24 Ore di Le Mans, il valore del successo Ferrari

il trionfo

Matteo Pittaccio

@FerrariHypercar - Twitter

Tra storia, concorrenza e contesto la vittoria Ferrari nel Centenario di Le Mans lascia un segno indelebile nella storia delle corse. Il successo della debuttante 499P è arrivato al termine di una lunghissima lotta con la stravincente Toyota

50 anni dall’ultima apparizione nella classe regina, ben 58 dall’ultima vittoria. La 24 Ore del Centenario rimarrà per sempre un’edizione memorabile, un grande classico capace di fermare il tempo e di unire in un solo colpo gli anni ’60 e i tempi moderni, come se all’improvviso uno squarcio si fosse aperto nell’ipotetico multiverso. Dalla Ferrari 250LM NART (Luigi Chinetti) del 1965 di Jochen Rindt, Masten Gregory e Ed Hugus alla 499P debuttante nel 2023 e già vincente nella grande maratona francese con Alessandro Pier Guidi, James Calado e Antonio Giovinazzi. Due dei tre li avevamo incontrati in occasione dei Ferrari ASGT Media Day, appuntamento in cui Pier Guidi e Calado si erano già detti ottimisti in vista della 91esima 24 Ore di Le Mans, sebbene con qualche giustificata riserva nei confronti dell’affidabilità e degli elementi esterni alla pura prestazione. Dello stesso parere Giovinazzi, che nei giorni passati ha gareggiato per la prima volta nella classe regina nel Circuit de la Sarthe, adattandosi in fretta al mondo dei prototipi endurance, spinto, stimolato e consigliato dai più esperti compagni di equipaggio. 

Per i tre non è stata una passeggiata, così come per meccanici e addetti ai lavori Ferrari e del racing partner AF Corse. Ogni dimensione è stata messa a dura prova, posta sotto pressione dai continui cambiamenti metereologici del sabato e dall’incessante pressione dei grandi costruttori, in primis Toyota, campionessa a Le Mans per 5 anni di fila con il team Gazoo Racing. Superato il brivido del fuoripista notturno, nel quale Pier Guidi ha dovuto evitare una GTE in testacoda, la leadership assoluta è stata piano piano ripresa. Tuttavia, dei problemi all’avviamento venuti a galla domenica mattina hanno riportato la Toyota numero 8 in vantaggio, ma lo stesso Pier Guidi non si è dato per vinto, recuperando il tempo perso e superando Sebastien Buemi all’esterno della seconda chicane dell’Hunadieres dopo un lungo confronto fiano a fianco. Ed è proprio in quel momento che la storia di Le Mans ha preso un’altra direzione, traslando dalla stravincente Toyota alla rientrante Ferrari, che minuto dopo minuto ha avvicinato sempre più le mani sulla decima affermazione. 

È incredibile, ci vuole un po’ di tempo per realizzare quello che abbiamo fatto – ha detto Pier Guidi nel post gara - scrivere una piccola parte della storia di Ferrari è qualcosa di unico, specialmente da italiano: già da bambino pensavo di correre per questa casa, ora trovarsi a ottenere la vittoria assoluta a Le Mans regala sensazioni speciali".

La festa nei box, quella sotto il podio, le lacrime e i sorrisi hanno invaso l’ambiente, rendendo l’atmosfera dolcissima ai sostenitori del Cavallino Rampante, tornato sul tetto del mondo attraverso la spinta del gruppo diretto da Antonello Coletta. Immaginate che soddisfazione per il direttore romano: stravincere in GT, riportare Ferrari nella classe regina dell’endurance e, soprattutto, conquistare Le Mans al primo tentativo. Ma non è solo questo a contare, perché la vittoria è supportata da una prestazione complessivamente esaltante. Si tratta di un lavoro di gruppo da dieci e lode, risultato di un equilibrio di una squadra forte in tutti i campi, come dimostrato dall’equipaggio numero 50 di Antonio Fuoco, Miguel Molina e Nicklas Nielsen, anche loro in lotta per la vittoria fino al momento in cui un sasso ha danneggiato il sistema di raffreddamento dell’ERS, fermando la 499P ai box per circa 6 giri. 

A rendere ancor più speciale il trionfo a Le Mans è la concorrenza. Quando si riesce a battere di pura prestazione Toyota, riferimento della categoria, un colosso come General Motors (in pista con tre Cadillac), Porsche (il costruttore più vincente di sempre a Le Mans con le 19 vittorie) e Peugeot (forte di 3 successi), il valore della conquista aumenta a dismisura, inorgogliendo chi ha lavorato in un progetto tanto complesso quanto competitivo. Ed il commento di Antonello Coletta ci permette di sottolineare esattamente il grande valore di una vittoria ottenuta in un contesto così speciale: “Più di 350 mila persone sono state qui assiepate a vedere le 61 macchine, con i brand più importanti al mondo ed è anche per questo che siamo molto orgogliosi di aver vinto la classe principale. Tra l’altro con i piloti italiani, che ci hanno permesso di conquistare la pole e oggi la vittoria con due atleti su tre del nostro Paese".

Gli stessi piloti Toyota non si sono tirati indietro dal fare i complimenti ai vincitori, riconoscendo il valore di un traguardo che lo stesso marchio giapponese ha atteso per anni: “Grandi congratulazioni a Ferrari”, ha affermato Hartley. “Sono stati più veloci e non hanno commesso errori, perciò ben fatto!”. Per tale motivo, onore a Ferrari e ai suoi avversari, Toyota Gazoo Racing su tutti, che combattendo per un giorno intero hanno restituito l’idea di quanto sia difficile vincere a Le Mans, a maggior ragione con una realtà appena nata qual è Ferrari Hypercar, che ha già aperto da prima protagonista il nuovo corso delle gare di resistenza. Ora inizia il cammino verso la 6 Ore di Monza (9 luglio), appuntamento al quale non si potrà rinunciare per ammirare da vicino il fascino dell’endurance, potenziato ai massimi livelli dall’epica 91esima 24 Ore di Le Mans