Yamaha MT-10: la supersportiva naked

Motori

Francesco Paolillo

La famiglia MT Yamaha si completa con una nuda dalle prestazioni sportive ma al tempo stesso fruibile e con una dotazione tecnica completissima. Prezzi a partire da 12.990 €

Una moto dalla doppia personalità: da una parte ignorante o arrogante se vogliamo, dall'altra accondiscendente e permissiva. Questo era l'obiettivo in quel di Iwata: costruire una moto esplosiva ma controllabile al tempo stesso, con l'attitudine a "delinquere", ma solo quando richiesto, con la possibilità di essere utilizzata quotidianamente senza l'obbligo di indossare tuta e "saponette" per apprezzarne il carattere.

Motore e ciclistica - Il carattere espresso dall'estetica della MT-10 aveva bisogno di una meccanica all'altezza e i tecnici hanno avuto gioco facile - si fa per dire - prendendo spunto e non solo quello niente meno che dalla superbike di casa, la YZF-R1. 

Il quattro cilindri Crossplane da 998 cc è stato profondamente modificato, pur mantenendone la personalità, per fare si che le caratteristiche di erogazione si adattassero maggiormente all'uso stradale. Si è partiti da una nuova testa proseguendo con nuovi pistoni, bielle in acciaio al posto di quelle in titanio della R1 ed alberi a camme specifici.

Anche l'impianto di scarico è stato riprogettato e prevede un terminale in titanio mentre i collettori sono in acciaio. Il risultato di tutto questo lavoro permette al quattro cilindri Yamaha di erogare 160 cv a 11.500 giri, con una coppia di 111 Nm a 9.000 giri e, al tempo stesso, di soddisfare l'omologazione Euro 4.

L'impianto frenante verte su una coppia di pinze radiali a quattro pistoncini e dischi da 320 mm, mentre una pinza singola a due pistoncini è montata sul disco da 220 mm posteriore. Naturalmente non manca un sistema ABS, sviluppato in collaborazione con Bosch, a evitare bloccaggi sgraditi delle ruote.

Elettronica - Il pacchetto elettronico montato di serie sulla Yamaha MT-10 è generoso, e può essere arricchito ulteriormente con optional specifici presenti nel catalogo degli accessori. La dotazione standard prevede gli Yamaha D-Mode, con le tre mappature A/B e Standard, dove le prime due rendono la risposta del gas più pronta e aggressiva. Tre anche i livelli d’intervento per il controllo di trazione (semplificato rispetto a quello della R1, vista l'assenza della piattaforma inerziale) selezionabili anche qui con un semplice pulsante, questa volta sul blocchetto sinistro, dove si trovano anche i controlli del Cruise Control di serie, accessorio che sempre più spesso troviamo su modelli dalle caratteristiche sportive, mentre un tempo era destinato generalmente alle moto con velleità turistiche. 

Sensazioni alla guida - La posizione di guida ricorda quella della tre cilindri per quanto riguarda la triangolazione manubrio/sella /pedane, ma il tutto è come se fosse stato ruotato in avanti, caricando maggiormente l'avantreno. Il manubrio largo e aperto trasmette una piacevole sensazione di controllo, mentre la sella, ampia e che permette di muoversi con agio (chi scrive è alto un metro e ottanta) appare sin dal primo istante a dir poco granitica. 

Il comfort generale è promosso - Con l’assetto delle sospensioni sostenuto ma mai secco nelle risposte: a quello ci pensa purtroppo la sella davvero troppo dura, che non comporta particolari scompensi solo viaggiando sugli asfalti perfetti che caratterizzano la viabilità spagnola, ma che, non abbiamo dubbi, si ripercuoterebbe sulla schiena e sulle terga del pilota trovandosi a viaggiare sui "gruviera" italici. Percorrendo tratti autostradali, emerge la scarsa tendenza a vibrare del motore, così com’è scarsa la protezione dall’aria (come sul 99% delle naked in commercio) che lascia busto e casco in balia del vento, mentre è un toccasana il cruise control, comodo e di facile utilizzo.

In conclusione, la MT-10 ci è apparsa “bipolare”, in senso buono: aggressiva esteticamente, riesce ad esserlo anche nel comportamento stradale e nelle prestazioni, ma a comando, e quando necessario, sa essere discretamente comoda e, vai con l’azzardo, quasi indolente. 

Pregi e difetti – Promossi la guidabilità, le prestazioni e il prezzo, lasciano invece desiderare la sella dura, le pedane passeggero scomode e i cablaggi a vista.

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