SBK 2018, test di Portimao: Rea è il più veloce

Motori

Carlo Baldi

Rea, Portimao 2018 Test (foto: twitter.com)

Rea chiude i due giorni di test in Portogallo davanti a tutti. Le sorprese arrivano da Camier, secondo, e Razgatlioglu quinto. E ora si parte da Phillip Island

I due giorni di test che si sono disputati all’Autodromo do Algarve di Portimão, in Portogallo, hanno concluso la preparazione invernale dei piloti e dei team Superbike, che si ritroveranno tra una ventina di giorni a Phillip Island, in Australia, per i test ufficiali e per il primo round della stagione 2018.

A chiudere in testa alla classifica dei tempi è stato, ancora una volta, il campione del mondo Jonathan Rea. Visti anche i suoi risultati nei precedenti test di Jerez, sembra evidente che la limitazione dei giri motore (da oltre 15.000 agli attuali 14.100) non abbia influito più di tanto sulle prestazioni del nordirlandese, che con il suo 1’41”485 è rimasto sopra il suo miglior giro in Superpole dello scorso anno (e anche al best lap della pista, che appartiene a Sykes con1’41”360), ma vanno considerate le diverse condizioni climatiche, caratterizzate da un forte vento che ha disturbato i piloti specialmente nella giornata finale, e soprattutto il fatto che a Portimão Rea non abbia utilizzato gomme da qualifica. E’ ancora lui il favorito per il titolo mondiale 2018.

Alle sue spalle un sorprendente Leon Camier, che ha chiuso a poco più di un decimo dal nordirlandese. Il pilota della Honda ha utilizzato gomme da tempo, ma i test di Jerez e di Portimão hanno evidenziato notevoli progressi da parte di una CBR RR che solo pochi mesi fa stagnava nelle parti basse della classifica. Il giro più veloce di Camier (1’41”623) è stato di un secondo e due decimi inferiore a quello fatto registrare in Superpole da Bradl nel round portoghese dello scorso anno. Miglioramenti netti quindi, sia con la vecchia centralina Cosworth utilizzata in Spagna che con la nuova Marelli testata nei due giorni portoghesi. Prima di cantare vittoria comunque attendiamo i test ufficiali e soprattutto le prime due gare australiane, ma appare chiaro come il team Red Bull Honda abbia finalmente girato pagina, favorito anche da una riduzione dei giri motore più benevola rispetto a quella della Kawasaki (200 in più rispetto alle verdone), ma inferiore se paragonato a quella della altre 4 cilindri (14.700).

Non stupiscono più di tanto la terza e la quarta piazza dei due alfieri della Yamaha: Alex Lowes e Michael VdMark, con il primo che ha ceduto solo 148 millesimi al tre volte campione del mondo, mentre l’olandese si è fermato ad oltre mezzo secondo. La R1 è ora molto più competitiva rispetto al 2017, come ha confermato anche il tester Canepa che in Spagna aveva preceduto i due piloti ufficiali.

A. Lowes (foto: twitter.com)

Al quinto posto troviamo un’altra piacevole sorpresa: il giovane turco Toprak Razgatlioğlu, che chiude a 620 millesimi dalla vetta della classifica, mettendosi alle spalle piloti molto più esperti di lui, che saliva solo per la terza volta sulla Ninja in versione Superbike. Quella di Toprak è una sorpresa solo per i non addetti ai lavori, ma chi era presente ai test svolti lo scorso anno proprio a Portimão, si ricorderà molto bene come il turco avesse già messo in mostra impressionanti doti di adattamento alla sua nuova moto. Se mai ce ne fosse stato bisogno, Razgatlıoğlu ha confermato che quest’anno, pur essendo al debutto nella classe regina delle derivate, chiuderà spesso nella top five.

Il “turchino” ha preceduto anche Sykes, ma Tom si è limitato a lavorare sulla sua Ninja senza badare troppo al tempo sul giro, con l’obiettivo di arrivare pronto a Phillip Island.

Laverty ha terminato le prove al settimo posto, ma sia lui che il suo compagno di squadra Savadori (quattordicesimo ad oltre otto decimi da Eugene) si sono dichiarati soddisfatti dei progressi compiuti dalle loro RSV4, soprattutto per quanto riguarda il grip al posteriore, un problema che lo scorso anno li aveva rallentati parecchio in diverse occasioni.

Le due Ducati chiudono ad oltre un secondo da Rea, ma Davies e Melandri hanno pensato più all’assetto delle loro Panigale che non al tempo sul giro e, pur se particolarmente disturbati dal forte vento, si sono detti pronti per l’inizio del campionato. Rispetto alle prove di Jerez, in Portogallo i due hanno lavorato entrambi sulla distanza e sulla ciclistica, adattandosi alla riduzione del numero di giri motore.

Il debuttante Michael Ruben Rinaldi sta cercando di accumulare più giri di pista e più esperienza possibili in attesa della sua prima gara, che sarà quella di Aragón, in aprile.

A Portimão abbiamo assistito al debutto assoluto in Superbike di Jacobsen e di tutto il team TripleM Honda, che lo scorso anno correva in stock 1000. L’americano ha concluso ad oltre tre secondi da Rea, confermando che il lavoro da fare sia ancora molto, sia per lui che per la sua squadra.

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