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IndyCar Texas, prima gara in un ovale a Fort Worth

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Matteo Pittaccio

Dopo tre settimane di pausa la NTT IndyCar Series torna finalmente in pista nel Texas Motor Speedway, scenario della prima gara ovale del 2022. Da non perdere l'appuntamento in diretta su Sky Sport

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Dall’ovale texano riparte la caccia a Scott McLaughlin, vincitore della prima gara e autore del primo podio in carriera proprio in Texas (2° Gara 1 – 2021). Nel mitico tracciato di Fort Worth ben ventisette piloti lotteranno per la vittoria in un weekend suddiviso in due giornate: sabato 19 marzo si svolgeranno le prove libere e le qualifiche mentre domenica 20 la gara, il tutto trasmesso in esclusiva sui canali di Sky Sport.

La lista degli iscritti: tornano Ed Carpenter e J. R. Hildebrand

Molteplici le novità, a partire dai piloti impegnati nella seconda gara stagionale. A. J. Foyt Racing ha scelto J. R. Hildebrand come sostituto di Tatiana Calderón nei circuiti ovali. Il 34enne californiano sarà già in pista questo fine settimana con la Dallara-Chevrolet numero 11, che tornerà tra le mani della Calderón già a Long Beach. In più, come da tradizione, Ed Carpenter ha annunciato la propria presenza nelle cinque gare ovali del campionato, ovviamente in rappresentanza della propria squadra. C’è però una differenza sostanziale rispetto agli scorsi anni siccome Carpenter non si alternerà a Conor Daly sulla Dallara-Chevrolet numero 20, bensì schiererà una terza vettura. Il team owner ha infatti deciso di intensificare la partecipazione della propria squadra attraverso la preparazione della monoposto numero 33. La scelta della numerazione deriva da più fattori: Carpenter è nato il 3 marzo 1981, ha vinto tre gare e conquistato tre Pole Position alla Indy500. Il numero 33, inoltre, è un riferimento al tetto massimo di auto che possano correre la mitica 500 Miglia di Indianapolis, evento che Carpenter punterà a vincere dopo diciotto tentativi andati a vuoto.

Texas Motor Speedway: emozioni dal 1997, incognita asfalto

Il Texas Motor Speedway è un impianto capace di evocare ricordi epici. La IRL (Indy Racing Leauge) corse a Fort Worth per la prima volta nel 1997, anno in cui vinse il due volte campione della Indy500 Arie Luyendyk. Dal 1998 al 2004 l’ovale del Texas ospitò due gare all’anno, passando alla gara singola nel 2005 e poi tentando la formula della doppia manche nel 2011, quando la IndyCar decise di suddividere l’evento in due giorni. Quell’edizione rappresentò una rievocazione del format utilizzato tra gli anni ’70 e ’80: piloti e squadre corsero due gare tra sabato e domenica, entrambe da 114 giri. La prima manche fu vinta da Dario Franchitti mentre la seconda – caratterizzata dalla griglia di partenza estratta a sorteggio – venne conquistata da Will Power. In occasione dell’edizione 2012 la serie ritornò al format della gara singola, tra l’altro vinta dal compianto Justin Wilson a bordo della Dallara di Dale Coyne Racing.

Da non dimenticare il tentativo della C.A.R.T di correre in Texas nel 2001. L’operazione fu fallimentare siccome le potenti vetture della serie raggiunsero i 370 km/h di media sin dalle prove libere. Questi picchi di velocità, combinati ad elevate e continue forze G, portarono i piloti a soffrire disorientamento e perdite di coscienza, fattori che causarono prima la cancellazione della gara e poi forti proteste.

L’albo d’oro del Texas vede in testa alla classifica Scott Dixon, entrato in victory lane ben cinque volte tra il 2008 ed il 2021. Ben sette i piloti iscritti ad aver già vinto almeno una volta a Fort Worth: oltre a Dixon citiamo i successi di Hélio Castroneves (3), Will Power (2), Graham Rahal (1), Josef Newgarden (1) e Patricio O’Ward (1). Quest’ultimo vinse per la prima volta in IndyCar lo scorso anno quando, durante Gara 2, si esibì in sorpassi fantastici all’esterno, zona non proprio ideale considerando il pessimo asfalto. Dieci le vittorie del Team Penske, ancora a caccia della seicentesima vittoria, seguito a quota sette da Chip Ganassi Racing. Altre sei sono le squadre già vincenti in Texas: A.J. Foyt Racing, Andretti Autosport, Dale Coyne Racing, Ed Carpenter Racing, Rahal Letterman Lanigan Racing e Arrow McLaren SP, tutte con un successo all’attivoUna delle sfide più ostiche è offerta dall’asfalto. La tecnologia PJ1 applicata nel 2019 ha reso la parte alta del banking quasi impraticabile per le IndyCar. Per risolvere questo problema Dallara metterà a disposizione dei bargeboards aggiuntivi (opzionali) che servirebbero ad incrementare il grip nelle quattro curve caratterizzate da venti e ventiquattro gradi di elevazione. Altro elemento di forte interesse risiederà nelle qualifiche, sessione in cui ogni pilota disporrà di due giri veloci con lo scopo di registrare la più alta velocità media. Il pilota con più Pole Position ottenute in Texas è Will Power, partito davanti a tutti per tre volte edizioni consecutive. Tra i piloti in pista nel prossimo fine settimana cinque hanno siglato il miglior tempo nelle qualifiche: Scott Dixon (2), Josef Newgarden (2), Takuma Sato (1) e Alex Palou (1).

Per l’ottava volta la gara texana si correrà sulla distanza di 248 giri, pari a ben 372 miglia (595 km). Molto alta la probabilità di ingressi della Pace Car (record nel 2017 con nove Full Course Yellow) mentre per quanto concerne le strategie sarebbe previsto uno standard di tre soste. Ricordiamo che, a differenza dei circuiti cittadini e permanenti, Firestone fornisca una sola mescola di pneumatici sviluppati per resistere alle forti sollecitazioni degli ovali e, al contempo, lavorare correttamente con i setup asimmetrici delle auto.

Programma e orari del weekend in diretta su Sky Sport Action, canale 206.

  • Sabato 19 marzo

·       Prove Libere – Ore 16:45

·       Qualifiche – Ore 19:00

  • Domenica 20 marzo

·       Gara – Ore 17:45