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Indycar, St. Louis: Newgarden vince dopo la bandiera rossa per pioggia

INDYCAR

Matteo Pittaccio

Dopo 260 giri e più di quattro ore di evento la bandiera a scacchi è calata a Gateway e Josef Newgarden ha portato a casa la vittoria nel World Wide Technology Raceway. Classifica ancora molto corta con sette piloti in 59 punti. Prossimo round a Portland il 4 settembre

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Per Newgarden si tratta del quarto successo nel corto ovale di St. Louis, del quinto in stagione e del venticinquesimo in carriera, a pari merito con Gordon Johncock (vincitore Indy500 1973). La vittoria è arrivata al termine di una gara divisa in due parti dalla bandiera rossa chiamata al giro 217 a causa della pioggia. Per evitare problemi più grandi la Indycar ha anticipato la partenza di circa venti minuti ma, proprio all’inizio dell’ultima fase di gara, l’acqua ha comunque costretto la direzione gara a fermare la corsa per quasi due ore. Una volta ripartita la corsa, Newgarden ha subito marcato stretto il compagno McLaughlin - passato in testa nell’ultima sosta - superando il neozelandese prima di curva tre. Dopodiché, Newgarden ha mantenuto il comando della classifica fino alla bandiera a scacchi precedendo di soli quattro decimi un meraviglioso David Malukas, esordiente in forze al team Coyne-HMD. Grazie al pit stop effettuato quattro giri prima della bandiera rossa, Malukas e Sato hanno sfruttato le gomme nuove per spingere e superare gli avversari. Se Sato è rimasto bloccato nel traffico e ha chiuso la gara al 5° posto, Malukas si è esibito in manovre meravigliose passando Power, O’Ward e soprattutto McLaughlin, superato all’esterno della prima curva nell’ultimo giro di gara. Così è dunque arrivato il primo podio in Indycar per Malukas, ancora in lotta per il titolo di Rookie of the Year

Will Power, dalla pole al 6° posto

Dovendo evitare rischi eccessivi McLaughlin non ha opposto troppa resistenza nel difendersi da Malukas e ha chiuso la corsa al 3° posto, ottimo considerando che il leader del campionato Will Power abbia chiuso la 500 km di Gateway in 6^ posizione. Tra McLaughlin e Power si sono classificati Pato O’Ward ed il già citato Takuma Sato. O’Ward ha utilizzato il classico approccio aggressivo nel corso dell’intera gara e si è rivelato l’unico pilota capace di spezzare l’egemonia Penske nel periodo antecedente la bandiera rossa. Nonostante le gomme più stanche, O’Ward è stato anche abile nel proteggere il 4° posto dagli attacchi di Takuma Sato, arrivato in scia al messicano sul traguardo dopo qualche timido tentativo di sorpasso. Meno soddisfatto Will Power, partito dalla Pole Position e rimasto saldamente in testa alla gara fino al giro 158, momento in cui O’Ward ha approfittato della caution causata da Harvey (145° giro) per partire vicino a Power e superare l’australiano all’esterno delle prime due curve. Dopo la neutralizzazione Power ha perso terreno anche rispetto a Newgarden e McLaughlin, rientrati ai box durante la caution del giro 145 per cambiare strategia e ripartire con gomme fresche sfruttando il fatto che a pieni giri vi fossero solamente otto piloti. Terminata la caution, Power è stato sfilato dai compagni di squadra, mai ripresi anche dopo la bandiera rossa. Anzi, ripartita la gara il campione Indycar 2014 si è dovuto piegare anche a Takuma Sato, salito al 5° posto grazie al treno di gomme più fresco.

Gara da dimenticare per Alexander Rossi

L’amarezza si fa sentire anche nel box Chip Ganassi Racing, la squadra che teoricamente dovrebbe contrastare il Team Penske ai vertici della serie. A St. Louis questo non è successo: Ericsson, Dixon e Palou hanno corso in difesa e, nonostante abbiano montato gomme nuove dopo la bandiera rossa, hanno perso tempo con i doppiati e sono rimasti bloccati in 7^, 8^ e 9^ posizione. Inoltre, in circa quaranta giri Palou ha preso venti secondi da Newgarden ed è quasi stato doppiato. L’ultimo pilota a pieni giri e Graham Rahal, 10° dopo aver iniziato la gara in 16^ posizione. Il figlio d’arte ha regolato Colton Herta, primo dei doppiati, Devlin DeFrancesco, Romain Grosjean, Jimmie Johnson e Hélio Castroneves (15°), tutti racchiusi in un fazzoletto di pochi secondi. Del weekend di Felix Rosenqvist, 16°, si salva soltanto l’incredibile partenza, fase in cui lo svedese di McLaren ha guadagnato tredici posizioni dopo esser partito dal fondo. Rimasto per tutta la gara vicino alla Top10, Rosenqvist ha poi perso tempo nelle ultime soste e si è dovuto accontentare del 16° posto davanti a Kirkwood, il primo a subire due giri di ritardo. Gara da dimenticare anche per Alexander Rossi, impegnato a lottare tra la nona e la decima posizione fino a quanto è rientrato ai box al giro 121 con la macchina in folle. Ripartito dopo aver perso quattordici giri, Rossi ha corso la parte restante della gara con l’obiettivo di raccogliere la bandiera a scacchi, raggiunta al 25° posto. L’unico ritirato prende il nome di Rinus VeeKay, fermato da un problema tecnico al 53° giro.

Indycar: la classifica

Chiuso l’appuntamento di St. Louis, la IndyCar va in pausa per una settimana per poi tornare in pista a Portland, Oregon, per il penultimo appuntamento del 2022. Power comanda con 3 punti su Newgarden, 14 su Dixon e 17 su Ericsson. Più distanti ma ancora inclusi nella lotta per il titolo Palou (-43), McLaughlin (-54) e O’Ward (-58).