IndyCar, GP Road America: Palou inarrestabile, vince anche ad Elkhart Lake

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Matteo Pittaccio

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A Road America Alex Palou approfitta dei problemi di Herta e vince per la terza volta in stagione. Successo numero 250 per Chip Ganassi Racing. Newgarden e O’Ward sul podio. Dixon 4° in rimonta

Alex Palou e Chip Ganassi Racing continuano a dettare legge nella NTT INDYCAR Series vincendo lo spettacolare Gran Premio di Road America. Nel lungo e mitico circuito di Elkhart Lake il catalano ha messo a segno la settima vittoria in carriera, regalando alla formazione di Chip Ganassi il successo numero 250, un traguardo raggiunto proprio nel periodo in cui il binomio pilota-squadra ha preso il sopravvento sul resto della griglia. Eppure stavolta sembrava che il campione 2021 si sarebbe dovuto piegare a Colton Herta, partito dalla pole e in testa fino all’ultimo stint, quando lo stesso californiano è stato obbligato a gestire il carburante dopo aver anticipato il pit stop di un giro rispetto ai rivali. Un singolo giro a Road America – pista da 6,5 km – fa la differenza, ed ecco che al crollo prestazionale di Herta si è unito il ritmo forsennato di Palou, salito al primo posto a sei giri dalla fine con un gran sorpasso all’esterno della prima curva.

Delusione Herta, che crollo!

Dovendo diminuire la potenza erogata dal proprio V6 Honda, Herta ha successivamente perso ulteriore terreno, subendo i sorpassi di Josef Newgarden (2°), Patricio O’Ward (3°) e Scott Dixon (4°), la cui solidità ha consentito di rimontare dalla 23esima posizione di partenza, dimenticando in fretta l’incomprensione del sabato con Power e le qualifiche sottotono. Tornando a Herta, tutta la delusione per la mancata vittoria si è palesata nel post gara, quando il classe 2000 si è definito frustrato. Herta ha chiuso la gara davanti a Marcus Ericsson, uno dei piloti più combattivi in pista. Lo svedese è giunto sul traguardo a soli sei decimi dalla Top5, precedendo a sua volta un ottimo Christian Lundgaard, 7° e capace di riportare il Rahal Letterman Lanigan Racing nelle posizioni che contano dopo un periodo molto buio. Gara in rimonta, invece, per Scott McLaughlin, fermatosi all’ottavo posto. Il neozelandese è stato autore di una partenza degna di nota, partendo 18° e recuperando subito numerose posizioni. Tuttavia, nel finale lo sprint di McLaughlin si è esaurito ed il vincitore del GP dell’Alabama si è dovuto accontentare dell’8^ posizione.

Alti e bassi per Kirkwood

Così come a Detroit, Kyle Kirkwood ha vissuto una gara altalenante, quasi a due volti. Partito 6°, il numero 27 di Andretti Autosport ha tamponato in curva uno Pato O’Ward, finendo poco dopo in testacoda. Penalizzato dalla direzione gara, che ha sanzionato Kirkwood con lo spostamento nella parte finale della classifica (poco male, era già in fondo), la gara del giovane californiano è via via migliorata, concludendosi con un dignitoso 9° posto. Il caso ha voluto che Kirkwood abbia terminato la corsa davanti ad Alexander Rossi, 10°, il pilota che ha sostituito in Andretti Autosport.

Gara opaca per Will Power

Appena al di là della Top10 troviamo Graham Rahal, seguito al 12° posto da Rinus VeeKay, penalizzato per aver causato il testacoda di Rosenqvist nella terza curva del giro quattordici (l’olandese ha dovuto restituire la posizione a Rosenqvist, sceso a metà classifica dopo l’incidente). Gara opaca anche per Will Power, solamente 13° nella pista in cui ha trionfato nel 2016. Il campione in carica è partito molto indietro (22°) e, tra le varie neutralizzazioni dei primi ventisette giri, ha optato per un cambio di strategia. Insieme a Marcus Armstrong (fuori pista al Carousel nel passaggio finale), infatti, Will Power ed il Team Penske hanno deciso di non fermarsi nel periodo di caution nato dal ritiro di David Malukas (problemi tecnici al ventisettesimo giro). L’obiettivo sarebbe stato di prendere il comando della classifica e spingere con pista libera, fermandosi ai box ad una decina di giri dal traguardo per poi correre in modalità qualifica, sperando – magari – in una nuova neutralizzazione. Quest’ultima non è mai arrivata e Power si è ritrovato a spingere come un forsennato negli ultimi km, commettendo un errore da brividi nella curva Kink. Tornato in pista senza ulteriori difficoltà, Power ha recuperato fino al 13° posto, precedendo gli ex compagni di squadra Simon Pagenaud e Hélio Castroneves. 16° posto per Santino Ferrucci e 17° per Ryan Hunter-Reay, tornato in INDYCAR con Carpenter Racing nel ruolo di sostituto di Conor Daly. Abbastanza opaca la gara di Juncos Hollinger, al 18° e 19° posto con Callum Ilott e Agustin Canapino, arrivati davanti ad un attonito Felix Rosenqvist, risalito in 7^ piazza dopo il contatto con VeeKay ma crollato nell’ultimo stint a causa di problemi nella gestione del carburante.

Weekend da dimenticare per Grosjean

 

Anche Romain Grosjean dovrà dimenticare in fretta il weekend di Road America, andato male sin dalle prove libere. In gara il francese è arrivato 25°, finendo per di più in testacoda in seguito ad un errore commesso in curva tre, dove Grosjean ha pizzicato l’erba in ingresso curva. Mettendo in archivio il GP di Road America, la INDYCAR va ora in pausa per tre settimane. Si ritornerà in pista in Ohio il 2 luglio, giorno in cui inizierà ufficialmente la seconda fase di un campionato che vede Palou in fuga grazie ai 74 punti di vantaggio su Ericsson, 81 su Newgarden e ben 98 su Scott Dixon.