La Casa giapponese ci ha lasciato giocare con la sua CRF1000L sulle piste del Sudafrica. Non le abbiamo risparmiato nulla per vedere fin dove sarebbe arrivata. Ecco il nostro responso
In Giappone ci credono: la nuova Honda CRF 1000L mantiene vivo lo spirito della prima Africa Twin, una moto che ha lasciato il segno proprio per la disinvoltura con cui passa dall’asfalto alla terra battuta. Abbiamo guidato la nuova Africa Twin 1000 sia su percorsi velocissimi (chiusi al traffico), dove si è lasciata condurre a velocità pazzesche, sia sulla sabbia molle e sulle pietraie. Niente mulattiere, ovvio. Ma i tratti rallistici sì. E qui la CRF ha fatto davvero faville. Si è comportata bene con le Dunlop Trailmax stradali, ma ci ha fatto divertire soprattutto con le tassellate Continental TKC 80, ottime in fuoristrada.
Ergonomia e robustezza - La nuova maxi Honda si guida meravigliosamente bene in piedi. Sulla vecchia XRV 750 potevano servire i riser sul manubrio per alzarlo un paio di centimetri e rendere la posizione comoda anche agli spilungoni. La moto è molto stretta tra i fianchi e le ginocchia trovano un solido appoggio nel serbatoio in acciaio.
Gas e frizione sono morbidissimi e la bella strumentazione si legge bene, almeno finché non viene coperte dalla polvere. La CRF è fatta bene e non ci sono elementi di disturbo nella guida.
Il motore – È dolcissimo nell’erogazione e non strappa nemmeno nei tratti più lenti, quando si è costretti a usarlo sottocoppia. È regolare già a 2.000 giri, se non prima. Dai 4 ai 6.000 giri in fuoristrada mostra già una potenza considerevole; oltre si sentono tutti i 95 cavalli che sulle strade sterrate fanno una gran bella figura. Qui infatti basta staccare il controllo di trazione per scoprire una potenza addirittura abbondante. Quella che su asfalto era una spinta sempre gentile, sulla terra diventa adrenalina pura. L’Africa Twin dà le massime soddisfazioni con il controllo di trazione sul livello più libero (il primo) oppure disinserito. La trazione è valida, grazie al peso e alle ruote enduristiche da 21 e 18 pollici. I tagliandi sono a 1.000, 12.000, 24.000 km (e poi ogni 12.000). La garanzia è di 4 anni.
Il cambio a sei marce MT e il doppia frizione DCT - La funzionalità del cambio manuale a sei marce è ottima per manovrabilità e spaziatura dei rapporti. In seconda e in terza ci si muove anche nei tratti lenti con una risposta sempre graduale del motore. Il DCT rappresenta la grande novità della Honda in materia di cambi a doppia frizione: ha la modalità G che gestisce le due frizioni in modo da avere una risposta del cambio più pronta in offroad. Il suo funzionamento è esemplare, il DCT ha una velocità nei cambi marcia che un buon pilota si può sognare e mette al riparo dagli errori. L’MT si conferma invece la scelta azzeccata per i motociclisti old style, quelli che amano smanettare con la frizione e il pedale alla ricerca sempre dei giusti giri/motore.
La frenata con ABS solo anteriore - Tutte le CRF che abbiamo guidato erano dotate dell’ABS. Chi ne critica l’uso in fuoristrada forse non l’ha mai provato. L’antibloccaggio anteriore dà un contributo essenziale alla sicurezza su ogni fondo, ben venga quindi anche sugli sterrati fatti a cannone (nel nostro test abbiamo toccato una punta massima di 167 km/h GPS su un percorso chiuso al traffico). Solo insistendo a bassa velocità col comando anteriore si può avvertire il suo intervento. Questa opzione è sicuramente utile nei tratti lenti, quando torna utile svoltare bloccando il posteriore. Sul veloce consigliamo invece di lasciare l’ABS attivo anche dietro, perché il suo intervento non è mai a sproposito.
La guida – È questo il punto di forza della nuova Honda Africa Twin 1000 in fuoristrada. Si guida alla grande in piedi, non ci sono interferenze. Le sospensioni Showa sono tarate sul morbido e assorbono bene le asperità nella guida in offroad turistica. Quando si aumenta il ritmo è necessario intervenire sui registri per chiuderli e avere così un migliore controllo della moto sui dossi e sulle pietre. La taratura standard è comunque un bel compromesso. La 1000 si è dimostrata molto stabile ad alta velocità, con un ottimo equilibrio che non viene meno quando le ruote affondano nella sabbia o scartano le pietre. In questo ha ragione la Honda, l’Africona sa riproporre oggi le emozioni lontane delle prima XRV 650.
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