura 7 successi, tante pole, una guida elegante, pulita, precisa, artistica e un titolo meritatissimo, bello, appassionante. 10 e lode al settimo italiano campione della massima categoria (Masetti, Liberati, Agostini, Lucchinelli, Uncini, Rossi) con il 21° titolo e l’undicesimo per un binomio tutto italiano moto/pilota (3 Gilera, 7 MV, 1 Ducati).
4/17
- Una grande parte di stagione sorprendente, con costanza, velocità, leadership, poi un finale sotto tono, con errori tecnici e qualcuno anche di guida. Peccato, comunque il sogno, anche se infranto, è stato bellissimo, duraturo e concreto. Deve riprovarci, con lo stesso entusiasmo e qualcosa di più nel repertorio. Inoltre ha portato per la prima volta Aprilia a vincere e a guidare la classifica nella MotoGP.
5/17
- No Marquez, no Honda, poco da dire, senza di lui la casa giapponese quest’anno è sembrata un parvenu qualsiasi. Marc ha ottenuto un podio e una pole, risultati che in HRC si sognavano dopo il Qatar. Grande Marc nonostante il lungo processo di guarigione e la perfezione fisica ancora non del tutto raggiunta.
6/17
- Un tritura tutto, una macchina da vittorie, un mezzo capace di rendere in grado di fare una bella figura quasi chiunque la guidi. Innovativa, competitiva, “facile”, affidabile, concreta, invidiata, copiata, numerosa. Ecco, il fatto che ce ne siano addirittura 8 in pista è forse troppo, ma rende la griglia della MotoGP completa e intrigante
7/17
- Insomma, 10 e lode alla Rossa che vince e stravince: titolo Piloti, Marche, Team, Rookie, record di pole con 16…Orgoglio, capacità, inventiva, nuove strade imboccate e percorse. Davvero di più era /e forse sarà impossibile fare. Sì 10 e lode con bacio accademico, laurea in motomondiale.
8/17
- La sorpresa positiva della stagione che ha fatto tornare alla mente i tempi di Aprilia coi 2 tempi 125 e 250 e la Superbike di Biaggi. Insomma, una stagione bella, positiva, stimolante anche se alla fine, quando sarebbe servito il guizzo decisivo, alcuni errori sia del team, sia del sorprendente Aleix Espargaro hanno scritto la parola fine ai sogni di gloria per questa stagione, Peccato, ma la lezione servirà per il futuro. Otto, considerando l’inattesa competitività.
9/17
- Che Yamaha debba risolvere il problema del motore meno competitivo rispetto ai V4 della concorrenza è cosa nota e chiesta dai suoi piloti da anni. In questa stagione il confronto con la concorrenza (Ducati) ha retto soltanto nella prima metà, poi, una volta che la casa italiana ha risolto i suoi guai di gioventù sulla moto ’22, la vita per l’unico pilota dei 4 che riuscisse a guidarla, cioè Fabio Quartararo è diventata assolutamente difficile.
10/17
- Ha lottato, si è difesa, ma ci sono molti problemi tecnici da risolvere per Yamaha che tra l’altro l’anno prossimo avrà soltanto 2 moto in pista. Sarebbe da 4, ma arrivare a giocarsi il titolo fino all’ultima gara è comunque un merito, oltre ad aver reso il campionato appassionante e indeciso. Secondo nel mondiale, meno di 8 non si può dare, anche se è una moto difficile per 3 piloti su 4.
11/17
- La peggior stagione da quando la casa motociclistica più grande del mondo partecipa alle gare a parte il 79 con la rivoluzionaria e prematura NR500 a 8 valvole. Quest’anno nessuna vittoria, soltanto 2 podi, una gara addirittura con nessun pilota nei primi 15, Che dire, 3, considerando la storia, le possibilità e le capacità. Certo Honda è Honda, ma sembra che senza Marquez sia molto, ma molto ridimensionata. Vedremo Mir cosa farà al fianco di Marc, anche se ultimamente è stato pesantemente ridimensionato Pol Espargarò.
12/17
- Rivoluzione per arrivare ad essere competitivi sempre e non soltanto a sprazzi. Via Oliveira, Gardner e Fernandez, resta Binder ottimo pilota con una grinta speciale e grandi doti, dentro soprattutto Miller con la sua esperienza di Ducati, oltre al ritorno di Pol che potrà se non altro dire cosa non si deve fare, sperando che insieme al lavoro possa bastare. Comunque una stagione con 2 vittorie e 2 secondi posti e la voglia di migliorare.
13/17
- Mollare con un successo è il modo migliore e probabilmente anche quello più “cattivo” per mettere la parola fine ad un’avventura. Questa della Suzuki poteva essere una stagione molto migliore se non ci fosse stata la notizia del ritiro a rovinare tutto, a togliere entusiasmo, motivazioni, certezze, magari inconsciamente a squadra e piloti. Senza questo ritiro annunciato sarebbe andata sicuramente meglio. Peccato, Senza voto, dai. Un abbraccione forte, ciao Suzuki!
14/17
- Davvero poco coerente nelle sue decisioni con scelte che sembrano spesso fatte a capocchia: una volta severissimi, un’altra blandi. Dare long-lap penalty come penalità per la gara successiva, ad esempio, non è giusto perché in alcune piste questa penalità compromette pochissimo, in altre molto di più.
15/17
- Lasciar passare senza neppure una reprimenda la follia di Nakagami a Barcellona quando stese alla prima curva dopo la partenza sia Mir (che si fece male), sia Bagnaia, ad esempio è incomprensibile se si puniscono poi legittimi sorpassi andati male (Quartararo, Espargarò…). Devono darsi un criterio e spesso anche una mossa decidendo sempre con gli stessi tempi per infrazioni simili, ed in qualsiasi delle 3 categorie accadano.
16/17
- Se ne è andato Andrea Dovizioso, se ne andrà Franco Uncini dal suo incarico per la sicurezza di questo sport, se ne andrà la Clinica Mobile dopo 50 anni di presenza unica, incredibile, bellissima, utilissima…un affronto. Se ne andrà la Suzuki con la sua storia, il suo fascino, la sua simpatia e molti dei suoi fantastici uomini e anche una brava persona, gentile, divertente, simpatica come Alessandro Ghini, animatore dell’hospitality Pramac, “una” se non “la” più vivace e divertente del paddock.
17/17
- Qui niente voto, alla nostalgia e al magone non si danno voti. Peccato, sperando di rivedere tutti in un futuro vicino e che comunque le cose vadano per il meglio a chi non sarà più nel grande villaggio nomade del motomondiale. Ciao…