Uno torna "a casa", l'altro torna in campo. Si potrebbero riassumere così i destini dei nostri due giocatori, che affrontano la nuova stagione con rinnovate ambizioni. Un ritorno al passato per Beli, una chance per vendicare un'ultima annata maledetta per il Gallo
L’ultima stagione si era conclusa in maniera assai differente per i due giocatori italiani impegnati in NBA: Marco Belinelli, finalmente libero dalla prigione di Atlanta, era stato protagonista di un ottimo finale di stagione a Philadelphia impreziosito da una partecipazione ai playoff (la sua prima negli ultimi tre anni) che lo ha visto anche protagonista di prestazioni importanti. Danilo Gallinari, invece, alle prese con l’ennesimo infortunio (alla mano) di una stagione maledetta, ha visto i suoi Clippers restare esclusi dalla postseason, verdetto emesso solo nelle ultime giornate di campionato. Ovvio allora che, con il contratto in scadenza, Belinelli professasse ai quattro venti il desiderio di riprendere da dove interrotto l’avventura ai Sixers nella nuova stagione 2018-19. In estate, però, una piccola doccia fredda, quando alle parole di stima e gratitudine Philadelphia non fa seguire nessun tipo di proposta contrattuale: le offerte a Belinelli non mancano, da più squadre impressionate dal suo rendimento nei playoff e da quel tiro da tre oggi così tanto importante, ma l’interessamento delle varie Milwaukee, Indiana o Portland è prontamente finito in secondo piano quando al giocatore di San Giovanni in Persiceto sono giunte all’orecchio tre parole magiche: San Antonio Spurs. L’offerta proveniente dal Texas era di tutto rispetto (12 milioni di dollari per due anni) e la prospettiva di ritornare alla corte di Gregg Popovich ed Ettore Messina, nella città che lo ha incoronato campione NBA nel 2014, era troppo forte per poterci resistere. Quello che Belinelli non poteva sapere, al momento della firma, era in che versione degli Spurs avrebbe giocato: l’estate ha portato all’addio di tre giocatori simbolo della franchigia texana, Kawhi Leonard finito a Toronto (insieme a Danny Green), Tony Parker andato a Charlotte e Manu Ginobili, che dopo 16 anni di NBA ha scelto di dire basta (al loro addio si deve aggiungere anche quello di Kyle Anderson). Verrebbe quindi automatico considerare gli Spurs ridimensionati dopo questa free agency 2018, ma sulla nuova coppia DeMar DeRozan-LaMarcus Aldridge coach Pop vuole aprire un nuovo ciclo mantenendo invariata se possibile la costanza di rendimento che ha fatto di San Antonio la miglior squadra NBA dell’ultimo ventennio: “Siamo pur sempre gli Spurs”, sintetizza proprio Belinelli, che difatti vede comunque i texani capaci di poter fare “comunque molto bene”.
Con Gallinari sano L.A. punta ai playoff
Ci si aspetta un’annata positiva anche a Los Angeles, sponda Clippers: colpiti da una serie quasi unica e irripetibile di infortuni dall’inizio alla fine della scorsa stagione (con Gallinari preso particolarmente di mira, limitato a 22 gare sulle 81 disponibili), la squadra ha comunque sfiorato i playoff, motivo per cui ci si aspetta che possa centrarli recuperando tutti i giocatori a roster, finalmente sani. Tutti tranne DeAndre Jordan, l’ultimo dei “Big Three” dell’epoca “Lob City” (Paul-Griffin-Jordan) a lasciare la città degli angeli, destinazione Dallas. Al suo posto da Washington è arrivato Marcin Gortat, inferiore probabilmente dal punto di vista individuale, ma capace di ricoprire in maniera più che degna il ruolo di lungo in un quintetto basato sulla versatilità dei suoi giocatori, da Tobias Harris a Danilo Gallinari. L’italiano nell’unica occasione che lo ha visto protagonista in estate, durante gli Africa Games 2018, sembra tornato in grande forma: a Johannesburg è infatti stato votato miglior giocatore della partita grazie a una prestazione da 23 punti con 9/10 al tiro e 3/3 dall’arco. Se il Gallinari che i Clippers riaccolgono sano all’inizio della nuova stagione è questo, a L.A. possono sorridere speranzosi, una speranza condivisa in primis proprio dal loro n°8: “Voglio i playoff”, afferma convinto. E anche se la Western Conference è sempre più forte, dagli Warriors campioni in carica ai nuovi Lakers con LeBron James, anche i Clippers vogliono (e possono) dire la loro, ritrovando i punti fermi Tobias Harris e Lou Williams, riabbracciando un reparto dietro quasi mai visto lo scorso anno (con Milos Teodosic, Avery Bradley e Patrick Beverley) e accogliendo da Houston una vecchia conoscenza come Luc Mbah-a-Moute. Un roster che giustamente può avanzare della ambizioni di un certo tipo.