IndyCar, la magia di chiamarsi Scott Dixon

Motori

Biagio Maglienti

FOTO da @scottdixon9 - Twitter
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A 42 anni, dopo 329 gran premi disputati e 52 vinti, è ancora un punto di riferimento. Si è messo in tasca anche la gara della vita, quella più veloce del mondo, cioè la 500 Miglia di Indianapolis nel 2008, salendo nell’0limpo del piloti in assoluto. A Road America, dove scattava 23esimo, la conferma della sua "magia"

Il numero nove ha veramente monopolizzato il campionato della Indycar in questi lunghi anni. Nato a Brisbane nel 1980, catapultato negli Usa per sbarcare il lunario. Scott Dixon ha immediatamente preso le misure di questo nuovo mondo, centrando da subito il campionato nel 2003 e replicandolo per ben sei volte. Oggi, a 42 anni, dopo 329 gran premi disputati e 52 vint,i è ancora un punto di riferimento. Si è messo in tasca anche la gara della vita, quella più veloce del mondo, cioè la 500 Miglia di Indianapolis nel 2008, salendo nell’0limpo del piloti in assoluto. Road America a Elkhart Lake alla fine è per antonomasia il vero “pistone” americano. 

Una vera icona di questo sport non avrebbe che potuto essere protagonista ancora una volta su questo tracciato che nato nel 1955 è rimasto intatto sino ai giorni nostri. Scott Dixon al Gran Prix di Road America partiva dalla  23^ posizione. Un weekend difficile per il pilota di Ganassi. Protagonista anche di un incidente e un confronto a muso duro con Will Power, in gara si è scatenato diventando protagonista di una super-rimonta. Ha rimesso a punto la monoposto, si è gettato all’inseguimento dei primi con una serie di sorpassi capolavoro e ha raddrizzato una gara come solo lui sa fare. 

Una gara da vero mastino, una prova di forza che lo ha portato a recuperare diciannove posizioni. Insomma nonostante tutto ancora una volta è stato un protagonista e soprattutto un pilota capace di guardare in faccia alla classifica e al campionato, rimanendo agganciato al trenino dei primi, con una quarta posizione che lo aiuta a sperare ancora di centrare il risultato finale. Quindi Road America ha avuto il significato di una tradizione americana (o Australiana) che prosegue sul circuito vero a stelle e strisce.