Chi è l'MVP degli ultimi 10 anni nella lega? A chi assegnare il premio di miglior difensore, o quello di allenatore numero uno? Qual è stato il tiro, la serie o la trade del decennio? Ecco le scelte effettuate da "Bleacher Report"
MVP: LEBRON JAMES | Nel decennio 2010-2019 ha raggiunto le finali per 8 anni in fila, vincendo il titolo NBA tre volte, con altrettanti titoli di MVP delle finali, e tre sono stati anche i titoli di MVP NBA (nel 2010, nel 2012 e nel 2013). Se si considera il decennio, LeBron – 10 volte su 10 convocato per l’All-Star Game – è al n°1 assoluto per punti, è quarto per assist, settimo per recuperi e decimo per rimbalzi
MIGLIOR DIFENSORE: DRAYMOND GREEN | All’inizio del decennio, nel 2010 e nel 2011, il premio di difensore dell’anno va a Dwight Howard. Eppure non è né “Superman”, né Kawhi Leonard (premiato nel 2015 e nel 2016) e neppure Rudy Gobert (vincente gli ultimi due anni) a meritarsi la scelta di Bleacher Report, che invece premia l’ala di Golden State fondamentale per la creazione del famoso “Death Lineup”, giocando da centro in un quintetto quasi imbattibile. Miglior difensore NBA nel 2017, Green è stato incluso nel primo quintetto difensivo anche nel 2015 e nel 2016
MIGLIOR SQUADRA: GOLDEN STATE WARRIORS | Tre titoli NBA vinti, cinque finali consecutive disputate, la miglior stagione di sempre mai disputata, quella dell’anno 2015-16 chiusa con 73 vittorie su 82 partite. La percentuale di vittorie degli Warriors nel decennio (62.8%) è inferiore a quella di Spurs (69.5%) e Thunder (64.1%) ma il dominio di Golden State nella lega è confermato anche da due stagioni – quella 2014-15 e quella 2016-17 – chiuse con 67 vittorie
MIGLIOR SERIE DI PLAYOFF: GOLDEN STATE WARRIORS-CLEVELAND CAVS, FINALI NBA 2016 | Di fronte i Golden State Warriors reduci dalla miglior stagione di sempre (73-9) e i Cleveland Cavs che LeBron James vuole trascinare al loro primo titolo di sempre. I californiani vanno sopra 3-1 ma poi succede l’impensabile: 41 punti di LeBron in gara-5 e in gara-6, una tripla doppia a quota 27 punti nella decisiva settima, gara che vede la sua stoppata fondamentale su Andre Iguodala e il tiro da tre di Kyrie Irving che decide la serie negli ultimi secondi
MIGLIOR PARTITA: OKLAHOMA CITY THUNDER-GOLDEN STATE WARRIORS, GARA-6 FINALE DI CONFERENCE 2016 | Golden State, già sotto 3-1, insegue ancora nella serie contro Oklahoma City, ma stavolta il match point per gli avversari è sul loro campo di casa. Entra in scena Klay Thompson: segna 41 punti mandando a segno 11 triple (nuovo record NBA), evitando così ancora una volta l’eliminazione degli Warriors, che così possono tornare a Oakland e chiudere la serie in gara-7
MIGLIOR TIRO: RAY ALLEN, MIAMI HEAT-SAN ANTONIO SPURS, GARA-6 FINALI NBA 2013 | La prodezza di Ray Allen può forse candidarsi per il titolo di tiro più importante della storia NBA: arriva a 5.2 secondi dalla fine di gara-6, con i suoi Miami Heat sotto di tre punti. Fondamentale il rimbalzo offensivo di Chris Bosh, l’apertura in angolo e poi al resto ci pensa “He Got Game”: tecnica purissima, piedi vicinissimi alla linea laterale e il resto è già storia. Miami vince gara-6 all’overtime e poi in gara-7 non c’è storia: arriva il terzo titolo della storia degli Heat
MIGLIOR ALLENATORE: GREGG POPOVICH | Nel decennio Popovich guida gli Spurs a un solo titolo NBA, dopo i tre della decade precedente, ma la sua squadra vince una serie di playoff in sei dei dieci anni e manda a libri la percentuale di vittorie in regular season più alta di tutta la NBA. Il capolavoro di coach Pop, poi, è quello di trasformare in continuazione la sua squadra: da muro difensivo invalicabile, a sinfonia offensiva che incanta il mondo nel titolo 2015, fino alla squadra attuale che in totale controtendenza al basket delle statistiche avanzate si basa sull’uso intensivo del tiro dal mid-range
MIGLIOR TRADE: JAMES HARDEN DA OKLAHOMA CITY A HOUSTON | Al termine della stagione 2011-12, gli Oklahoma City Thunder hanno appena raggiunto (e perso, contro Miami) la loro prima finale NBA. James Harden è stato premiato sesto uomo dell’anno, terza arma micidiale alle spalle di Kevin Durant e Russell Westbrook. Ma soldi per tenere a roster tutti e tre non ce ne sono e Sam Presti deve lasciar andare “Il Barba”, che finisce a Houston. Ai Rockets diventa immediatamente la prima opzione offensiva e da riserva a OKC si tramuta in una delle superstar più affermate di tutta la lega, fino ai giorni d’oggi in cui – dopo aver vinto il titolo di capocannoniere NBA negli ultimi due anni – viaggia non lontano dai 40 punti a partita
MIGLIOR FIRMA: LEBRON JAMES, THE DECISION | L’addio alla squadra di casa, le reazioni (scomposte) di tifosi e critici, l’approdo (spettacolare) ai Miami Heat, dove finirà poi per vincere il primo (e poi il secondo) titolo NBA, l’obiettivo che lo aveva spinto lontano da Cleveland. Ma non solo: la firma di LeBron James – immortalata con uno speciale televisivo di un’ora – cambia per sempre l’importanza dei mesi di free agency, e oggi quel periodo estivo è seguito con un’attenzione e un interesse quasi pari alle partite di campionato. Da quel luglio 2010 in poi, i giocatori NBA realizzano di avere un potere tra le proprie mani fino ad allora mai così rivendicato. E gli equilibri tra la lega e le proprie superstar non saranno più gli stessi