"The Last Dance": le reazioni dei giocatori NBA alle puntate n°5 e n°6
Kobe Bryant, l'All-Star Game del 1998, il Dream Team di Barcellona, la storica partnership tra MJ e Nike: questi sono soltanto alcuni degli argomenti e delle storie raccontate nelle nuove puntate di "The Last Dance - in Italia su Netflix e disponibile a un prezzo vantaggioso per gli abbonati Sky che sottoscrivono l’offerta Intrattenimento Plus su Sky Q - come al solito seguito con grande interesse e trasporto sui social anche dai giocatori NBA di oggi
Magic Johnson, anche lui presente in alcuni passaggi delle due nuove puntate di "The Last Dance", non vede l'ora che inizi lo spettacolo - sottolineando uno dei passaggi chiave dei due episodi, le parole dedicate da Kobe Bryant a Jordan
MAGIC: "L'ALL-STAR GAME DEL 1998 PASSAGGIO DI TESTIMONE TRA MJ E KOBE"
La puntata n°5 inizia con una dedica molto particolare: "Nel ricordo di Kobe Bryant", il protagonista della prima storia; rivale di MJ durante l'All-Star Game del 1998
E il passaggio di Kobe sullo schermo e della sua intervista esclusiva non passa certo inosservato: Mario Hezonja è uno dei tanti a commuoversi e a non credere che il Black Mamba non ci sia più
Kevin Love invece si sofferma sui commenti fatti nello spogliatoio dell'Est durante quell'All-Star Game - pronti a sfidare un Bryant di 19 anni e alla prima gara delle stelle della sua carriera. Alcuni parlavano dei suoi errori al tiro, ma come dice Kevin Love: "A guardarli adesso, 33.643 punti dopo..."
Anche il lungo dei Sacramento Kings si unisce al ricordo di tutti dedicato a Kobe Bryant
Il giovane rookie degli Warriors Eric Paschall non ha dubbi sul fatto che Kobe sia "il più grande di tutti i tempi" (GOAT, la capra)
Particolarmente toccante il messaggio di Trae Young, che di fronte alle immagini di un Kobe che parla di Jordan come di un suo fratello maggiore dal quale trarre ispirazione e consigli, sottolinea: "Kobe era il mio Jordan", il suo esempio, il suo mentore, il suo idolo
Le parole di un emozionato Quinn Cook - molto partecipe anche durante i giorni difficili per i Lakers a seguito della scomparsa di Bryant: un ringraziamento a Jordan per lo splendido momento e un'occasione per ricordare quanto Kobe manchi a tutti noi
Particolarmente commosso anche Pau Gasol, che per anni ha condiviso il parquet con Bryant. Allegando una foto del testa a testa tra Bryant e Jordan non può che alzare le mani di fronte a tanta grandezza
La dedica dell'account ufficiale dei Chicago Bulls è il pensiero che accompagna tutto il mondo della pallacanestro da oltre tre mesi: "Ci manchi Kobe"
E nonostante fossero tanti i giocatori dominanti e i campioni che facevano parte del Dream Team del 1992 alle Olimpiadi di Barcellona, i dubbi riguardo a chi fosse "l'uomo guida" erano davvero pochi - come sottolinea la citazione di Kevin Love su Twitter
Un altro passaggio meraviglioso della serie riguarda il racconto della mitica sfida d'allenamento giocata a Monte Carlo dal Dream Team: la squadra di Magic contro quella di MJ, secondo alcuni la partita di pallacanestro più bella di sempre. Esistono delle immagini di quella sfida e Nikola Vucevic, come buona parte dei telespettatori, si domanda se esista l'intero video del match
Dream Team vuol dire anche sfida alla Croazia e a Toni Kukoc - un altro dei protagonisti della quinta puntata. Come sottolineato da DeMarre Carrol, "un giocatore che farebbe bene in campo anche nella NBA di oggi"
Anche Bradley Beal, sempre molto attivo durante le puntate di "The Last Dance", non perde occasione per commentare le prodezze sul parquet di quei Bulls e in particolare di Scottie Pippen
Il Draem Team del 1992 è stata una delle chiavi per diffondere il basket NBA a livello internazionale, come sottolineato da Pau Gasol - nato e cresciuto a Barcellona, "uno di quei ragazzini che hanno tratto ispirazione da quella squadra"
Altro passaggio importante del racconto è quello dedicato all'accordo con Nike raggiunto da Jordan, nonostante all'inizio il n°23 dei Bulls non fosse propenso verso quel marchio: "Pensate se MJ avesse firmato con Adidas", il commento con tanto di faccina stupita di Trae Young
A molti giocatori NBA poi non è sfuggito il fatto che lo "spogliatoio" di Jordan in realtà fosse una stanza a parte, un vero e proprio ufficio separato dagli altri
Anche Richaun Holmes sorride vedendo quelle immagini: "Mike aveva il suo spogliatoio privato"
Kevin Knox invece sottolinea il commento di Jordan in risposta ad alcuni compagni che preferivano giocare e sfidare senza puntare grosse cifre. Una volta MJ chiese loro di prendere parte alla partita e sottolineando il fatto che la posta in palio fosse soltanto un dollaro, il n°23 dei Bulls rispose: "Non mi interessa: il motivo per cui voglio giocare è mettermi i tuoi soldi nel mio portafoglio"
Nelle due nuove puntate si parla anche della serie contro i Knicks e della "fuga" di Jordan ad Atlantic City durante i playoff - nel mezzo di due rare sconfitte esterne al Madison Square Garden. E c'è chi si domanda cosa sarebbe accaduto se 30 anni fa fossero esistiti i social network...
Un altro grande insegnamento di "The Last Dance": non è importante chi sei, puoi essere anche Jordan, ma non tutti vorranno vederti vincere
Anche Horace Grant è tra i tanti giocatori che si sono fatti intervistare per commentare quella storica annata dei Bulls: a vederlo senza occhiali però, non tutti riescono a riconoscerlo
Jamal Crawford è un altro di quelli che non perde neanche una puntata della serie: "Un Hall of Famer come David Aldridge sottoliea che se vinci 3 titoli in fila diventi una leggenda. Beh, MJ ne ha vinti 3, è andato a giocare a baseball, è tornato e ne ha conquistati altri tre"
Nate Robinson sottolinea una delle tante storie contenute in queste nuove due puntate: la partita di Atlanta del 1998 giocata davanti a 62.000 persone in un'atmosfera pazzesca, tutta ovviamente dovuta alla presenza di Jordan sul parquet
Bobby Portis sulla stessa lunghezza d'onda dei produttori di "The Last Dance": vista la situazione particolare in cui sono state distribuite le puntate, la visione del documentario su MJ è diventata una vera e propria esperienza culturale
Alla fine il terzo titolo in fila arriva contro i Phoenix Suns grazie anche a una super tripla nel finale di gara-6 realizzata da Paxson (con la s e non con la t, come sottolinea anche il refuso di Alex Caruso)
La chiosa di Mario Hezonja è sempre dedicata a Bryant: "Sono cresciuto seguendo l'esempio di Kobe, ma vedendo da chi lui ha imparato mi porta ad avere ancora più rispetto nei suoi confronti! Quando mi manca la pallacanestro!". Non solo a te Mario, non solo a te
Anche Sabrina Ionescu, la prima scelta all'ultima Draft WNBA, sottolinea la bellezza del documentario su Jordan e la voglia di ritornare in campo a giocare e allenarsi più forte di prima