Indycar, a Indianapolis va in scena l'imprevedibile

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Biagio Maglienti

Biagio Maglienti

La straordinaria vittoria del 42enne Scott Dixon, partito quindicesimo e coinvolto in un testacoda al primo giro. Diventano così 19 le stagioni di fila che vedono il neozelandese trionfare in questa categoria

INDYCAR, MAGIA DI DIXON-GANASSI: VITTORIA DA FONDO

Quando sul circuito più iconico in assoluto del motorsport, parti quindicesimo e alla curva sette rimani coinvolto in un testacoda dopo essere stato tamponato, beh la tua autostima inevitabilmente si frantuma. Ma se sei Scott Dixon, con in tasca 319 partenze e 53 vittorie, allora, ti dimentichi in fretta il tutto, pesti giù duro sull’acceleratore e ti proponi nella veste del leader. Decidi assieme al muretto del box una strategia alternativa e ti metti nella condizione di essere il pilota che può raggiungere la vittoria numero 54. Rientri anticipatamente ai box, ti conservi il carburante necessario per poter arrivare in fondo, soffri gli ultimi 10 giri, ma in tasca hai messo una vera e propria perla di gara.

Sono 19 anni consecutivi che Dixon vince in questa categoria

Detta così sembrerebbe una favola moderna e invece il quarantaduenne Scott Dixon ne è stato un reale protagonista. Così sul “podio ascensore” di Indy il pilota del Team Ganassi è prepotentemente salito con la sua numero 9, osannato dalla sua numerosa famiglia e dal suo boss Chip, che in questo week-end polemico ne aveva proprio bisogno. Sono così 19 le stagioni di fila che vedono il neozelandese trionfare in questa categoria. Questa delle 19 è sicuramente la vittoria più ragionata, sofferta, fortemente voluta e certamente più entusiasmante. Dal testacoda alla vittoria, un percorso netto che in realtà ne esalta ancor più fama, capacità agonistica e di visione della gara. A Indy ha vinto la 500 Miglia (2008) e adesso anche la seconda gara sul permanente, quindi in tutto un tris esaltante. E se questa favola moderna si avvera, un’altra svanisce, quella di Graham Rahal, che partito in pole position, con una monoposto finalmente competitiva e con gli ultimi chilometri in rimonta, abbandona ogni speranza al fotofinish e si accontenta del secondo posto. Una beffa, mal digerita che se così non fosse gli avrebbe consentito di uscire dal guano di una stagione allucinante, con Indy 500 di quest’anno come punta dell’iceberg.

Insomma questa è Indianapolis, questo è il campionato Indycar, questa è la vita del motorsport… ma che fortuna abbiamo a viverla ed applaudirla.