Il principe sportivo, dalle Olimpiadi alla Dakar

Motori

Piero Batini

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Al Attiyah è il pilota più forte del momento. Il passaggio a Toyota alimenta il “mistero” sulla sua competitività, comunque ritenuta elevatissima. L’eclettico “Principe del Qatar” è pronto e con lui la Toyota Hilux del Team Gazoo

A parte aver già vinto due volte la Dakar, essere il Campione del Mondo in carica della Coppa del Mondo Cross-Country Rally, e non essere riuscito a confermare il Bronzo di Londra a Rio nel Tiro a Volo, Nasser Al Attiyah è quella forma di Pilota “naturale”, senza tanti fronzoli e “retrogusti” che, al di là della stima, suscita grande e profonda ammirazione. Il “lato oscuro” di tanto rispetto è che non sai mai come stanno le cose realmente, perché il Principe del Qatar è sempre contento, anche quando non tutto va per il verso giusto. Per il verso perfetto, invece, è andata la sua stagione 2016, coronata dall’ennesimo titolo di campione e, questa volta, con una nuova macchina, la Toyota Hilux con la quale ha vinto tutte le Prove a cui ha partecipato, insieme a Mathieu Baumel. La stessa vettura con la quale parteciperà alla prossima Dakar.

È chiaro che il “pacchetto” auto-pilota-navigatore è particolarmente interessante, e non per caso è sulla bocca di tutti come il perfetto referente per una perfetta azione di disturbo di ogni campagna avversaria. La scelta è stata ponderata, e alla risoluzione finale concorrono l’evoluzione della Hilux, i nuovi regolamenti in materia di “restrittore”, e anche un certo rallentamento dello sviluppo della Mini, l’Auto con la quale Al Attiyah ha vinto la sua ultima Dakar due anni fa.

"Come siamo messi per la Dakar?" - “Siamo messi bene, come del resto lo siamo sempre. La sola differenza è il cambiamento tecnico che ci impone di trovare la nostra strada. È la strada che troveremo sulle piste della nuova Dakar, con il nuovo Paraguay e le nuove piste di sabbia della Bolivia”.

"Dunque non c’è da preoccuparsi? Ma cos’è cambiato?" - “Niente, non è cambiato niente. Di sostanziale. Facciamo questo mestiere e cambiamo sempre qualcosa, ma sono piccole cose. Beh, abbiamo un nuovo Team. E abbiamo una nuova macchina. L’intera stagione è andata bene, e abbiamo deciso, di conseguenza, di disputare anche la Dakar con questo assetto. È Toyota, è l’Hilux spinta dal motore a benzina, no, non è la versione EVO a due ruote motrici, ancora certamente molto giovane, ed è il Team Gazoo.”

"Benzina invece che Turbo Diesel, che dicono essere il motore ideale per questo genere di disciplina del Motorsport. Hai penato per “accettarlo”?" - “Ma no, no. Quasi sempre i mezzi meccanici sono un compromesso, che è necessario, indispensabile soprattutto se si considera la enorme varietà di situazioni di terreno e agonistiche tipiche della Dakar. Io considero, è una mia opinione, che la Toyota Hilux sia una macchina molto buona, complessivamente ottima. Questo anche in considerazione del tipo di alimentazione del propulsore. Una macchina buona è un buonissimo punto di partenza. Cosa manca? Devi sapere e imparare a guidarla. Ecco tutto. Quando hai capito come sfruttarla al meglio sei già a un buon punto della competitività complessiva, che è molto più importante delle competitività del pilota o della macchina singolarmente. Noi direi che siamo a buon punto. Lo dimostrano le sei vittorie quest’anno e il Titolo Mondiale con un buon anticipo sul programma. E adesso la Dakar, dove come sempre cercheremo di dare il meglio di noi.”

"Hai portato molto della tua esperienza nella nuova Toyota?" - “Certo è inevitabile e indispensabile allo stesso tempo. Abbiamo lavorato molto sulle sospensioni e su tutti quei particolari che contribuiscono a fare una macchina sempre più veloce. Molte cose, in verità, e siamo molto soddisfatti dei risultati.”

"Pronti anche per le dune?" - “No problem. Dune, asfalto, terra…”

"E con Mathieu?" -“Con Mathieu Baumel, il mio eccezionale Navigatore, tutto perfetto. Matrimonio perfetto e proiettato verso il futuro!”

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