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MotoGP, come potrebbero cambiare gli equilibri nel futuro del Motomondiale

MotoGp

Paolo Lorenzi

©Motorsport.com

Con il passaggio di Marquez in Gresini nel 2024, la Ducati avrà un altro pilota di punta (oltre a quelli eccellenti già in casa) per provare a confermarsi campione. Tuttavia la storia insegna che gli equilibri in questo sport possono cambiare rapidamente, è un’illusione pensare che la Ducati possa vincere in eterno. Le ragioni sono tante: la voglia di riscatto di Honda e Yamaha, la crescita dell’Aprilia, gli investimenti della KTM, il cambio di regolamento previsto nel 2027

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Vincerà una Ducati, pronostico facile. Il titolo 2023 se lo giocheranno Bagnaia e Martin, forse anche Bezzecchi un po’ più distante, ma ancora in lizza. Comunque vada a finire se lo porterà a casa un pilota Ducati. Casa che schiera otto moto in pista e l’anno prossimo conterà anche sul talento di Marquez. Il 2024 rischia di ripetere lo stesso copione, le moto di Borgo Panigale al momento sono le più competitive, i suoi piloti quasi tutti in grado di puntare al Mondiale. Che noia, dirà qualcuno. I pronostici scontati non piacciono a nessuno. Ma nel Motomondiale gli equilibri prima o poi cambiano.

Le stagioni passano, gli equilibri mutano

Gli ultimi anni di Doohan, per citare un periodo non troppo lontano nel tempo, furono monopolizzati dalla Honda, la stessa casa che oggi rimpiange i suoi fasti passati. Poi la Yamaha ha cambiato marcia, ha preso Valentino Rossi, la Ducati ha debuttato nella MotoGP puntando su Capirossi all’inizio, e la musica è cambiata. Ancora una volta, come sempre succede. Le stagioni passano, gli equilibri mutano. La Ducati non vincerà in eterno, quanto meno dovrà sudarseli di più i prossimi campionati. Su che cosa si fonda questa previsione? Su alcuni dati davanti ai nostri occhi. Il futuro di Marquez, per cominciare, è ancora da scrivere. Lo spagnolo ha firmato per un anno con Gresini, poi deciderà cosa fare. Forse l’ha già deciso e se lo tiene per sé. Potrebbe restare in Ducati, certo, magari cambiando team per salire su una moto ufficiale, oppure passare alla KTM che ha investito tanto e continuerà a farlo perché è la prima casa motociclistica europea, vuole puntare in alto. Con piloti giovani come Acosta, che potrebbe rivelarsi una sorpresa, o con lo stesso Marc Marquez per l’appunto.

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Honda e Yamaha, la rivoluzione è già in corso

Honda Yamaha non continueranno a subire ancora a lungo. La prima ha iniziato una rivoluzione al suo interno, volti nuovi sono arrivati, forse cambierà anche il sistema di lavoro come ha richiesto il suo, ormai ex, pilota di punta. La seconda dovrà fare altrettanto per non perdere il proprio campione, Fabio Quartararo, di cui nessuno parla più, ma di cui tutti conoscono molto bene le doti agonistiche. Il francese è un’altra variabile da considerare, uno che potrebbe spostare l’ago della bilancia cambiando casacca. Così come potrebbe rilanciare le quotazioni della Yamaha, con un moto all’altezza.

La fame di vittoria dell'Aprilia

Intanto l’Aprilia cresce, si rafforza, a Noale lavorano bene, hanno fame di vittorie. Poi c’è quella frase che risuona nella testa, da quando Gigi Dall’Igna l’ha pronunciata ai microfoni di Sky, nel dopo gara del Giappone. "Il mio lavoro in Ducati è concluso", ha detto il direttore generale di Borgo Panigale, ma questa puntualizzazione che in fondo sottolinea una volta di più il livello raggiunto dalle sue moto, è passata in secondo piano rispetto alla rivelazione su Marquez ("Ha deciso di lasciare la Honda per una Ducati") che ha fatto cadere il castello delle indiscrezioni sulle scelte dello spagnolo. Quella frase offre altri scenari suggestivi: l’ingegnere veneto ritiene concluso un ciclo, cominciato con il suo arrivo in Ducati nel 2014 ed è pronto ad altre sfide, forse solleticato dall’offerta che gli ha fatto la Honda, per sua ammissione, forse perché nel 2027 con il cambio di regolamento si apriranno orizzonti tecnici da esplorare, opportunità da afferrare, nuove sfide da affrontare. E’ un’interpretazione del suo pensiero che lui ha cercato subito di smentire, ma pensare che il mondo della MotoGP resti immobile, che nulla cambierà nei prossimi anni, che i rapporti di forza rimarranno tali ancora a lungo è un’illusione. Lo insegna la storia di questa sport. Prima o poi, forse in più fretta di quanto si creda, gli equilibri muteranno.