Le Mans, un secondo posto che Vale una vittoria

Motori
La Ducati di Valentino Rossi
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In Francia trionfa Lorenzo con una prova maiuscola. Ma è anche una vittoria del nove volte campione del mondo, che ritorna sul podio in sella alla Ducati. Un secondo posto conquistato con i denti e con quella determinazione che mancava da troppo tempo

di Biagio Maglienti

Guarda chi si rivede! Sotto il diluvio di Le Mans, dove solo i duri riescono a sopravvivere, ecco che ritorna il Vale nazionale. E’ si perché è proprio il caso di dirlo, questo secondo posto “Vale” una vittoria. Così per il “dottore” il podio di Le Mans, secondo in carriera con la Ducati, il primo era stato raggiunto  proprio su questo tracciato, è una sorta di liberazione. Ha vinto Jorge Lorenzo con una prova maiuscola, ma è una vittoria anche di Valentino Rossi, senza dubbio. L’ha conquistata con i denti con il coraggio e con quella determinazione che da un po’ di tempo non era più propria del nove volte campione del mondo. Nove volte meritate, certamente e soprattutto nove volte che non si cancellano con un colpo di spugna. Così ecco che dal cilindro Vale tira fuori un secondo posto stupefacente e senza mezzi termini in grado di zittire polemiche, delusioni e ripensamenti.

E Vale si lascia addirittura scappare che vorrebbe continuare con la Ducati, quella Ducati tanto vessata e tanto criticata anche dello stesso pilota. Un’iniezione di fiducia, di tranquillità una sorta di riconciliazione che passa per una prova di forza tutta dedicata a questo pilota. Adesso sembrerebbero esserci le basi per ricostruire qualcosa di importante; di ritrovare il modo per far continuare questa  Ducati a vincere.  Il capolavoro è stato il sorpasso negli ultimi giri a Stoner; una staccata aggrappato ai freni e poi giù via di gas, come non faceva da tempo.

Deludente al contrario la prova di Dani Pedrosa, che partendo dalla pole si lascia sfuggire una ghiotta occasione. A terra invece Dovizioso e Crutchlow, sia con morale e purtroppo anche con la moto. Sorpresa per Stefan Bradl, atteso dal suo boss Lucio Cecchinello al cambio di passo; il figlio d’arte (suo padre è Helmut Bradl) non delude le aspettative e si piazza 5, un vero capolavoro.