Lady Michela spinge al massimo: "Sogno la Ferrari"
MotoriL’INTERVISTA. A 24 anni, Michela Cerruti è il volto nuovo dell’automobilismo italiano. Fisico da modella ma talento da vendere in pista, la romana corre nel campionato Superstars: "All’inizio è stato difficile farsi rispettare" GUARDA LA GALLERY
Michela Cerruti, l'angelo biondo della velocità: le foto
di Claudio Barbieri
“Quando sono per strada rispetto sempre i limiti: non mi piace andare troppo veloce. E poi non sono capace di parcheggiare”…A parlare così non è la casalinga di Voghera, ma Michela Cerruti, uno dei volti nuovi dell’automobilismo italiano. A 24 anni la romana unisce un fisico da modella a un talento naturale per la velocità: se donne e motori sono ancora la passione degli italiani, lei incarna alla perfezione le due cose. La notorietà è arrivata il 10 aprile, quando sulla Mercedes C63 AMG del team Romeo Ferraris, Michela ha conquistato a Monza la prima tappa del Superstars International Series, campionato riservato a vetture che, per potenza ed erogazione, assomigliano più a degli aerei. Tanto per dare un’idea, l’auto della lady-pilota più famosa d’Italia tocca i 550 cavalli.
“Non è facilissimo gestire una vettura così potente – confessa la romana -. Diciamo che quando schiacci il pedale te ne accorgi. E’ molto emozionante perché amo la velocità e si sente molto la potenza quando metti il piede sull’acceleratore. E’ una grande scarica di adrenalina”. Come tutti i piloti, anche Michela Cerruti necessita di adrenalina. Anche se la passione per i motori è arrivata con il tempo. Una specie di diesel, parafrasando il linguaggio motoristico. “Mio papà correva e mi sono sempre piaciute le elaborazioni che eseguiva sulla sua vettura. Anche se inconsciamente, mi ha trasmesso questo amore per la velocità. Anche se io ho cominciato a gareggiare tardi”.
Già. Prima Michela si è laureata in Psicologia (“una vera passione”), per poi valorizzare il suo talento in pista. Non senza qualche difficoltà, visto che anche nei paddock gira l’espressione ‘donna al volante, pericolo costante’. “E’ stato difficile farsi rispettare, perché essendo una donna, già li devi convincere che sei in grado di tenere un volante in mano – ha spiegato -. Inoltre il mio carattere poco aggressivo non mi ha aiutato. Ma dopo aver vinto a Monza anche la mia autostima è migliorata e ora sono un pericolo, ma per i miei avversari…”.
Qualcuno l’ha definita la risposta italiana a Danica Patrick. Lei nel frattempo impiega le poche ore di svago come una normale 24enne (“mi piace la movida milanese: aperitivo e discoteca, ma ho poco tempo”), per poi gettarsi a capofitto sulle corse. E quando le si nomina la Formula 1, la voce si fa ancora più squillante. “Non credo di poter arrivare in F1. E’ un’ipotesi che non ho mai preso in considerazione perché ho cominciato tardissimo, almeno rispetto ad altri colleghi che erano sui Kart già a sette-otto anni – ha spiegato Michela Cerruti -. Se avessi iniziato prima, forse qualche possibilità l’avrei avuta anche io”. E se ci fosse la possibilità di provare la Ferrari? “Per me sarebbe come toccare il cielo con un dito. Già avere l’opportunità di guidare un Formula sarebbe grandioso, se poi fosse una Ferrari allora sarebbe come realizzare un sogno”. Tanti auguri, Michela.
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di Claudio Barbieri
“Quando sono per strada rispetto sempre i limiti: non mi piace andare troppo veloce. E poi non sono capace di parcheggiare”…A parlare così non è la casalinga di Voghera, ma Michela Cerruti, uno dei volti nuovi dell’automobilismo italiano. A 24 anni la romana unisce un fisico da modella a un talento naturale per la velocità: se donne e motori sono ancora la passione degli italiani, lei incarna alla perfezione le due cose. La notorietà è arrivata il 10 aprile, quando sulla Mercedes C63 AMG del team Romeo Ferraris, Michela ha conquistato a Monza la prima tappa del Superstars International Series, campionato riservato a vetture che, per potenza ed erogazione, assomigliano più a degli aerei. Tanto per dare un’idea, l’auto della lady-pilota più famosa d’Italia tocca i 550 cavalli.
“Non è facilissimo gestire una vettura così potente – confessa la romana -. Diciamo che quando schiacci il pedale te ne accorgi. E’ molto emozionante perché amo la velocità e si sente molto la potenza quando metti il piede sull’acceleratore. E’ una grande scarica di adrenalina”. Come tutti i piloti, anche Michela Cerruti necessita di adrenalina. Anche se la passione per i motori è arrivata con il tempo. Una specie di diesel, parafrasando il linguaggio motoristico. “Mio papà correva e mi sono sempre piaciute le elaborazioni che eseguiva sulla sua vettura. Anche se inconsciamente, mi ha trasmesso questo amore per la velocità. Anche se io ho cominciato a gareggiare tardi”.
Già. Prima Michela si è laureata in Psicologia (“una vera passione”), per poi valorizzare il suo talento in pista. Non senza qualche difficoltà, visto che anche nei paddock gira l’espressione ‘donna al volante, pericolo costante’. “E’ stato difficile farsi rispettare, perché essendo una donna, già li devi convincere che sei in grado di tenere un volante in mano – ha spiegato -. Inoltre il mio carattere poco aggressivo non mi ha aiutato. Ma dopo aver vinto a Monza anche la mia autostima è migliorata e ora sono un pericolo, ma per i miei avversari…”.
Qualcuno l’ha definita la risposta italiana a Danica Patrick. Lei nel frattempo impiega le poche ore di svago come una normale 24enne (“mi piace la movida milanese: aperitivo e discoteca, ma ho poco tempo”), per poi gettarsi a capofitto sulle corse. E quando le si nomina la Formula 1, la voce si fa ancora più squillante. “Non credo di poter arrivare in F1. E’ un’ipotesi che non ho mai preso in considerazione perché ho cominciato tardissimo, almeno rispetto ad altri colleghi che erano sui Kart già a sette-otto anni – ha spiegato Michela Cerruti -. Se avessi iniziato prima, forse qualche possibilità l’avrei avuta anche io”. E se ci fosse la possibilità di provare la Ferrari? “Per me sarebbe come toccare il cielo con un dito. Già avere l’opportunità di guidare un Formula sarebbe grandioso, se poi fosse una Ferrari allora sarebbe come realizzare un sogno”. Tanti auguri, Michela.
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