Pecco Bagnaia, il suo 2022 in MotoGP: la miglior rimonta della storia

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Paolo Lorenzi

Paolo Lorenzi

Il 2022 è un anno che resterà nella storia del Motomondiale: Bagnaia realizza una rimonta record su Fabio Quartararo, da cui accusava un distacco di 91 punti dopo il Sachsenring, riportando il titolo piloti in casa Ducati 15 anni dopo Stoner. Pecco ha imparato dai propri errori e dalle proprie sconfitte, un sinonimo di umiltà e di grande maturità. Rimettersi in corsa quando hai pronostici contro e il morale a terra è una grande lezione di carattere e perseveranza

LO SPECIALE BAGNAIA CAMPIONE SU SKY

La stagione di Pecco Bagnaia potrebbe essere riassunta con un dato statistico: la miglior rimonta nella storia del motomondiale. Novantuno punti, dicasi 91, recuperati da metà campionato in poi, nessuno aveva fatto meglio. Nemmeno Wayne Rainey, simbolo del motociclismo a stelle e strisce consacrato da tre titoli mondiali, era partito da così lontano quando nel 1992 vinse il suo ultimo alloro recuperando 62 lunghezze a Mick Doohan. Pecco ha compiuto un mezzo miracolo dal Gran Premio d’Olanda in poi, vincendo quattro gare di fila, e portandosi a soli 2 punti da Quartararo nel giro di altri tre Gran Premi.

Come rialzarsi più forte dopo una caduta

Eppure la svolta, la gara che gli ha aperto gli occhi dandogli la consapevolezza di poter correre meglio di quanto aveva fatto fino a quel momento, è stata il weekend del Sachsenring, concluso con l’ennesima caduta e la vittoria del francese. Un Gran Premio disastroso quindi, il punto più basso della sua stagione, quello che avrebbe potuto mettere una pietra tombale sopra suoi i sogni iridati. Ma non fu così, fu propio quella gara ad aprirgli gli occhi. Alcune gare dopo il pilota della Ducati confesserà: “Il Sachsenring mi ha impartito una grande lezione, sapevo di avere un potenziale più alto, di non essere una comparsa e lì l’ho capito. Non era semplice comprenderlo, ma quando l’ho capito tutto è andato meglio”. Imparare dai propri errori e dalle proprie sconfitte è sinonimo di umiltà e di grande maturità.

Dopo la caduta al Sachsenring, Bagnaia aveva 91 punti di distacco da Quartararo - ©Getty

Vincere contro i pronostici vale doppio

A metà stagione e con il francese in fuga Pecco avrebbe potuto rassegnarsi, maledicendo gli errori della prima parte, i punti persi e le quattro cadute fatali (Qatar, Francia, Barcellona e Germania). Invece si è fermato ad analizzare, a riflettere sugli sbagli e sul potenziale che sapeva di possedere. “Ci sono stati alti e bassi, soprattutto nella prima parte, ero competitivo ma ho commesso degli errori. L’analisi mi ha aiutato a migliorare” spiegherà in seguito. Il successo di Silverstone gli darà la spinta decisiva: “Una gara che mi ha motivato tantissimo perché non ero il più competitivo, partivo quinto e non avevo il passo per vincere, però ho lavorato bene sulle gomme, ho cercato d’imparare dagli altri e alla fine ho vinto”. Fabio chiuse quella gara ottavo (penalizzato dal long lap rimediato ad Assen) e in un sol colpo perse 17 punti. Vincere contro i pronostici vale doppio e a Pecco ha spalancato le porte della speranza, consolidando la sua consapevolezza e soprattutto dimezzando lo svantaggio in classifica.

La rimonta: il sogno di Pecco diventa realtà

Decisiva sarà anche la corsa di Aragon, con il secondo errore pesante di Fabio nell’arco di 5 gare. Ne commetterà altri due, Quartararo, ormai l’ombra del campione visto nella prima parte dell’anno. A Valencia Pecco è arrivato con un vantaggio di 23 punti. Il resto è cronaca. A ripensarci oggi, quel dato (la più grande rimonta della storia) fa davvero impressione perché rimettersi in corsa quando hai pronostici contro e il morale a terra, in pratica le peggiori carte del mazzo, è una grande lezione. Di umiltà, di carattere e perseveranza. C’è chi nasce campione, per predisposizione e talento, e chi lo diventa.