Kawasaki Z650 rivoluzionaria e fedele allo stile Z

Motori

Edoardo Licciardello

La casa di Akashi rivisita e cambia nome alla sua media naked ora ancora più leggera e divertente, soprattutto fuori città quando, grazie ad una perfetta sintesi fra agilità e stabilità, riesce ad essere ancora più gustosa e sicura nella guida sportiva

C’era una volta la Kawasaki ER-6N. Una bicilindrica naked bella, leggera, dinamica che per tutte queste doti ha avuto un grande successo all’inizio degli anni 2000 e si è saputa conquistare un seguito di aficionados solido e fedele. Recuperare la tradizione, l'heritage per Kawasaki significa anche questo: poter contare sugli oltre 50 modelli graziati dalla sigla "Z" nati negli ultimi quarant'anni.

Figlia prodigio di una famiglia prestigiosa - Con l’arrivo dell’Euro-4, ad Akashi devono aver pensato che la ER meritasse qualcosa di più di una semplice revisione tecnica, decidendo che oltre ad una rinfrescata generale la 650 bicilindrica meritasse un cambio di stile e di nome. Ecco allora l’arrivo dello styling Sugomi, inaugurato dalla sorella maggiore Z1000 già nel 2014, e di conseguenza della nomenclatura “Z” che vede anche la 650 entrare a far parte della famiglia delle Supernaked, riprendendo una sigla già patrimonio di una grande moto del passato, quella prima media che nel 1976 ha costituito un’alternativa più accessibile alla superbike Z1. Lo stesso messaggio del resto che vuole trasmettere la Z650 di oggi: allettare chi non cerca (o non cerca più) le super prestazioni ma desidera una moto più accessibile ed umana nelle prestazioni e nei costi di gestione.

Com’è fatta - La linea è tutta nuova, ed evidentemente meno estrema di quella delle sorelle 1000 e 900 con un design che punta apertamente su leggerezza e minimalismo. A noi piace, anche se da qualche angolazione non è originalissima; però è equilibrata, ben fatta e con grafiche riuscite e capaci di mettere in risalto gli aspetti migliori del suo design. Ammettiamo di essere rimasti stupiti dall’assenza di una livrea verde, come a prendere volutamente un po’ di distanza dalle Zeta “più Sugomi” della famiglia, ma la grinta c’è: le linee sono tese, con avantreno basso e codino slanciato verso l’alto. D'altronde già nel 1972 "Ken" Norimasa Tada, designer Kawasaki, aveva dichiarato come il design motociclistico avesse come obiettivo primario la convergenza fra forma e funzionalità e la creazione di una linea immediatamente riconoscibile e capace di differenziare un modello dalla concorrenza.

Motore vincente, non si cambia - Il propulsore è il ben noto bicilindrico parallelo da 650cc raffreddato a liquido, con distribuzione bialbero a quattro valvole per cilindro, contralbero d’equilibratura per ridurre le vibrazioni ed iniezione elettronica. L’arrivo dell’Euro-4 ed una scelta specifica della fasatura della distribuzione (quella dell’albero resta naturalmente regolare, a 180°) nonché dei condotti di aspirazione ed airbox ha comportato il sacrificio di qualcosa in termini di potenza massima, ma Kawasaki ha saggiamente compensato ottimizzando il tutto per valorizzare la spinta ai medi regimi, con una bella “schiena” fra i 3 e i 6.000 giri puntando alla regolarità al di fuori di queste soglie, con curve di coppia e potenza che vedono la prima ben più sostenuta e regolare nell'arco interessato, pur sacrificando qualcosa in termini di allungo e di potenza massima. Notevole anche il consumo dichiarato, che nel ciclo WMTC è pari a 23,4km/L, e lodevole la protezione della ventola radiatore che riduce le temperature di serbatoio, telaio e gambe del pilota nei mesi caldi nella circolazione a bassa velocità.

La ciclistica - Se il motore è una “faccia nota”, il discorso non vale però per la parte ciclistica dove è arrivato un inedito telaio a traliccio in acciaio altoresistenziale – tendenza inaugurata in Kawasaki dall’ammiraglia Ninja H2 – dal peso di soli 15kg (-10 rispetto alla precedente unità in tubi della ER) realizzato grazie ad un sistema di analisi FEM proprietario della Casa di Akashi, introdotto nelle moto proprio con l’H2, ed utilizzante il motore come elemento portante assieme alle staffe portapedane.

Accessori e disponibilità - La Kawasaki Z650 è in arrivo nelle concessionarie proprio in questi giorni nelle tre colorazioni Pearl Flat Stardust White (bianco) / Metallic Spark Black (nero), Metallic Flat Spark Black (nero) / Metallic Spark Black (nero), Metallic Raw Titanium (grigio) / Metallic Spark Black (nero) ad un prezzo che parte da 6.790 euro franco concessionario.

Pregi e difetti – Il prezzo è in linea con quello delle concorrenti giapponesi e, non essendo proibitivo, potrebbe attirare un ampio pubblico. Oltre al prezzo interessante, la nuova Z650 è resa attraente dalla sua versatilità alla guida, maneggevole e versatile anche se agli lati regimi si percepisce qualche vibrazione.

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