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IndyCar, vittoria capolavoro di Palou a Laguna Seca

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Matteo Pittaccio

Matteo Pittaccio

FOTO Penske Entertainment - Joe Skibinski

A Laguna Seca Alex Palou a un passo dal quarto titolo, dominando il GP di Monterey della IndyCar e candidandosi al match-point a Portland. Podio completato da Lundgaard e Herta. Grandi rimonte di Scott Dixon e soprattutto Callum Ilott, 6° al volante della Prema #90

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Alex Palou ha dominato senza affanno il GP di Monterey della IndyCar tagliando vittorioso il traguardo di Laguna Seca al termine dei 95 giri, dei quali 84 percorsi al comando. Per lo spagnolo questa è stata l'ottava vittoria della stagione e la 19^ in carriera nella IndyCar. Il pilota Ganassi ha messo in scena una gara perfetta, imponendo il suo ritmo sin dall'inizio e respingendo ogni tentativo di avvicinamento nelle cinque ripartenze successive alle neutralizzazioni. Con questo successo, ha fatto un passo decisivo verso il quarto titolo, che potrebbe già diventare realtà a Portland, tra due settimane.

Incidenti e Pace Car non fermano Palou

La corsa è stata caratterizzata da numerosi episodi critici, sperando dopo il via. Al primo giro Kyffin Simpson ha tamponato Felix Rosenqvist alla curva 6, causando subito l'ingresso della Pace Car. Rosenqvist è rientrato con quattro giri di ritardo, mentre Simpson si è ritirato. Al giro 12 è stato Jacob Abel a sbattere alla curva Andretti, provocando una nuova interruzione. Un altro incidente ha coinvolto Kyle Kirkwood, che ha colpito Rinus VeeKay spedendolo nella ghiaia e ricevendo per questo uno Stop&Go. Il pilota Andretti ha così detto addio alle ambizioni di titolo nel peggior modo possibile. Il quarto intervento della pace car è stato causato da Marcus Ericsson, finito lungo in curva 6 e poi in testacoda, bloccando la pista. Dopo alcuni istanti, i commissari hanno optato per una nuova neutralizzazione che ha annullato il vantaggio di un Palou comunque granitico.

Nemmeno nel concitato finale – reso più teso da un'uscita di pista di Santino Ferrucci alla curva del cavatappi – Palou ha perso la concentrazione. Il catalano ha mantenuto la testa davanti a Christian Lundgaard, che ha dovuto invece guardarsi le spalle dagli attacchi di Colton Herta. Quest'ultimo, pur avvicinandosi, non è mai riuscito a trovare il varco per superare. Così il podio è rimasto invariato fino alla bandiera a scacchi. Palou ha dunque messo il timbro su un weekend magistrale, ottenendo tutti i 54 punti disponibili e portando il suo margine su Pato O'Ward – arrivato quarto – a 121 lunghezze. Basterà chiudere il GP di Portland con almeno 108 punti di vantaggio sul messicano per laurearsi campione con due gare d’anticipo.

Dixon scala la classifica, ma sono Ilott e Prema a sorprendere

Scott Dixon, partito dalla 19^ posizione, ha recuperato terreno con intelligenza, sfruttando una sosta anticipata durante la seconda caution e gestendo perfettamente carburante e ritmo. Una sbavatura all'ultima ripartenza gli è costata una posizione a favore di O'Ward, ma ha comunque concluso quinto. Strategia simile per Callum Ilott, che con un'ottima prestazione ha condotto la sua Prema dal 24° al 6° posto, regalando al team italiano il miglior risultato da quando è entrato in IndyCar. Per la squadra della famiglia Rosin questo risultato equivale alla quarta Top10 stagionale, la seconda consecutiva. Dietro Ilott ha chiuso Will Power, il migliore tra i piloti di un team Penske sempre sottotono, ma arrivato al traguardo con tutte e tre le auto. Power e Marcus Armstrong, rispettivamente settimo e ottavo, hanno approfittato dell'errore in curva 5 di Christian Rasmussen, poi nono. Scott McLaughlin ha infine battuto Josef Newgarden nella lotta per il decimo posto, ma questi risultati non possono bastare alla squadra più vincente nella storia delle corse americane.

Prossimo appuntamento a Portland

Conclusa una serie estiva intensa con quattro gare consecutive, il campionato IndyCar si prende una breve pausa prima di tornare in scena tra due settimane a Portland, per il 15° appuntamento stagionale, che potrebbe incoronare nuovamente Alex Palou.