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Superbike, il bilancio di Cremona: Petrucci perfetto, circuito promosso

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Edoardo Vercellesi

Esordio più che positivo per Cremona in Superbike, con tanto pubblico, struttura adeguata e gare spettacolari. Petrucci contribuisce con una tripletta e si candida a un ruolo da protagonista per il futuro

ROUND CREMONA, HIGHLIGHTS GARA 1 - HIGLIGHTS GARA 2

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Intorno all’esordio del Cremona Circuit nel mondiale Superbike c’era una curiosità spasmodica, nonché la perplessità di alcuni scettici. Tracciando una riga alla fine del weekend, però, il successo dell’evento è lampante e proietta la pista lombarda nel futuro del motociclismo nazionale e internazionale. Cremona ha risposto presente regalando uno dei round più interessanti dell’anno, trovando nell’entry list del mondiale un prezioso alleato: Danilo Petrucci.

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Già, perché il weekend di Cremona è stato soprattutto il weekend di Danilo. Come successo in MotoGP, anche la sua prima vittoria in Superbike è giunta in Italia, impreziosita dal calore sorprendente di un pubblico folto e appassionato. Petrucci è il pilota più “ecumenico” del campionato, amato da tutti (piloti inclusi: bellissimi gli abbracci coi colleghi nel giro d’onore e il sorriso di Nicolò Bulega alla sua premiazione sul podio). Un titolo che si è guadagnato sul campo grazie al talento, la genuinità e l’amore incondizionato per la moto, testimoniato dal traguardo incredibile di essere il primo nella storia a vincere una gara in MotoGP, Superbike, Motoamerica e una tappa alla Dakar.

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Petrucci e Barni, con questa tripletta, sono autorizzati a sognare. Aragon fu un’occasione sprecata lo scorso anno, quando una caduta in Superpole tarpò le ali a Danilo per tutto il weekend. Ora c’è spazio per rifarsi e per pensare di essere competitivi ovunque, con o senza Toprak Razgatlioglu in pista. Petrucci ha compensato la sua assenza a Cremona, ma non va sottovalutato il danno che il forfait del turco sta portando al campionato a livello di puro interesse. Che lo si ami o lo si osteggi, Toprak setta il livello della Superbike e incendia i fan. Cremona ha dovuto fare i conti anche con questo nella sua Odissea verso il debutto nel mondiale.

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Un’Odissea iniziata con gli strettissimi tempi a disposizione per adeguare l’impianto (completato in sette mesi), proseguita con le piogge dei giorni precedenti l’evento e culminata appunto con lo stop di Razgatlioglu. Tutte queste difficoltà, fortunatamente, sono impallidite di fronte allo spettacolo visto in pista, anche grazie a un layout che appiattisce i valori tecnici in campo e più adatto del previsto ai sorpassi. Il grandissimo pregio del Cremona Circuit, però, è l’effetto “arena”: una struttura piccola e compatta, pratica per tifosi e addetti ai lavori, in cui ogni zona d’interesse è raggiungibile in pochi passi. Sotto il podio, la sensazione era quella di uno stadio, con i cori e la gioia di un pubblico vasto e anche giovane. In soldoni: l’esordio di Cremona in Superbike è stato una promozione a pieni voti