GP Giappone, Rins non ce la fa: "Il dolore alla gamba è ancora troppo forte"

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Il pilota spagnolo dà forfait per il Gran Premio del Giappone: il dolore provato durante le Libere 1 e le pre-qualifiche del venerdì è ancora troppo forte per poter correre. Per questo motivo è stato dichiarato "unfit" dopo l'ok di ieri. "Ho riscontrato grandi progressi, ma mi fermo", ha detto il rider della Honda LCR, che era al rientro dopo oltre 3 mesi dalla frattura di tibia e perone della gamba destra

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Alex Rins non ce la fa: lo spagnolo, al rientro dopo oltre tre mesi di stop, è sceso in pista durante le Libere 1 e le pre-qualifiche di Motegi, ma ha accusato un forte dolore alla gamba destra infortunata nella Sprint del Mugello dello scorso 10 giugno (si era procurato la frattura di tibia e perone). Per questo motivo è stato dichiarato "unfit" e non prenderà parte al resto del weekend del GP Giappone: "L'obiettivo era testare la mia gamba e capire dove potevamo arrivare con il dolore. Sabato mi fermerò, perché il dolore è ancora troppo forte, ma continueremo con il nostro recupero", ha spiegato Rins. Quello del Giappone sarà l'ottavo Gran Premio di fila saltato dall'ex Suzuki, che il prossimo anno raggiungerà Fabio Quartararo in Yamaha. 

"Ho fatto progressi, ma il dolore è ancora troppo forte" 

"E' stata dura, ma è andata anche bene, perché ho riscontrato dei grossi progressi rispetto a quando avevo guidato una moto il mese scorso - ha proseguito Rins -. Ho avuto modo di fare abbastanza giri nelle FP1, poi non troppi nelle pre-qualifiche a causa del dolore alla gamba". Lo rivedremo in pista in Indonesia? "E' vero che l'Indonesia è molto vicina, perché è tra due settimane, ma spero di trovare un po' più di consistenza e di riuscire a fare più giri. La cosa più difficile per me in questo momento è affrontare le curve a destra, quando mi devo sporgere fuori dalla moto". Rins aveva chiuso le pre-qualifiche con l'ultimo tempo, in 1:47.236, a quasi 4 secondi di ritardo dal miglior tempo di Binder ma soprattutto un secondo e mezzo più lento del penultimo, Michele Pirro.