SBK a Phillip Island: cosa ci hanno detto i test e cosa aspettarci dal Mondiale 2024

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Edoardo Vercellesi

Edoardo Vercellesi

Toprak Razgatlioglu è stato il più veloce nei test di Superbike di Phillip Island, dove il prossimo weekend (23-25 febbraio) inizierà la nuova stagione in diretta su Sky e in streaming su NOW. A partire dal risultato delle ultime prove in Australia, analizziamo in pillole i valori in campo del mondiale Superbike 2024

IL CALENDARIO 2024 DELLA SBK

L'inizio del Mondiale Superbike è alle porte nella tradizionale e spettacolare cornice di Phillip Island. Il round di Australia sarà il primo atto di una tra le stagioni più attese di sempre, ravvivata dagli scossoni del mercato, dall'arrivo di debuttanti di lusso e da un regolamento volto all'equilibrio tecnico tra le moto. Leggendo la classifica dell'ultima giornata di test, tracciamo il profilo dei protagonisti più attesi di questo 2024. 

Toprak Razgatlioglu (1° - 1’28”511): RUMOROSO. Distrugge il record della pista, per settare il tono della situazione. Da quando ha annunciato il passaggio a BMW nella prima parte della scorsa stagione non si parla d'altro che di lui. La sua aggressività gli consentirà di essere da podio anche con una BMW non ancora perfetta. Meno facile che possa bastare per vincere il campionato, pur essendo il pilota designato da stampa e fan per battere Bautista.

Nicolò Bulega (2° - 1’28”585): PRODIGIO. Il campione del mondo Supersport non è il solito rookie. L'adattamento alla Ducati Superbike è stato istantaneo, i tempi sono venuti con facilità e ora ha trovato soluzioni anche con la gomma usata. Bulega sarà un problema per tanti, per tutto l'anno, anche grazie alla solidità mentale sviluppata negli ultimi anni. 

Andrea Locatelli (3° - 1’28”835): SPERANZOSO. È l’elemento di stabilità in casa Yamaha. Da quando è giunto in Superbike è quasi sempre stato il migliore degli altri, degli umani. Ora ai Tre Moschettieri potrebbero aggiungersi nuovi attori, ma Andrea sembra pronto a confermarsi. Maturità e costanza saranno le armi con le quali lotterà per il podio, anche se il sogno resta la vittoria di gara. 

Andrea Iannone (4° - 1’29”001): CINEMATOGRAFICO. Perché se confermasse quello che ha mostrato in inverno, la sua storia potrebbe avere un lieto fine da film. C'erano tanti dubbi sulla sua condizione dopo quattro anni di stop, ma lui li ha fugati tutti. The Maniac ha la velocità per vincere, a patto che si tolga in fretta la ruggine da gara e che non si crei troppa tensione nel box.

Alex Lowes (5° - 1’29”211): CAPOSQUADRA. Con l’addio di Rea e l’arrivo di Bassani, l’inglese prende in mano le sorti di Kawasaki, trovando Pere Riba come nuovo capotecnico. I suoi test sono stati positivi e sembra che la Ninja abbia risposto bene alle evoluzioni di motore, migliorando anche nella gestione della gomma usata. Chissà che in Australia, dove ha già vinto, non possa inventarsi qualcosa.

Michael Ruben Rinaldi (6° - 1’29”213): OUTSIDER. Se c'è un pilota che ha già dimostrato di poter vincere con una Ducati clienti è proprio lui. Dopo i tre anni agrodolci nel team Aruba, il ritorno in una squadra indipendente può essere la svolta per un pilota che rende meglio lontano dalle grandi pressioni. Se il rapporto matura bene, Michael e Motocorsa possono togliersi belle soddisfazioni.

Alvaro Bautista (7° - 1’29”278): FAVORITO CON RISERVA. E la riserva l'ha messa lui, parlando delle difficoltà della gestione della zavorra e di una forma fisica non perfetta a causa dell’infortunio rimediato a ottobre. In questa giornata di test ha finalmente guidato senza la distrazione del dolore e la sensazione, da fuori, è che sia ancora lui il favorito per il titolo. Qualche incognita in più dell’anno scorso, però, c’è.

Axel Bassani (10° - 1’29”406): DIPLOMATO. Essere scelto da un team ufficiale è un chiaro segnale di talento. Ora però c’è da fare i conti non solo con una realtà diversa, ma soprattutto con una moto meno competitiva della precedente. La prima stagione in Kawasaki potrebbe essere complessa per il ragazzo di Feltre, ma sono tutti calcoli già messi in conto.

Sam Lowes (11° - 1’29”432): INTRIGANTE. Il debuttante del team MarcVDS ha fatto vedere buone cose nei test, toccando anche la top-5. L’esperienza e la velocità non mancano, la moto è una Ducati e se tutti i tasselli vanno al posto giusto, attenzione all’inglese per delle posizioni interessanti.

Danilo Petrucci (12° - 1’29”468): INCOGNITA. Dopo una stagione di debutto con acuti da podio, Danilo sarebbe naturalmente chiamato a fare il salto di qualità. La sensazione, però, è che manchi ancora qualcosa, specialmente la confidenza con un posteriore che spesso scivola troppo e con gomma nuova spinge un po’ sul davanti. In una griglia di livello così alto, il rischio è di dover sgomitare parecchio. 

Jonathan Rea (15° - 1’29”966): SILENZIOSO. Oggi una brutta scivolata alla curva undici lo ha lasciato acciaccato. Al di là dell’episodio, il rumore intorno a Razgatlioglu, Bulega e Iannone ha distolto molta attenzione dall'accoppiata Rea-Yamaha. Probabilmente a torto. Il feeling con la R1 e con il team è nato da subito. Attenzione a lui per il titolo. 

Yamaha GRT (Gardner 9° - Aegerter 13°): INTERESSANTE. L’evidente crescita nell’ultima parte di 2023 e i bei test fatti da Gardner sono un ottimo viatico per la squadra italiana. Il talento dei piloti non manca e nemmeno le ambizioni. Sia Remy che Dominique possono essere pericolosi per dei podi.

Honda e BMW: PROVA DEL NOVE. La casa giapponese ha portato una moto rivoluzionata, tecnicamente molto interessante, ma ancora acerba. BMW sembra più attrezzata per avvicinarsi alle prime posizioni, anche con piloti che non siano Razgatlioglu. Buono l’ottavo crono di Redding nel test di oggi.

Test SBK Phillip Island, la classifica dei tempi