Dura 12 minuti la finale NBA del n°35 degli Warriors, scatenato in attacco nel primo quarto e costretto ad alzare bandiera bianca a inizio seconda frazione. Nel post gara il General Manager Bob Myers in lacrime rivela che si tratta di un infortunio al tendine d'Achille. KD intanto manda un messaggio su Instagram ai suoi compagni
GOLDEN STATE NON MOLLA E ACCORCIA LA SERIE 3-2
MYERS IN LACRIME: "L'INFORTUNIO DI KD È COLPA MIA"
Le telecamere erano tutte puntate su di lui e lo sono state di continuo nei 12 minuti trascorsi sul parquet da Kevin Durant, titolare in gara-5 e all’esordio in questa finale NBA dopo oltre un mese di assenza a causa dell’infortunio al polpaccio destro subito nel quinto episodio della serie di semifinale contro Houston. La sua partita però è terminata dopo neanche un quarto d’ora dalla palla a due (per la quale è andato a saltare lui contro Marc Gasol in mezzo al campo), a seguito di un avvio promettente che non aveva mostrato apparentemente nessun segno di cedimento. L’illusione d’averlo ritrovato in forma ottimale ha spinto a quel punto anche coach Kerr a non lesinarne l’utilizzo in una partita da vincere a ogni costo: Durant è rimasto sul parquet per 12 dei primi 14 minuti di gioco, prima di crollare letteralmente a terra a causa di un infortunio che è apparso da subito grave. Una scena che gli appassionati non avrebbero mai voluto vedere: dopo un tentativo di incrocio in palleggio sotto le gambe di fronte a Serge Ibaka - un gesto che lo ha portato a mettere la spalla destra (e dunque anche la gamba) a protezione del pallone - l’appoggio del piede a terra è risultato letale, costringendolo a mollare subito la presa sul possesso e zoppicare verso la linea laterale. La paura dei primi istanti che a saltare fosse stato addirittura il tendine d'Achille è stata poi tristemente confermata dal General Manager Bob Myers nel post-partita, anche se solo la risonanza magnetica rivelerà l'entità reale dell'infortunio. Tanto basta però per scrivere la parole fine sulla sua serie di finale, sulla stagione e forse sulla sua avventura agli Warriors. I compagni gli si sono subito stretti attorno, con Andre Iguodala che lo ha accompagnato nello spogliatoio a spalla e Steph Curry subito dietro di lui, mentre il pubblico di Toronto ha continuato in maniera sportiva a battere le mani e incitare un avversario costretto a chiudere una serie che aveva appena iniziato a giocare. Durant è uscito in stampelle dallo spogliatoio dei bi-campioni in carica e nelle prossime ore si sottoporrà agli esami che dettaglieranno la situazione, una diagnosi che purtroppo non cambierà la sostanza delle cose.
Un primo quarto da protagonista con 11 punti
Quello del pubblico dei Raptors in realtà è anche un sospiro di sollievo, visto che nei primi 14 minuti di gara il n°35 di Golden State era risultato letale contro l'impotente difesa canadese. Il ritorno sul parquet di Durant infatti aveva ridato linfa all’attacco degli Warriors, in costante movimento e ispirato da uno Steph Curry da 14 punti nel solo primo quarto, a cui si sono aggiunti i canestri di Klay Thompson e del già citato Durant. L’ex Thunder segna sei punti toccando i suoi primi due palloni della serie: un paio di canestri dall’arco messi a segno con la solita irrisoria facilità. L’incubo che si materializza davanti agli occhi di Toronto, il motore di un attacco che giunto a 39 punti totali in meno di un quarto d’ora (cifre ben più ricche rispetto a quelle di gara-4), poteva contare sul contributo da 36 complessivi dei suoi Big Three. I 31 punti nella prima frazione sono il massimo mai messo a referto dal terzetto di All-Star degli Warriors in 12 minuti di gioco negli ultimi tre anni, un canto del cigno involontario visto quanto accaduto poco dopo. Un impatto non solo tecnico, ma anche emotivo sulla sfida da parte di KD, come dimostrato in difesa su Fred VanVleet - arrivato allo scontro proprio con Durant a seguito di un possesso in cui il giocatore dei Raptors ha provato a batterlo dal palleggio. Il n°35 Warriors in quell'occassione ha cercato di tenere la penetrazione dell'avversario, prima di colpirlo in maniera dura e provocandolo a parole, scatenando la reazione del pubblico di casa e dando una scossa ai suoi compagni. L'ennesima dimostrazione di quanto fosse importante il contributo dell'ex giocatore dei Thunder, costretto a lasciare i suoi compagni nel momento cruciale della stagione di Golden State.
Il messaggio su Instagram dopo la vittoria
Durant ha seguito il finale di gara lontano dalla Scotiabank Arena, ma a pochi minuti dalla sirena finale non ha mancato di scrivere i suoi pensieri in una storia su Instagram: "La Dub Nation sarà rumorosa da far paura per gara-6" ha cominciato. "In questo momento sto soffrendo nel profondo della mia anima, non posso mentire, ma vedere i miei fratelli portare a casa questa vittoria è stato come farmi uno shot di tequila, mi ha dato nuova vita lol. #dubs". Un messaggio di amore e di rispetto nei confronti dei suoi compagni anche in un momento difficilissimo della sua carriera.