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IndyCar, Alex Palou: a Indianapolis una vittoria che sa di consacrazione

Motori
Biagio Maglienti

Biagio Maglienti

©IPA/Fotogramma

Alex Palou conquista la vittoria nella 500 Miglia di Indianapolis, la sua prima sul "catino dell'Indiana" oltre che su un ovale, nonostante i tre titoli Indycar già vinti in carriera. Il pilota che meglio di tutti ha interpretato l'arrivo dell'ibrido nella serie, e che attualemente sembra essere in perfetta sintonia con macchina, squadra e campionato. Questo il racconto della sua impresa. La IndyCar torna domenica 1° giugno per il Gran Premio di Detroit da seguire in diretta su Sky Sport

GLI HIGHLIGHTS DI SKY SPORT

Alex Palou consacra la sua magnifica forma vincendo la prestigiosa 500 Miglia di Indianapolis targata 2025. Era prevedibile, ma come tutti i pronostici scontati, arrivare a mettere l'artiglio sulla gara in assoluto più imprevedibile, difficile, dalle mille incognite oltre che lunghissima e velocissima, non è così semplice. E poi lo spagnolo non aveva mai vinto prima d'ora su di un ovale, nonostante si fosse portato a casa già ben 3 titoli della Indy. E pensare sino in fondo che sarebbe stato possibile, nel "catino dell'Indiana" era un azzardo. Ma si sa, quando le statistiche sono troppo chiare, diventa facile scommettere su un qualcosa di straordinario. E la stagione di Alex, nelle prime gare, lo è stata. Ha sempre vinto ad esclusione di Long Beach, dove è arrivato secondo. E' in possesso di una forma smagliante è vero, ma anche a mio parere ha la capacità di gestire la monoposto del team Ganassi come nessuno. In più ha la facoltà di leggere la gara adesso che in Indy esiste l'ibrido e quindi bisogna razionalizzare forze, tecnologia e propulsore, oltre che gomme e benzina. Alex è stato il pilota che è meglio riuscito in questo intento e la 109esima edizione della Indy 500, la prima "ibrida", ne ha consacrato le doti di ragioniere e splendido interprete di quelli che sono i 200 giri più difficili e ingarbugliati di tutto il campionato e forse anche di tutte le gare del Motorsport. 

Onore quindi al primo spagnolo sul tetto del mondo e a mettere il faccino sul Warner Trophy, con una semplicità agonistica e d'animo che ne ha esaltato le proprie caratteristiche di pilota. Ha atteso in zona "safe" gli ultimi dieci giri, decidendo di sprintare quando ancora poteva avere quel briciolo di consistenza in più degli avversari, garantita da una perfetta salvaguardia della monoposto. Lo ha fatto ad Indianapolis, sull'ovale che nelle passate stagioni non gli aveva regalato grandi gioie, esprimendo anche qui, come nelle gare disputate quest'anno, la sua perfetta integrazione con il metodo di guida dell'ibrido. Un Palou perfetto al quale nessuno puo' contestare di non essere un pilota completo, di non aver scelto la categoria del motorsport più adatta alle sue caratteristiche e di non essere il migliore in questa stagione, sino ad oggi. Chip Ganassi, questo pilota, se l'è difeso con le unghie e con i denti, mostrando a tutti di aver ragione, quando l'anno scorso c'era il rischio di vedergli cambiare tuta. Così ha potuto, assieme a lui bere il latte Intero, sul podio e baciare il brickyard sul rettilineo più affascinante della Terra.