Honda, crisi senza fine: ora anche Marquez getta la spugna

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Paolo Lorenzi

Paolo Lorenzi

Il Sachsenring, ormai ex terra di conquista di Marc Marquez, ha certificato una volta di più le difficoltà di Honda: il pilota di Cervera ha gettato il cuore oltre l'ostacolo ma, dopo 5 cadute tra Libere, qualifiche e Warm Up, ha alzato bandiera bianca, rinunciando alla gara. E così, con i forfait già annunciati di Mir e Alex Rins, la casa giapponese si è affidata al solo Nakagami, unico superstite e 14° al traguardo. Analizziamo il il weekend da incubo di Honda e i possibili scenari

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Marquez che getta la spugna è l’immagine peggiore per la Honda, che esce dal Sachsenring umiliata e ridimensionata. Anche troppo, considerando il suo blasone e la sua storia di vittorie e titoli mondiali. Era lo scenario peggiore, prospettato alla vigilia. Perdere sulla pista dove Marquez ha dominato incontrastato (11 vittorie fino a oggi) avrebbe amplificato la crisi tecnica del colosso giapponese. L’incubo che deve aver tolto il sonno ai suoi vertici alla viglia della trasferta in Germania. E’ andata peggio di quanto immaginabile.

Cinque cadute per Marc nel weekend

La dimensione della sconfitta ha preso contorni drammatici con le cinque cadute di Marquez, eroico e coraggioso oltre il lecito, nel tentativo di coprire le lacune della sua moto. "Ma non vale più la pena rischiare", ha detto Marquez, uno che non si tira mai indietro. La migliore Honda in pista è stata quella di Nakagami (quattordicesimo), l’unico superstite di una trasferta che aveva dovuto rinunciare prima ancora a Mir e Rins, entrambi infortunati. L’analisi dei motivi è complessa (l’anteriore ingestibile, il posteriore sbilanciato, se ne leggono e se ne ascoltano di ogni tipo), i responsabili ne sono coscienti, l’hanno ammesso pubblicamente, ma le soluzioni tardano. Il problema è il progetto, in parte o tutto sbagliato, rifare la moto oggi è impossibile, ergo bisogna attendere la prossima stagione.

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Impegno incondizionato o passo indietro?

Qualcosa si vedrà prima, come ha detto Marquez, ma il numero ridotto dei test, voluto dalla Dorna, obbliga a tempi di sviluppo più lunghi che in passato. La domanda, inevitabile a questo punto, riguarda proprio il suo pilota di punta e l’impegno che vorrà mettere, da qui alla fine dell’anno. La sua indole competitiva farebbe pensare a un impegno incondizionato, il buon senso farebbe pensare a un passo indietro. "Quando l‘arancia non dà più succo è inutile continuare a spremerla", ha detto Marc, sabato, al termine di una giornata da incubo. Come dargli torto?

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