MotoGP, GP Germania al Sachsenring: le PAGELLE di Paolo Beltramo
Jorge Martin vince anche il GP Germania (dopo la Sprint del sabato) e si merita un bel 10 e lode. Ma c'è chi arriva persino a 11: è la Ducati, capace di piazzare 5 moto nelle prime cinque posizioni per la prima volta nella sua storia. Male Aprilia, rimandate le disastrose Yamaha e Honda. Di seguito le pagelle del Sachsenring a cura di Paolo Beltramo
- Il Sachsenring è stato il circuito dove Marc Marquez ha dominato in lungo e in largo vincendo per 11 anni consecutivi. Quest’anno però è come se si sia chiuso un cerchio con 5 cadute e la rinuncia alla gara per il botto nel warm up con un problema ad un dito. Un percorso vincente chiuso dalla Honda e non dal pilota, perché questa moto è un vero disastro, probabilmente la peggiore della storia gloriosa della casa giapponese
- Una storia negativa cominciata con l’arrivo di Jorge Lorenzo, costretto a ritirarsi, poi Pol Espargaro, quest’anno Mir e Rins fuori per infortunio. Bisogna resettare e bene ha fatto finalmente Marc a prendere una decisione razionale lasciano per una volta perdere istinto ed orgoglio. Peccato, ma giusto
- E ora Honda (e Yamaha) sotto col lavoro, seriamente. Tanto per chiarire ulteriormente, oggi le Ducati (voto 11) hanno conquistato i primi 5 posti e ne hanno piazzate 8, cioè tutte quelle in pista, tra le prime 9. La prima moto giapponese è stata la Yamaha di Morbidelli al dodicesimo posto a oltre 22” dal vincitore. Roba da non credersi. Probabilmente anche preoccupante. Rimandati al 6 agosto a Silverstone (ad Assen non cambieranno le cose), dove devono portare miglioramenti
- Il Team Pramac si prende tutto: gara sprint, GP con uno splendido Martin e terzo posto con Zarco. La doppietta dello spagnolo è sensazionale, ottenuta di forza, di convinzione, di sicurezza con una crescita costante e impressionante, qui al Sachsenring ha tenuto due volte testa al campione del mondo Bagnaia, il che la dice lunga sulla qualità delle sue prestazioni
- Jorge si è così conquistato, per il momento, ma probabilmente per tutta la stagione, il ruolo di primo sfidante, mentre il team Pramac è in testa nel campionato riservato alle squadre. E questo grazie anche alle prestazioni di Zarco (9), quarto sabato e terzo dopo una bella rimonta come sempre
- La gara è stata bella, di quelle gare tese dove c’è sempre la sensazione che stia per succedere qualcosa, ma non succede mai, resta lì sospesa nell’aria, imminente, come una spada di Damocle. E difatti alla fine è accaduto praticamente di tutto, con Bagnaia che recupera, attacca, passa e Martin che replica e poi chiude tutte le porte manco fosse una banca. Insomma stavolta Martin 10 e lode
- Bagnaia 9 e mezzo, anche perché se vuoi vincere i titoli non devi sprecare neppure le sconfitte. Anche se però ora Martin comincia ad avvicinarsi in modo preoccupante. Bello Martin, che dice che oggi era più facile stare davanti che dietro perché qui sorpassare è molto difficile
- Il Mooney VR46 che conquista il quarto e il quinto posto con Bezzecchi (8) che alla fine passa Marini (8) in un derby in famiglia bello, divertente e sportivo che conferma la crescita costante dei due della squadra. Bene, molto bene, e salta all’occhio la qualità delle squadre che mettono spesso i due piloti molto vicini tra di loro
- Oggi è toccato a Jack Miller (7) portare al traguardo la moto austriaca, mentre Binder (NG) si è steso probabilmente per un problema tecnico. È questo il problema: per vincere serve costanza continuità, meno alternanza. Così si fanno belle gare, bellissime prestazioni, ma non si possono vincere i titoli. Cresceranno, ne sono sicuro
- Dietro alla KTM tutte le rimanenti Ducati: Alex Marquez, Bastianini e Di Giannantonio, autori di una gara combattiva piena di sorpassi buona soprattutto per Di Giannantonio che si schioda da quelle posizioni fuori dai primi 10. Per Bastianini è un ulteriore passo avanti verso la forma e per Alex finalmente una gara senza inconvenienti. Per tutti 6
- Vinales ha rotto il motore, mentre era lontano, ma qualche problemino lo aveva dato fin da subito, Espargaró è finito sedicesimo, ma aveva la gomma soft, il meno peggio è stato Oliveira decimo. L’Aprilia vista lo scorso anno e all’inizio di questo non sembrava così lontana, così poco competitiva nonostante l’impegno di tutti
- Serve un esame di coscienza, che chiarisca i motivi di questa crisi inattesa al di là delle scelte sbagliate di gomma. Aspetto positivo il miglioramento nelle partenze che erano un problema grosso. Bisogna ripartire da questo per recuperare lo svantaggio accumulato rispetto alla concorrenza. 4 per i piloti, così come per la moto
- All’inizio sembrava che Sasaki avesse impersonato quello che era l’imperatore del Sachsenring, cioè Marc Marquez: pole record con oltre un secondo di distacco sul meno lontano dei suoi inseguitori. In gara è partito a razzo e sembrava che se fosse andato già dopo pochi giri. Invece Deniz Oncu l’ha preso, l’ha controllato, pressato e sorpassato benissimo all’ultima curva dell’ultimo giro
- È il secondo turco ad aver vinto una gara nel motomondiale dopo suo fratello gemello ed è sempre bello vedere un ragazzino emozionato alla sua prima volta davanti a tutti con quella gioia negli occhi e nei gesti. 10 all’ottomano, 9 a Sasaki. Bene anche Holgado, terzo e piuttosto saldamente in testa al mondiale (8). Il migliore degli italiani è stato Stefano Nepa, nono, ma bene considerando l’infortunio che ne ha condizionato in negativo la preparazione. Maluccio come spesso accade gli altri italiani
- Il predestinato Pedrito Acosta - che guarda caso ha i colori che ricordano quelli di Max Verstappen - ha battuto per la seconda volta consecutiva lo squalo di Garbagnate Tony Arbolino, che ha così perso il minimo di punti (5) rispetto a un rivale vincente e mantiene la leadership del campionato con 15 lunghezze di vantaggio. Gara dominata da Acosta, che ha subito imposto una velocità insostenibile per tutti, mentre Arbolino e alla fine ha dovuto difendersi dalla preoccupante rimonta di Dixon battendolo in volata
- Pedro 10 e lode considerando il fatto che ha ottenuto pole, giro veloce e vittoria, Tony 9, Dixon 8. Dietro lotte e duelli come sempre con Chantra (7) quarto davanti a Lopez (7). Vietti decimo con la Fantic, 6