Bagnaia-Martin, a Sepang un duello d'antologia che va oltre il titolo MotoGP

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Paolo Lorenzi

Paolo Lorenzi

A Sepang la MotoGP ha offerto una gara spettacolare, un confronto a viso aperto tra due protagonisti aggressivi ma corretti. Entrambi volevano vincerla, senza pensare a calcoli e conseguenze. E poi c'era una motivazione aggiuntiva: l'orgoglio. Quello di Jorge, che potrebbe vincere un mondiale perdendo la maggior parte delle gare della domenica, e quello di Pecco, per ricordare il paradosso di un titolo che potrebbe sfumare nonostante 10 vittorie in 19 gare

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Un duello da antologia, roba d’altri tempi sottolineavano i nostalgici delle sfide incandescenti degli anni '90 con protagonisti i campioni americani, e poi quelle ingaggiate da Rossi, con Lorenzo, Stoner e Marquez. Per almeno tre giri la MotoGP ha offerto lo spettacolo di un confronto vero, aperto e totale, ciò che finora era mancato, almeno con questo livello di intensità. Tutti noi lo stavamo aspettando. "Una lotta aggressiva ma corretta", l'ha definita Bagnaia. Undici sorpassi di fuoco, dimostrazione di una volontà feroce. Tutti e due volevano vincerla, lasciando da parte calcoli e convenienze, quantomeno Martin, che poteva gestire anziché rischiare. Invece lui per primo ha acceso il confronto con Bagnaia, perché si sentiva bene, si sentiva di battersi, ha spiegato.

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Il peso dell'orgoglio

A chi conosce bene la natura combattiva dello spagnolo viene da pensare a qualche motivazione aggiuntiva. Come il peso dell'orgoglio, in un pilota che potrebbe vincere il titolo dopo aver perso la maggior parte della gare sulla distanza piena, quelle della domenica, che da sempre hanno un valore maggiore. E’ il motivo analogo che ha spinto Bagnaia a ribadire in Malesia il suo dominio la domenica. Senza dubbio gli serviva per tenere aperto il mondiale, ma anche per ricordare il paradosso di un titolo quasi del tutto sfumato, nonostante le 10 vittorie in 19 gare.

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In palio qualcosa di più che una manciata di punti

Il duello andato in scena domenica si è caricato di significati che esulano dai calcoli e dalle strategie imposte dalla rincorsa al titolo. Per entrambi ha rappresentato l’occasione necessaria a definire un rapporto di forza, un confronto a viso aperto. C’era in palio qualcosa di più di una manciata di punti che con una differenza in classifica di 29 lunghezze (prima della gara) poteva spostare di poco il destino di un campionato ormai quasi del tutto definito.

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